IL FRATELLO MICHELE: “CHIEDIAMO VERITA’ E GIUSTIZIA PER UNA TRAGEDIA CHE POTEVA ACCADERE A CHIUNQUE E CHE NON DEVE RIPETERSI PIÙ”. E VENGONO FUORI ALTRI ASPETTI DELLA VICENDA. LEGGI LA NOTIZIA INTEGRALE
“Vogliamo verità e giustizia per quanto accaduto a mia sorella Giovanna. E lo vogliamo perché quanto accaduto a lei in quella tragica giornata del 3 agosto scorso poteva accadere a chiunque e perché fatti del genere non abbiano più a verificarsi”. Lo ha detto Michele Soldo, fratello della vittima dell’incidente stradale in quad, da noi raggiunto dopo l’articolo di ieri da noi pubblicato sull’inchiesta in corso della Procura di Matera e condotta dai carabinieri della Compagnia di Pisticci. Inchiesta che vivrà una giornata importante giovedì 28 novembre quando saranno nominati i consulenti per effettuare un accertamento tecnico non ripetibile tendente ad accertare l’esatta dinamica della fuoriuscita di strada del mezzo lungo la strada comunale per Craco vecchia. Come è noto due persone sono iscritte nel registro degli indagati: Leonardo Masiello, nato a Policoro ma residente a Tinchi di Pisticci, e Panio Giovanni Battista, nato a Matera ma residente a Pisticci. Masiello risulta anche tra le parti offese. Ma ecco il nostro interlocutore: “Masiello, meccanico ed organizzatore delle escursioni su quad, era alla guida del mezzo. All’epoca dei fatti testimoni riferirono che pochi minuti prima dell’incidente avevano fatto notare, a Masiello, un principio di incendio nella parte posteriore, probabilmente sull’impianto frenante, proprio al quad su cui viaggiava insieme a Giovanna ma che non aveva ritenuto opportuno arrestarne la marcia e dopo aver spento il principio di incendio buttando dell’acqua sulla parte interessata rassicurava tutti e faceva riprendere il tour. Tant’è che Masiello non curante di quelle avvisaglie decise, non solo di continuare il tour, ma proseguire immettendosi inspiegabilmente in una strada molto pericolosa. Scelta quantomeno strana ed azzardata per un esperto di quad e meccanico di professione, scelta che però risulterà fatale per Giovanna”.
Insomma, c’è tanto ancora da accertare su quanto accaduto e non solo. “Il fatto certo – ha continuato il fratello di Giovanna Soldo - è che il mezzo era nella disponibilità della LUCANIA OFF ROAD di Giovanni Battista Panio (LUCANIA OFF ROAD è il nome della ditta con cui Panio e Masiello pubblicizzavano l’attività noleggio ed escursioni in quad). Al momento, tuttavia, non è ancora del tutto chiaro il tipo di rapporto che intercorre tra Panio e Masiello, però sempre da informazioni assunte da vari testimoni pare che Masiello si occupasse proprio della manutenzione e della gestione dei quad per nome e per conto della LUCANIA OFF ROAD di Giovanni PANIO (quindi factotum dell’impresa) e che la base operativa fosse presso l’agriturismo FONTANA LA PIETRA sempre di proprietà di Giovanni PANIO, da dove infatti partivano i tour”.
Ovviamente, Soldo, duramente colpito come tutti gli altri famigliari dalla perdita di Giovanna, vuole sapere molto di più su altri aspetti della vicenda: “Sappiamo che gli inquirenti hanno svolto approfonditi accertamenti proprio sulle attività di Panio Giovanni Battista e pare siano state riscontrate diverse irregolarità, ad esempio sulle autorizzazioni e addirittura è stato accertato che alcuni quad, compreso quello coinvolto nel sinistro, risulterebbero con la revisione periodica prevista per legge scaduta da anni, tra l’altro ricordiamo il quad coinvolto nel sinistro aveva la targa prova e non una targa regolare”.
Ed ancora: “Subito dopo l’incidente è stato disattivato il sito web della LUCANIA OFF ROAD di Panio, dal quale i tour si potevano prenotare anche online, ed anche i cartelli pubblicitari, che campeggiavano sulla SS. 407 Basentana, proprio all’altezza l’agriturismo FONTANA LA PIETRA, sono stati rimossi perché anche quelli senza regolare autorizzazione”.
Fortissima, quindi, è la richiesta di giustizia e verità sull’accaduto. Michele Soldo ha concluso informando che “i famigliari di Giovanna (lui, la madre e le sorelle) in tutti questi mesi non sono mai stati cercati in nessun modo, nè direttamente nè per il tramite di terze persone, nè da Panio nè da Masiello o loro familiari. Anzi. Questi ultimi, ci dicono tra l’altro, sono stati però molto solerti nel recarsi a Craco sul posto dell’incidente di buon mattino, il giorno dopo, prelevando un casco, evidentemente sfuggito agli inquirenti la sera prima, che poteva essere magari quello indossato da Giovanna quel maledetto giorno e che non hanno immediatamente provveduto a consegnarlo agli inquirenti, dimostrando così ignavia e non curanza rispetto all’accaduto ma ancora di più un senso civico pari a zero”.
Nessun commento:
Posta un commento