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| SERVIZIO FOTOGRAFICO DI ANTONIO GENOVESE (LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO) |
FERRANDINA – Ci sarebbe un indagato per la morte di Antonio Pirretti, 50 anni, avvenuta mentre era al lavoro nel depuratore cittadino. Le ipotesi di reato sarebbero quelle di omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza. Pirretti aveva iniziato a lavorare, venerdì scorso, alle 7.30, quando si è accasciato su una griglia dell’impianto. Un malore precedente alla caduta o altro? A fare luce sarà l'autopsia, prevista per domani pomeriggio nell'ospedale Madonna delle grazie di Matera. Ed il Comune di Ferrandina, proprietario del depuratore, ha fatto sapere che sulla questione dei cattivi odori è intervenuto negli ultimi due anni per mitigarli e che grazie a Fondi di coesione sociale entro l'anno partiranno i lavori di ammodernamento.
Sull’ennesima vittima sui luoghi di lavoro della Basilicata, intanto, c’è anche un intervento di Fp Cgil e Filcom Fismic. In esso si legge: "In attesa che si faccia chiarezza sulle cause della morte di Antonio Pirretti, l'operaio dipendente della ditta Soteco S.p.a., appaltatrice per la gestione e manutenzione degli impianti di depurazione per conto dell’Acquedotto Lucano, Giuseppe Nasca della Fp Cgil Potenza e Donato Rosa dalla Filcom Fismic, fanno sapere che già da tempo avevano segnalato le precarie condizioni di sicurezza e igienico sanitarie sui diversi impianti di depurazione di Acquedotto Lucano, che erano e continuano ad essere non conformi alla normativa vigente - affermano - sottoponendo già due anni fa agli organi competenti di verificare le condizioni di lavoro sugli impianti. A margine delle verifiche sono emerse gravi inadempienze, per cui - affermano Nasca e Rosa - chiediamo come sia possibile che nonostante le segnalazioni non si sia provveduto a mettere in sicurezza gli impianti. Le cause del decesso non sono ancora chiare, ma dalle prime indiscrezioni l’uomo sembra sia stato trovato senza vita avvolto sulla coclea trasportatrice dei liquami. Se dovesse essere confermata la suddetta causa, è inaccettabile ritrovarsi di fronte all’ennesimo infortunio mortale per la mancanza delle condizioni minime di sicurezza, in un paese che conta circa tre morti al giorno sul lavoro”. I due dirigenti sindacali, così, concludono: “È una piaga sociale che va combattuta su tutti i fronti. Chiediamo che sia convocato urgentemente l’Osservatorio sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro al fine di migliorare la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, con la partecipazione di tutti gli enti preposti quali associazioni imprenditoriali, sindacati, Ispettorato del lavoro, Inail, Inps, enti bilaterali dei comparti edilizia, artigianato, agricoltura, rappresentanti di forze dell’ordine".

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