PROCESSO MESSO A PUNTO ALL’ENEA DI ROTONDELLA DA UN TEAM DEL LABORATORIO BIOPRODOTTI E BIOPROCESSI. LA PRESENTAZIONE DEL LAVORO DA PARTE DEL RICERCATORE VINCENZO LAROCCA. A BREVE L’APPLICAZIONE A LIVELLO INDUSTRIALE
VINCENZO LAROCCA, RICERCATORE ENEA (FOTO TGR BASILICATA) |
FONTE ENEA.IT
SALUTE: DA ENEA PROCESSO PER ESTRARRE CAROTENOIDI PER PRODOTTI FARMACEUTICI E NUTRACEUTICI
I ricercatori ENEA del Centro Ricerche La Trisaia (Matera) hanno brevettato un processo, facilmente trasferibile a livello industriale, che consente di estrarre dai lieviti rossi la torularodina[1], un carotenoide con proprietà antitumorali, antinfiammatorie e antiossidanti, utilizzabile nella produzione di nutraceutici e farmaceutici.
Studi scientifici hanno dimostrato che la torularodina ha un maggiore effetto sull’eliminazione dei radicali liberi rispetto al beta-carotene, risultando efficace contro il cancro al seno, alla prostata e nelle malattie neurodegenerative poiché migliora la disfunzione della memoria, lo stress ossidativo e la neuroinfiammazione.
“Il procedimento permette l’estrazione selettiva della torularodina con la CO2 supercritica[2] in due fasi successive. Nella prima, con l’utilizzo della sola CO2, si estraggono tutti i carotenoidi presenti nella matrice a eccezione della torularodina; nella seconda, la matrice residuale viene sottoposta a un’ulteriore estrazione con CO2 addizionata di etanolo, permettendo il recupero della torularodina che viene estratta con una percentuale uguale o superiore al 95% dei carotenoidi totali,” spiega Vincenzo Larocca, inventore del brevetto insieme ai colleghi Mario Trupo, Alfredo Ambrico, Maria Martino, Rosaria Alessandra Magarelli, Roberto Balducchi e Anna Spagnoletta del Laboratorio ENEA di Bioprodotti e bioprocessi.
La produzione di torularodina su larga scala mediante questo nuovo processo biotecnologico permette, in un’ottica di bioeconomia circolare, di valorizzare gli scarti agro-alimentari per la crescita di lieviti rossi e incentiva la cattura della CO2 dall’atmosfera in contrasto al climate change.
“Rispetto ai metodi estrattivi convenzionali, il nostro procedimento non utilizza le tecniche di separazione cromatografiche[3], minimizzando così l’uso di solventi potenzialmente nocivi ed evitando la produzione di scarti di difficile gestione. Inoltre, è condotto a basse temperature in modo da non danneggiare le molecole termolabili”, conclude Larocca.
Per maggiori informazioni:
Vincenzo Larocca, ENEA - Laboratorio Bioprodotti e bioprocessi, vincenzo.larocca@enea.it
Note
[1] Appartiene ai carotenoidi, una classe di molecole per cui si prevede un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 3.9% fino a raggiungere un volume di 2.7 miliardi di dollari nel 2031.
[2] Tecnica estrattiva che usa come solvente la CO2 in particolari condizioni di temperatura e pressione che le conferiscono proprietà intermedie tra lo stato liquido e quello gassoso.
[3] Processi che sfruttano la diversa affinità delle molecole da separare tra una fase mobile (solvente) e una fase stazionaria generalmente rappresentata da una colonna di assorbimento.
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