|
I CARABINIERI SUL LUOGO DELL'INCENDIO |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4.2.18
SCANZANO JONICO – Il racket torna a far paura nel
centro del Metapontino. Poco dopo la mezzanotte di ieri, infatti, è
stata data alle fiamme una delle automobili dell'imprenditore Rocco
D'Amore, 55 anni, qui dal 1980, titolare di una azienda di
termoidraulica e socio in una lottizzazione edilizia in corso nei
pressi del palazzetto della sport. Il mezzo, un Volkswagen
Tuareg, era chiuso, con altri, nel recinto
dell'azienda, nella zona artigianale, in via degli Artigiani 13,
quando ha preso fuoco. E non sembrano esserci dubbi di sorta
sull'origine dolosa del rogo. Anche se i carabinieri della Compagnia
di Policoro indagano su questo ennesimo ed inquietante attacco della
malavita organizzata, come suol dirsi, a 360 gradi. Attacco che fa il
paio con quello portato, nella stessa zona artigianale, il 20 gennaio
scorso: un lumino automatico acceso e due mazzi di fiori finti in
portafiori da cimitero furono lasciati, nottetempo, davanti ad uno
dei muri di un capannone in costruzione. Il “benvenuto” della
malavita alla nuova impresa in fase di localizzazione. Ma torniamo
all'auto incendiata la notte scorsa. Ad accorgersi delle fiamme è
stato lo stesso imprenditore che abita nell'appartamento annesso al
magazzino della ditta. Così, dopo aver chiamato i vigili del fuoco
del distaccamento di Policoro, ha tentato di spegnere da solo
l'incendio. Ma senza riuscirci. Il mezzo è andato quasi
completamente distrutto. Sul posto sono prontamente arrivati anche i
carabinieri guidati dal capitano Chiara Crupi in persona. Gli
investigatori si sono nessi subito al lavoro per tentare di dare un
volto ed un nome a chi ha dato fuoco al Tuareg. Ovviamente, come
accade in casi del genere, nessuna pista è esclusa. Tranne quella
dell'improbabile autocombustione notturna. Il fuoco, a quanto è
trapelato dallo stretto riserbo che circonda le indagini, pare abbia
avuto origini dal di sotto della carrozzeria. Significa che qualcuno
ha gettato da fuori del cancello di accesso chiuso un innesco
incendiario. Ed i militari, anche nella giornata di ieri, hanno
continuato nelle loro investigazioni. In particolare, essendo via
degli Artigiani una strada chiusa, hanno esaminato le riprese delle
telecamere di videosorveglianza di alcune imprese della zona
interessata. Gli stesso carabinieri, infine, hanno escluso, al
momento, collegamenti tra il messaggio intimidatorio dei fiori e dei
lumini da cimitero all'azienda in fase di insediamento a Scanzano
Jonico e il rogo doloso all'auto di D'Amore.
I PRECEDENTI.
DECINE DI ATTACCHI MALAVITOSI CHE METTONO PAURA
SCANZANO JONICO – Gli attacchi malavitosi, quasi
tutti notturni, sono stati decine negli ultimi 10 anni. Senza
colpevoli. In questo sunto, per brevità, cominceremo dalla notte del
30 ottobre 2016 quando ignoti diedero fuoco all'auto dell'ex sindaco
Salvatore Iacobellis provocando un rogo che ne distrusse altre tre.
Poi: 30 gennaio 2017, ignoti tranciano mille piantine di kaki
nell'azienda di Luca e Roberto Frabetti; 8.2: incendio distrugge
l'auto di Marianna Magno; 24.2: incendio distrugge l'auto di Antonio
De Marco; 7.3: furto da 150mila euro nell'azienda “Zuccarella
fattorie”; 8.3: furgone in fiamme a Scanzano Due; 14.3: furto da
30mila euro alla “Suriano frutta”; 6.7: fiamme contro l'auto del
dirigente dell'Ufficio urbanistica, Marcello Iannuzzielo. 11.9: il
fuoco distrugge l'Audi di un dipendente comunale, addetto ai servizi
di economia dell'Ufficio tecnico, e danneggia una Panda. 20.1.18: Un
lumino e due mazzi di fiori da cimitero vengono ritrovati davanti ad
uno dei muri di un capannone in costruzione nella zona artigianale.
3.2: un rogo doloso distrugge l'auto di Rocco D'Amore.
Nessun commento:
Posta un commento