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martedì 15 gennaio 2019
RISPOSTA DEFINITIVA A GIORGIO SANTORIELLO. BREVE SUNTO DELLE BATTAGLIE DELLA MIA VITA: IO NON HO PAURA
LETTERA SCRITTA DOPO LO SCAMBIO DI COMMENTI SULLA PAGINA FACEBOOK DI SANTORIELLO DOPO LA SUA RICHIESTA PUBBLICA AL SOTTOSCRITTO SULLE DOMANDE, A SUO PARERE, “A DIR POCO DEBOLI O MARGINALI” DA ME FATTE NELLA CONFERENZA STAMPA DI PIU' POLICORO DEL 12.1.19
Caro Giorgio Santoriello,
sapessi quante battaglie ho fatto nella mia vita. Da medico, iscritto all'ordine dal 17 giugno 1980, e da giornalista, iscritto all'albo dal 2 novembre del 1985. E quante battaglie, se la salute mi assisterà, farò ancora! Chi mi conosce sa che non arretro di fronte a nulla. Non ho paura. Non ne ho avuta quando mi hanno minacciato che mi avrebbero fatto assaggiare il sapore del piombo caldo o quando due magistrati mi hanno querelato o quando ancora mi hanno inviato, il 10 ottobre scorso, una bic rossa ed un colpo di pistola inesploso. Quanti articoli ho scritto sui pericoli di infiltrazione della criminalità organizzata nel Metapontino e sui tantissimi fatti di cronaca nera succedutisi in questa zona dagli anni '90 sino ai giorni nostri. Nella mia attività giornalistica ho sempre privilegiato, tra gli antagonisti, i più deboli. Un retaggio della vita grama del mondo contadino prima e subito dopo la Riforma fondiaria. I più deboli hanno bisogno di essere aiutati, i forti no. Ho combattuto negli anni 80 contro il gas da iniettare al posto della salamoia nei depositi di salgemma di Terzo Cavone e nel 2003 contro il Deposito delle scorie nucleari da ubicare nei medesimi depositi. Tante le battaglie a difesa del nostro territorio e di quello della Basilicata. Tantissimi i miei articoli su “Toghe lucane”, tanti quelli contro la cattiva politica e il malaffare. Migliaia quelli con i sindacati in lotta per la difesa dei posti di lavoro o degli agricoltori in piazza per reclamare i loro sacrosanti diritti. Senza padrini e padroni. Lontano dalla politica che ho lasciato nel 1990 per dedicarmi “anima e corpo” al giornalismo. Certo anch'io ho commesso, e commetterò, sbagli. Ma chi non li fa quando opera? Nel rispetto delle posizioni altrui, senza la presunzione di avere la verità assoluta in tasca, cercando di guardare le due facce della medaglia e non soltanto una. Non piaccio a tante persone, lo so. Ma che ci posso fare. Sono fatto così. Stattene certo che continuerò a portare avanti le mie battaglie nei modi e nei termini che riterrò giusti, idonei, corretti, sia personalmente sia in rapporto con i redattori della Gazzetta del mezzogiorno, oggi in lotta per difendere il loro lavoro, e con i lettori, con i quali ho uno scambio proficuo di opinioni anche grazie al mio blog ed alla mia pagina Facebook. A questo punto, caro Santoriello, non mi resta che salutarti con il mio tradizionale augurio: Ad maiora semper!!!
POLICORO 15.1.19 FILIPPO MELE
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