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LA SEDE DELLA CORTE DEI CONTI A POTENZA |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 19.7.17
La
Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la regione Basilicata,
ha condannato i medici Luciano Calabrese e Giovanna Corrado,
componenti all'epoca dei fatti della commissione sanitaria di prima
istanza per l'accertamento della invalidità civile di Senise, al
pagamento in favore del ministero dell’Economia e delle Finanze
di10mila euro ciascuno. Troppa, secondo i giudici, la percentuale di
invalidità del 70% attribuita ad un paziente affetto da
glomerulonefrite cronica. La sentenza è scaturita dal giudizio
di responsabilità promosso l'8 aprile 2009 dal procuratore regionale
nei confronti dei due professionisti in cui si chiedeva la loro
condanna al pagamento di 12.555 euro. Somma che costituirebbe danno
erariale in quanto pari alla indebita erogazione di assegni
pensionistici per invalidità non dovuti. “In data 1 dicembre 2004
– si legge nel dispositivo - il ministero segnalò un provvedimento
di revoca delle provvidenze di invalidità. Al destinatario del
provvedimento, all'epoca 20enne, di Chiaromonte, il 24 aprile 1985
era stata riconosciuta una invalidità del 70%, con erogazione di
relativa pensione. Giudizio medico-legale espresso dalla commissione
sanitaria di prima istanza di Senise composta dai dottori Angelo
Motolese, presidente, poi deceduto, Calabrese e Corrado, componenti.
Commissione che aveva diagnosticato al richiedente la patologia
glomerulonefrite cronica”. L'11 dicembre 2003, però, a seguito di
visita di verifica, venne riconfermata la diagnosi ma con una
percentuale del 35% non utile per la pensione che, il 9 novembre
2004, venne revocata”. Da qui la trasmissione degli atti alla
Procura della Corte contabile che, nell'ambito delle indagini sui
cosiddetti “falsi invalidi”, dispose una ricognizione dei fatti
che confermò l'incompatibilità del giudizio espresso nel 2003 con
quello del 1985 che aveva consentito la concessione della pensione
mensile di invalidità civile dall'1 marzo 1985 al 10 dicembre 2003.
Il procuratore regionale, quindi, ritenne che la condotta dei medici
della commissione fosse connotata da colpa grave. Da qui l'iter che
ha portato alla sentenza con l'invito a dedurre nei confronti di
Motolese, Calabrese e Corrado. Le loro difese confutarono le
argomentazioni della procura evidenziando l’intervenuta
prescrizione, la correttezza del giudizio medico legale formulato
sulla base della applicazione delle tabelle all’epoca vigenti, la
richiesta di archiviazione del procedimento. Ma l'accusa formulò
l'azione di responsabilità che scaturì in una prima udienza del 2
marzo 2010 che ebbe come esito la richiesta da parte dei giudici
della Sezione di una relazione di perizia medico legale affidata
all'apposito Collegio dell'ospedale San Carlo di Potenza. Relazione
depositata il 30 settembre 2016. In essa si stabilì che il paziente
“all’epoca degli accertamenti di invalidità esperiti a Senise,
1985 e 1978 , risultasse invalido civile nella misura non superiore
al 50%”. Una percentuale che non dava diritto all'assegno
pensionistico. Così, dopo l'udienza del 13 giugno scorso, la Sezione
giurisdizionale della Basilicata ha emesso la citata sentenza di
condanna nei confronti dei medici Calabrese e Corrado.
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