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martedì 9 maggio 2023

POLICORO. LA BOTTIGLIA DI APRILLA E IL FALCETTO PER LA POTATURA DELLE VIGNE DEL SITO ARCHEOLOGICO CUGNO DEI VAGNI (NELL’AGRO DI NOVA SIRI) SUPERSTAR AL MUSEO DELLA SIRITIDE

LA MOSTRA “DALLA POLVERE AL CRISTALLO” RESTITUISCE TANTISSIMI TESORI SINORA IN DEPOSITO. IL DIRETTORE SALVATORE COLELLA: “IL MUSEO VIVRÀ DI MOSTRE ESTEMPORANEE CHE RACCONTERANNO LA STORIA DELLA SIRITIDE”. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE


POLICORO – Una bottiglia in vetro con dedica da Aprilla, “Questa bottiglia ha versato vino in quantità ad Aprilla. Bevi e vivi”, e un falcetto in ferro per la potatura delle vigne ritrovati anni fa nel sito archeologico di Cugno (o Cigno) dei Vagni, nel territorio dell’odierna Nova Siri Marina, sono tra i reperti più importanti esposti per la prima volta al Museo della Siritide. Come tantissimi altri che erano “custoditi” nei depositi. Così c’è stato un nuovo appuntamento culturale al Museo archeologico Nazionale della Siritide di Policoro, diretto da Carmelo Colelli che ha aperto le sue porte per la mostra temporanea “Dalla Polvere al cristallo”. Così, Colelli: “In occasione della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi”, che è stata inaugurata alle Terme di Diocleziano in Roma oggi, 4 maggio 2023, il Museo della Siritide ha concesso, in prestito temporaneo, parte del ricco corredo della “Tomba del pittore di Policoro” (12 vasi), una sepoltura databile alla fine del V secolo a.C.. Il vuoto lasciato da questo prestito ha offerto così, il pretesto per riorganizzare anche altri spazi espositivi del Museo trasferendo un gruppo di autentici capolavori di età greca e romana, dalla polvere dei depositi al cristallo delle vetrine.
Fra i manufatti ora esposti per la prima volta o riesposti dopo lungo oblio, vi sono le monete della Zecca di Taranto in argento e bronzo databili fra il V e il III secolo a.C., una ampia selezione di splendidi vasi a figure rosse dalle necropoli di Herakleia (IV secolo a.C.) oppure il falcetto in legno per le vigne”. Ma non è finita. Ancora Colelli: “Oltre alla riorganizzazione di alcuni degli spazi interni, nel cortile del museo è stato allestito il lapidarium. Dai depositi sono state prelevate diverse iscrizioni edite e inedite in lingua latina, alcune delle quali presentano degli elementi onomastici (nomi propri di persona) fino ad ora non altrimenti attestati in Lucania. Il lapidarium, curato dai professori Antonio Zumbo e Alfredo Sansone dell’Università della Calabria, è supportato da una pannellistica generale e didascalie con disegno, trascrizione e traduzione di ogni singola epigrafe”.
Ad anticipare l’apertura della mostra è stata la conferenza “Damaso di Siris a Sicione, istantanea della contesa per la mano di Agariste”. Organizzata nell’ambito del ciclo di conferenze “Città e paesaggi in Magna Graecia” l’evento è stato un vero e proprio viaggio nella storia introdotto dal direttore Colelli e condotto dal professore e storico greco dell’Università degli Studi Roma Tre, Giuseppe Ragone, che ha riportato il pubblico nella storia greca, la storia delle nostre origini.

Colelli ha concluso segnalando che il Museo della Siritide vivrà di mostre estemporanee periodiche con l’utilizzo dei ricchi depositi da esporre, in alcuni casi per la prima volta, ai visitatori.

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