BASILICATA. IL "PALAZZO" SOTTO “ASSEDIO”. CRESCE IL MALESSERE SOCIALE, ECONOMICO, IMPRENDITORIALE

PROTESTA DEI LAVORATORI EX TIS E RMI, DEI DIPENDENTI DELLE STRUTTURE SANITARIE PRIVATE CONVENZIONATE E DEI SOCI E LAVORATORI DELLA COOP SOCIALE AUXILIUM. CONTROPARTE LA GIUNTA REGIONALE GUIDATA DA VITO BARDI. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE 

Forse, a memoria di cronista, mai si era verificato che tre manifestazioni di protesta, dichiarate distintamente, si siano unificate davanti al palazzo della Regione Basilicata. E’ accaduto stamane quando i lavoratori a 550 euro al mese ex Tis ed ex Rmi in presidio h24 da ben 68 giorni in tenda si sono trovati insieme a soci e dipendenti della coop sociale Auxilium ed a titolari e dipendenti (uniti nella lotta) delle strutture sanitarie private convenzionate. Minimo comun denominatore della “battaglia”: la controparte, vale a dire la Giunta regionale guidata da Vito Bardi. La coincidenza dei tre sit in, infatti, è dovuta al fatto che nel “palazzo” è in corso la discussione sul bilancio regionale. Discussione rinviata a domani. Cosi, anche domani gli organizzatori delle proteste e i manifestanti saranno ancora a Potenza. La Regione, infatti, sinora, ha fatto “orecchie da mercante” alle richieste dei lavoratori Rmi e Tis rispondendo “picche” ad ogni loro richiesta. Stessa risposta alla Unità di crisi sanitaria della Basilicata che, però, attende domani per decidere il da farsi. Ai Consiglieri regionali è stata inviata una proposta sulla loro vertenza che potrebbe essere, se approvata, risolutiva. Auxilium, infine, la cooperativa che assiste oltre 350 persone fragili in Assistenza domiciliare integrata (Adi) di tutta la Basilicata attende il rispetto di una norma nazionale sull’accreditamento che la Regione Basilicata non approva ancora. Allora? Allora c’è da evidenziare che Bardi e amici sono riusciti nell’impresa di far unire nella lotta lavoratori precari, imprenditori della sanità privata (considerati da sempre vicini al centrodestra), soci e dipendenti di una cooperativa sociale. Non c’è che dire: più che una impresa di tratta di un miracolo!