CHIEDONO “IL RIPRISTINO DELLE ATTIVITÀ BALNEARI ATTREZZATE E DEI SERVIZI CONNESSI E ANNESSI” DELLA SCORSA ESTATE. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
METAPONTO – “Ridateci la spiaggia”. E’ il titolo della petizione popolare che hanno lanciato i circa 400 residenti e proprietari di seconde case di un vero e proprio quartiere, quello di Torre Mare, della frazione balneare di Bernalda. Titolo – appello che gli stessi cittadini hanno ribadito nel corso di un sit in che hanno tenuto, dalle 18, di oggi, all’ingresso della pista che attraversa la pineta costiera e che porta, dopo circa 1 km, all’arenile tanto desiderato. Aperta anche una pagina Facebook, “Comitato Torre Mare Metaponto”, in cui raccogliere interventi, proteste, proposte. Ma perché queste persone, e tra loro anziani, soggetti fragili, disabili, avrebbero “perso” la loro spiaggia? “Perché da questa estate - ha spiegato Margherita Pellegrino - l’acceso alla pista è bloccata da una sbarra che impedisce il transito di una navetta bus di cui ci servivamo nella stagione 2022 e che faceva servizio a domicilio. Una navetta privata ma molto utile per tutti noi. Di fatto, ora, possiamo andare al mare soltanto a piedi o in bici. Portandoci dietro ombrelloni, sedie a sdraio, bambini e giocattoli vari. E gli anziani? E i disabili? Nel quartiere vivono all’incirca 400 persone nei mesi estivi. Solo il residence “Le muse” ha ben 23 appartamenti. Ecco perché in pochi giorni la nostra petizione ha raggiuto 150 firme”. Pellegrino e gli altri manifestanti, poi, evidenziano anche problemi di gestione dell’arenile: “Sul litorale alla fine della pista servono servizi attrezzati per noi utenti come bagni pubblici, raccolta differenziata dei rifiuti, punto di ristoro. Se non li garantiscono i privati deve pensarci, e presto, il pubblico. Solleviamo, infine, anche timori per la nostra sicurezza relativamente all’accesso e alla fruizione dei soccorsi in emergenza-urgenza”. Insomma, la richiesta dei partecipanti al sit in è stata una e soltanto una: “Ridateci la spiaggia!” Così, appena sarà ultimata la raccolta delle firme, la petizione sarà inviata al Comune di Bernalda, al prefetto di Matera, alla Procura della Repubblica, all’Agenzia del demanio, ai Carabinieri del nucleo biodiversità di Martina Franca, al ministero dell’ambiente. Cosa accadrà?
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