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lunedì 17 luglio 2023

L’EMOZIONE DI UN RACCONTO: “COSI’ HO AIUTATO MARCO, 1 ANNO, IN CRISI RESPIRATORIA. MA NON SONO UN ANGELO CUSTODE NÉ UN EROE. SONO UN PROFESSIONISTA CHE NON DIMENTICHERÀ MAI QUEL CHE GLI È ACCADUTO IL 13 LUGLIO SULLA SPIAGGIA DI PISTICCI”

PAROLE DEL DOTTOR PAOLO MARANGI, COLUI CHE HA SALVATO IL PICCOLO MARCO DOPO CHE AVEVA INGOIATO IL TAPPO DI UNA BOTTIGLIETTA DI SUCCO DI FRUTTA. IL BAMBINO, INTANTO, È STATO DIMESSO OGGI DAL REPARTO DI PEDIATRIA DELL’OSPEDALE DI MATERA. MA TUTTO QUEL CHE HA VISSUTO IN QUEI MINUTI SPASMODICI DELLA SUA VITA IL DOTTOR MARANGI E’ NEL SUO COMMOVENTE RACCONTO. ECCOLO 

MARCO A CASA TRA I SUOI GIOCHI

MARCO A CASA TRA I SUOI GIOCHI

IL DOTTOR PAOLO MARANGI

L'ANGELO CUSTODE E LA MADONNINA DEL REPARTO PEDIATRIA DELL'OSPEDALE DI MATERA

“Mai avrei pensato nella mia carriera di medico di famiglia di vivere momenti come quelli vissuti sulla spiaggia di Pisticci giovedì scorso. Un conto è fare i corsi di formazione coi bambolotti, un altro è trovarsi con un bambino così piccolo da aiutare in forte difficoltà. E’ stata veramente dura”.

Sono parole del dottor Paolo Marangi, 48 anni, medico di medicina generale a Martina Franca (TA), trovatosi, per fortuna, in quella mattinata, sulla costa del Metapontino. Marco, 1 anno, aveva ingoiato il tappo di plastica di una bottiglietta di succo di frutta. Il dramma. Con la mamma, Lucia Russo, di Bernalda, svenuta e la nonna che urlava chiedendo aiuto.

Ma ecco il racconto di colui che è stato definito “angelo custode”: “Ero in un villaggio del litorale di Pisticci. La signora era in una spiaggia libera di fianco al lido. I bagnini mi hanno raccontato tutto: il bambino che stava male, la mamma che ha perso i sensi, la nonna che gridava. Bagnini e animatori mi hanno chiamato. Di corsa siamo andati sulla spiaggia. Avevo la mia borsa. Ovviamente mi hanno detto che avevano chiamato il 118 e che era in arrivo l’elicottero. Ma prima è arrivata una ambulanza con una santa infermiera, Agnese, e un santo autista-soccorritore, Giuseppe Montemurro”.

E qui la storia si fa veramente incalzante: “Quando sono arrivato il bambino era in braccio ad altre persone che gli facevano manovre non so quanto improvvisate. Mi hanno detto del tappo. Ho guardato nella bocca di Marco ma il tappo non si vedeva. Il bambino respirava con difficoltà ma non ha mai smesso di respirare completamente e non è andato mai in cianosi. E’ stata la sua salvezza. Non vedendo il tappo e vedendo che respirava non ho fatto manovre. Saturazione, battito, movimenti toracici nella norma. L’ho controllato. Minuti interminabili, anche se saranno stati solo 5, fino all’arrivo del 118. Non c’era medico. C’era l’infermiera. Con una cannula abbiamo tenuto la bocca di Marco, molto combattivo, aperta. Agnese mi ha dato una pinza. Mia moglie, infermiera, con una luce illuminava la bocca del nostro piccolo paziente. Finalmente ho visto il grosso tappo. Mai avevo usato la pinza di Magill. Ho visto il tappo, l’ho agganciato e l’ho tirato su, lentamente. Mia moglie mi diceva nell’orecchio di non mollarlo. In quel momento è arrivato l’eliambulanza. Con un medico a bordo. Ma il tappo non era più nella gola di Marco. E lui ha respirato profondamente e si è messo a piangere a pieni polmoni. L’ho portato dalla mamma, a terra, disperata, mezza morta. Vedi Marco respira, è salvo. Il 118 ha preso il bambino ed è volato via. Solo allora sono crollato. Mai mi ero trovato in una situazione di così grave emergenza. Marco era così piccolo da tenerlo con una sola mano. E’ stato traumatico. Per fortuna è andata bene”.

Il dottor Marangi forse solo allora avrà pensato a come sia gratificante in tante occasioni fare il medico… “Tutti ad abbracciarmi, bravo, sei un eroe. Ma se fosse andata male dal primo bagnino, all’infermiere all’elicottero, saremmo stati sottoposti ad inchieste varie. Siamo eroi ma subito dopo rischiamo di essere carne da macello. E questo dispiace. Noi ce la mettiamo sempre tutta ma mi piacerebbe che il nostro sforzo venga riconosciuto anche quando le cose non vanno bene. Se quel tappo si fosse spostato saremmo tutti sotto processo”.

Ma cosa pensa di sè un professionista definito angelo custode? “Che per fortuna ero lì e sono riuscito nell’impresa. Era la prima volta che avevo quella pinza tra le mie mani. Non ci ho pensato più di tanto. Ho provato. Non ho pensato di aspettare il medico dell’elicottero ma alle mie due bambine di 8 e 12 anni. Non ho mollato la presa”.

Ed ora? Come vanno le cose nella vita del dottor Paolo Marangi, medico di famiglia a Martina Franca? “La notte ancora ci penso in continuazione. Il mio pensiero è che andata bene. Ogni tanto mi scendono le lacrime. Non ricordo se ho pianto a Pisticci. Non lo so. Mi tremava ogni muscolo del corpo. Noi tutti sotto il sole, con i bagnini che ci riparavano con l’ombrellone, sudati, ansimanti. Gli animatori mi hanno detto che hanno dovuto allontanare tante persone che giravano video coi telefonini. Le sofferenze di Marco e le nostre facevano spettacolo. Un altro aspetto della nostra vita moderna. E’ andata bene”. 

2 commenti:

  1. Conosco molto bene cosa si prova nelle manovre di soccorso x infermiera di cardiologia dagli anni 77/2016 ed è vero si viene riconosciuti solo quando tutto va bene ma lo stress fisico l'adrenalina a mille che viene sottoposto il tuo fisico è incredibile ma le soddisfazioni sono molte dai sorrisi dei pazienti, per non parlare di stipendi che rispetto a politici e gente di spettacoli,calciatori ecc.non sono minimamente riconosciuti complimenti al dottor Marangi orgoglioso della sua professione sempre svolta con con responsabilità con affetto Marco un bimbo di una carissima amica

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  2. Bravissimo dottore che Dio ti benedica

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