L'ASSOCIAZONE AMBIENTALISTA: “OLTRE 10.000 LUCANI FIRMANO CONTRO LE ESTRAZIONI PETROLIFERE. PER TUTELARE LA SALUTE, IL TERRITORIO E LE IMPRESE LOCALI. LA REGIONE ADOTTI SUBITO UNA STRATEGIA DI USCITA”
.
IL
TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO STAMPA DELL'ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA
Scanzano
J.co (MT), 10 maggio 2018 –
I
Lucani sono consapevoli che le estrazioni petrolifere in Basilicata
stanno compromettendo la salute, il territorio e le economie locali.
In particolare in questi giorni di emergenza Covid, nei quali la
riduzione del prezzo del petrolio ha ridotto all’osso le già
misere royalties che le compagnie petrolifere riconoscono alla
Basilicata. Il segnale arriva dalle oltre 10.000 firme raccolte
dall’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie attraverso la
piattaforma Change.org (https://goo.gl/VsHWuz)
nella quale si chiede alle Istituzioni di intraprendere una moratoria
di
chiusura delle attività estrattive sul territorio della Basilicata
per adottare una strategia di uscita dalle fossili.
Mentre
gran parte della penisola nei giorni di lockdown pur nel dramma del
momento, ha potuto ammirare immagini (purtroppo oramai inedite) della
natura che si è riappropriata dei suoi spazi, in Basilicata nel
silenzio generale vediamo sempre le stesse immagini: fiammate dai
centri oli nel quale il greggio viene lavorato e morie di pesci. Il
tutto senza alcun riscontro da parte delle Istituzioni e degli organi
di controllo. L’osservatorio e le attività di monitoraggio che
devono garantire la trasparenza su queste attività al momento non
sono ancora funzionali.
Alla
già drammatica situazione si aggiungono le conseguenze che con molta
probabilità deriveranno dalla modifica in corso al quadro
regolatorio in materia di radioattività, il quale sembra comportare
una riduzione della protezione della popolazione e conseguentemente
un aumento dei rischi che minano la salute pubblica, così da
favorire, in particolare le attività coinvolte con la radioattività,
come quelle petrolifere. Motivo per il quale abbiamo
scritto nei giorni scorsi al Ministro Roberto Speranza e tutti i
Parlamentari Lucani.
Non
ci rassegneremo, a maggior ragione in questo periodo di profonda
crisi per il nostro Paese, al petrolio che genera solo “sviluppo
distorto” senza creare ricchezza per le imprese locali, dichiara
Pasquale Stigliani portavoce dell’Associazione. Siamo coscienti che
le compagnie petrolifere stanno sfruttando il creato della nostra
Terra solamente per fare profitti. Sfruttano il capitale naturale
della Basilicata, compromettono l’utilizzo dell’acqua e di altre
preziose risorse del territorio, fondamentali per tutelare la salute,
l’ambiente e per sostenere la crescita e il progresso dell’economie
locali del settore turistico, e agricolo e culturale.
Prima
che sia troppo tardi ed ora che l’economia del petrolio non può
garantire nessuna certezza sulle royalties per il futuro, sostiene
Stigliani, le Istituzioni aumentino i controlli su tali attività e
coinvolgano i cittadini, le associazioni e le imprese per individuare
una strategia di uscita del petrolio dalla Basilicata. Alcuni lo
hanno già fatto. Basta volerlo! Può farcela anche la Regione
Basilicata che non ha altra strada.
Scanzano
J.co (MT), Terzo Cavone - campo base.
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