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LUCA ORIOLI E MARIROSA ANDREOTTA |
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LUCA ORIOLI |
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OLIMPIA FUINA E L'AVV. ANTONINO FIUMEFREDDO |
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MAMMA OLIPIA CON IL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA E SUOR ADALBERTA |
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OLIMPIA CON L'ARCIVESCONO DON PINO CAIAZZO E L'AVV. FRANCO AULETTA (FOTO FRANCA COPPOLA) |
La mamma del giovane
universitario ritrovato cadavere la sera del 23 marzo 1988 in una villetta di
Policoro, ha chiesto la riapertura del caso giudiziario. Olimpia Fuina,
mamma dello studente deceduto in circostanze ancora tutte da chiarire, tramite
il noto penalista catanese, avvocato Antonino Fiumefreddo, ha chiesto alla
Procura di Matera nuove indagini sul decesso dei due giovani.
L’inchiesta, più volte
archiviata e riaperta, non è mai giunta ad un reale punto fermo. Dunque come
sono morti i due giovani? Omicidio, folgorazione o inalazione di monossido di
carbonio? Le cause del duplice fatto di sangue sono state attribuite ad un
incidente riconducibile ad una improbabile fuga di gas smentita poi da diverse
autorevoli perizie. Le prime indagini sono state chiuse assai frettolosamente
dunque che cosa è accaduto davvero in quella villetta isolata di via Puglia? Si
è parlato di false perizie, di contaminazioni della scena del crimine, di
fotomontaggi in atti giudiziari e depistaggi da parte di periti e testi e non
solo. Luca e Marirosa dovevano morire perché erano a conoscenza di segreti
inconfessabili che avrebbero potuto destabilizzare i poteri forti della zona?
“Non mi sono mai arresa –
afferma Olimpia Fuina – e in questi lunghi anni ho continuato a chiedere che si
facesse un’indagine approfondita e libera. Luca è stato ucciso e non è non si è
trattato di morte accidentale. Ci sono stati magistrati coraggiosi che lo hanno
messo nero su bianco, come Luigi De Magistris, ed ancora investigatori e periti
seri. Oggi è ancora possibile accertare la verità. Confido che non resistano
più quelle impunità che in passato possono avere contribuito a rendere
difficili le indagini. Lo dobbiamo a quei due ragazzi giovanissimi, che avevano
la vita davanti, a mio marito, che fino all’ultimo respiro ha lottato per
nostro figlio. Abbiamo indicato prove inedite e chiesto di escutere testimoni
mai sentiti. Mi affido al coraggio di chi ha in mano ora le indagini, e
alla incrollabile fede, non solo spirituale, ma anche negli uomini e le donne
che portano la toga e che scongiuro di aiutarmi a rintracciare i colpevoli di
quell’orrendo duplice delitto”. La mamma di Luca Orioli combatte da anni
una battaglia faticosa e snervante alla ricerca della verità. Una verità ancora
oggi scomoda per diversi personaggi assai noti e potenti“.
Un vero e proprio “cartello”
che, negli anni, ha fatto di tutto affinché le famiglie delle due giovani
vittime venissero private di quella giustizia a cui hanno diritto:
” Una vicenda incredibile
– ha aggiunto l’avvocato Fiumefreddo – in cui depistaggi e falsità
l’hanno fatta da padroni. Basti pensare al grande lavoro investigativo fatto da
due ufficiali dei carabinieri e da un noto magistrato, poi tutti trasferiti,
per rendersi conto di quella che era ed è la terribile verità che si nasconde
dietro l’eccidio dei due ragazzi. Riteniamo di aver dato gli spunti necessari
affinché l’inchiesta possa essere riaperta e stavolta, attesi diversi fatti
inediti e alcuni aspetti importanti mai approfonditi e che invece diventano
basilari per scoprire quella tragica realtà negata per anni e anni…”.
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