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venerdì 9 aprile 2021

POTENZA. PROCESSO “CLAN SCHETTINO”. IERI L'UDIENZA PRELIMINARE

LA GAZZETTA DI BASILICATA 9 APRILE 2021

UDIENZA RINVIATA AL 1 LUGLIO PROSSIMO. ANNUNCIATA LA COSTITUZIONE DI PARTE LESA DEL SOTTOSCRITTO E, A SUO SOSTEGNO, DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA, DELL'ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA DI BASILICATA E DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 


LA RICOSTRUZIONE DI QUANTO ACCADUTO NELL'UDIENZA DI IERI E MIE CONSIDERAZIONI SULLA PRIMA PAGINA DELLA GAZZETTA DI BASILICATA

IO, GIORNALISTA “NEL MIRINO” DEI CLAN, RINGRAZIO LA STAMPA NAZIONALE E REGIONALE

di FILIPPO MELE

Io, giornalista minacciato di morte dai clan malavitosi del Metapontino, dico grazie alla grande famiglia della stampa nazionale e regionale: Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), con il segretario generale Raffaele Lorusso; Gazzetta del Mezzogiorno, col direttore Giuseppe De Tomaso; Associazione della stampa di Basilicata, con il presidente Angelo Oliveto. Già. Ieri, a Potenza, in Tribunale, era in calendario davanti al giudice Antonello Omodeo, l'udienza preliminare del processo a carico degli aderenti al cosiddetto “Clan Schettino”, egemone, secondo la Direzione distrettuale antimafia, a Scanzano Jonico e negli altri centri dell'arco jonico lucano. Udienza rinviata al 1 luglio prossimo poiché il gup Amodeo aveva giudicato in altro processo uno dei 25 imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alla esecuzione di vari reati. Con loro sono state anche convocate le 24 parti lese. E' accaduto, però, che, per esse, erano presenti solo gli avvocati Francesco Mele e Cristiana De Florio. Il primo in rappresentanza di chi scrive ma anche di Fnsi e Assostampa lucana. La seconda era presente per La gazzetta del mezzogiorno. Entrambi hanno espresso la volontà di costituirsi parti civili nel processo. Costituzione che verrà formalizzata il 1 luglio 2021. Come, allora, da parte mia non ringraziare la grande famiglia della stampa nazionale e regionale? In verità, io non avevo dubbi sul fatto che il "mio" giornale, La gazzetta, quello per cui ho scritto dal 12 luglio 1998 al 1 aprile 2019, giorno del mio pensionamento, si sarebbe costituito parte civile. Così, come non avevo dubbi sulla scelta del “mio” sindacato, quello a cui sono iscritto da appena entrato nell'Ordine di Bari, 2 novembre 1985. Oggi io non mi sento più solo. E' stato per gli articoli scritti per La gazzetta sull'attacco della criminalità organizzata a Scanzano Jonico e nei centri vicini che il 10 ottobre del 2018 mi fu recapitata una busta bianca con un foglio bianco immacolato, una penna Bic rossa e un colpo di pistola inespoloso. La penna rossa rimarcava i miei “errori”; il foglio bianco era un invito a non scrivere più; il colpo di pistola inesploso sarebbe scoppiato, se non avessi seguito i “consigli”, addosso a me. Un messaggio di morte. Nella stessa notte ignoti lanciarono una bomba carta sul tetto della mia casa. Ma io dichiarai che non avevo paura e che sarei andato avanti con la mia battaglia giornalistica e di... vita. Tant'è che ancora, oggi, sul mio blog e sulla mia pagina Facebook continuo ad occuparmi di cronaca. Come non costituirmi parte civile nel processo contro chi è accusato della pesante intimidazione nei miei confronti? Vado avanti. Non arretro di un centimetro. Anche perchè al mio fianco ci sono Fnsi, Gazzetta del mezzogiorno, Assostampa di Basilicata.

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