LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 27.7.17
POLICORO – Caporalato
duro a morire. Tanto che la Polizia di Stato, nell'ambito
dell'operazione nazionale “Alto impatto-Freedom”, ne ha
denunciati due che nel solo mese di maggio avevano gestito nel
Metapontino ben 60 lavoratori. Nel corso della stessa operazione,
altresì, un indiano ricercato è stato arrestato. Ma andiamo con
ordine. In “Alto impatto-Freedom” sono state impegnate, oltre a
quella di Matera, anche le Squadre mobili di Agrigento, Forlì -
Cesena, Latina, Lecce, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e
Vibo Valentia, coordinate dal Servizio centrale operativo della
Direzione centrale anticrimine. Nel corso dell’operazione è stata
accertata l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e
di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché dell’illecita attività
di intermediazione tra la domanda e l’offerta compiuta dai
“caporali”. Nel Materano con la Squadra mobile hanno collaborato
Polizia scientifica, Ispettorato del lavoro, Ufficio immigrazione,
Commissariati di Policoro e Pisticci. Così, sono stati controllati
in 6 aziende 45 lavoratori, italiani e stranieri, impegnati nella
raccolta e coltivazione di ortofrutticoli o impiegati in agriturismi
o nel pascolo di bestiame. In particolare, durante il controllo di
tre furgoni nel territorio di Pisticci su cui viaggiavano diverse
operaie, alcune rumene, che avevano lavorato in una azienda agricola
e stavano rientrando a Scanzano Jonico e a Ginosa (TA), sono emerse
irregolarità. Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato la
figura di un uomo, italiano, e di una donna, rumena, residenti a
Ginosa, che svolgevano l’attività di caporalato reperendo la
manovalanza agricola e trasportandola all’azienda richiedente.
L’uomo provvedeva anche alla sistemazione in case di campagna di
sua proprietà. Dalle indagini è emerso che nello scorso maggio egli
è arrivato a gestire fino a 60 operai sul campo. Denunciato anche
l’imprenditore agricolo che si avvaleva dei due caporali. Inoltre,
in un agriturismo è stato individuato un lavoratore indiano, Singh
Gurinder, regolarmente assunto ma ricercato per un ordine di
carcerazione della Procura di Cremona. L'uomo è stato arrestato.
Quattro lavoratori, infine, erano assunti “a nero”. Rilevate
altre irregolarità per l’assunzione di altri 2 dipendenti.
L’Ispettorato del lavoro, pertanto, ha comminato all'azienda
responsabile sanzioni amministrative per 14mila euro.
NELLE
PROVINCE ITALIANE, NON SOLO AL SUD. MANETTE PER 10 PERSONE ED ALTRE
24 DENUNCE NELL'INDAGINE CONTRO IL CAPORALATO
PISTICCI
– L'operazione “Alto impatto-freedom”, condotta su scala
nazionale dalla Polizia di Stato, ha dimostrato che non bastano
leggi, anche dure, come l'ultima approvata in materia, per stroncare
il reato di caporalato sulla collocazione illegale di lavoratori
soprattutto nel settore dell'agricoltura. Oltre ai due caporali
denunciati all'autorità giudiziaria dopo il blocco di tre furgoni in
agro della città jonica ed all'arresto del cittadino indiano
ricercato dalla Procura di Cremona, infatti, “Alto impatto-freedom”
si è conclusa, nelle province interessate, con l'arresto di 10
persone e la denuncia di 24. E badate bene che le relative indagini
sono state condotte non solo in realtà del Sud (Agrigento, Lecce,
Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Vibo Valentia), dove, si
dice, il reato è più radicato, ma anche in alcune del Centro e del
Nord (Forlì-Cesena, Latina, Verona).
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