LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 20.2.18
POLICORO - “Salviamo l'ultima valle. Subito
Consigli comunali aperti sul permesso di ricerca petrolifera Tempa la
Petrosa riaperto dal Tar Basilicata”. L'appello dell'associazione
ambientalista Noscorie Trisaia è rivolto ai Comuni interessati che
già si erano espressi con un secco no nei confronti della Regione
nel lontano 2012. Si tratta dei municipi di Colobraro, Senise, Tursi,
Valsinni, Nova Siri, Rotondella, Montalbano Jonico, San Giorgo
Lucano, Senise e Sant'Arcangelo. Coinvolti anche alcune
amministrazioni della Calabria: Rocca Imperiale, Montegiordano,
Oriolo e Canna. Ma ecco ancora l'associazione No triv: “La valle
del Sinni è l’ultima della Basilicata ancora intatta da trivelle e
discariche. Le istituzioni, dopo aver lasciato distruggere
l'agricoltura in Val Basento, diventata area Sin con la chimica, ed
in Val d’Agri, visti i dati Istat sulla chiusura di aziende del
settore primario, perché perseguono il disegno di fossilizzare le
ultime zone libere della regione? Le rassicurazioni dell’assessore
Francesco Petrantuono, a Senise, sono poca cosa per un territorio
ricco di acque e di prodotti tipici unici che creano migliaia di
posti di lavoro. Il pronunciamento del Consiglio di Stato potrebbe
confermare quello del Tar. L’operato della Regione ha dimostrato
che c’è stata una falsa opposizione in attesa che entrasse in
vigore il decreto Sblocca Italia. La Basilicata poteva chiudere il
procedimento su Tempa la Petrosa nel 2012 e non nel 2015, data post
approvazione dello Sblocca Italia, motivo per cui il Tar ha riaperto
il procedimento. La Giunta De Filippo prima e quella Pittella poi
potevano muoversi diversamente. Occorre che i Comuni mettano in campo
altre azioni nel rispetto dei principi costituzionali e che facciano
sentire la propria voce insieme ai cittadini”.
Nessun commento:
Posta un commento