“MIA
FIGLIA È SCAMPATA ALL'ISIS A BRUXELLES MA HA TROVATO L'INFERNO NEL
TRENO. VOGLIAMO GIUSTIZIA E VERITA'”
NOVA
SIRI- “Voglio giustizia. I colpevoli debbono pagare. Ci sono morti
innocenti. Io e Antonella vogliamo la verità. Ora mia figlia odia il
nostro Paese. Ha detto di essere sfugggita alle pallottole dell'Isis
a Bruxelles e di aver trovato il dramma in Italia”. Lo ha detto
Vincenzo Pastore, distrutto dal dolore. L'ex marito di Giulia Favale,
la vittima lucana dello scontro fra i due treni in Puglia di martedì
scorso, e padre di Antonella, 28 anni, in ospedale, ad Andria, ha
fatto ritorno per qualche ora giovedì sera. Gli abbiamo posto alcune
domande. D. Antonella ha raccontato dello scontro? R. “Sì. Mi ha
detto che i soccorsi sono stato un po' lenti e che la madre respirava
dopo l'impatto. Ai soccorritori ha chiesto di prendere prima la madre
che aveva emesso solo rantoli. Le hanno stese sotto il sole. Per
mezz'ora non hanno avuto assistenza. Ha sentito che parlando di
Giulia qualcuno ha detto che la stavano perdendo. Ha chiesto che le
facessero qualcosa. Da allora non l'ha vista più”. D. Come sta
Antonella? “Sta meglio. Speriamo che non debba essere operata alla
milza. Ha un taglio alla testa, uno alla mano, lividi e fratture al
bacino”. D. Quando ha saputo della morte della madre? R. “Quando
mi hanno chiamato per il riconoscimento. Ha pinato. Non ha voluto
parlare nè con giornalisti, né col presidente della Puglia, Michele
Emiliano”. E' andata a trovarla il presidente Marcello Pittella?
“No”. D. E' stato tragico il riconoscimento? R. “Mi avevano
detto di descrivere il vestito e le scarpe che Giulia indossava. Ho
chiesto a mia figlia. Ma Giulia era riconoscibile. La testa fuori da
un lenzuolo. Non mi hanno fatto vedere il corpo”. D. Avevate
divorziato? “Sì, ma eravamo rimasti amici e fratelli. Sedici anni
insieme non si dimenticano”. D. Antonella vive a Bruxelles? R. “Si.
É laureata in lingue ed ha lavorato per la Nato. Vuole tornare in
Belgio. Aveva invitato la madre per il compleanno. Io in quei giorni
ho perso mia mamma. Antonella voleva cambiare la data del ritorno per
vedere la nonna. Ma le ho detto di non farlo. Si sente anche in colpa
per aver invitato la madre. Sul treno le aveva chiesto quanto
mancasse per Andria. Dieci minuti. Dopo, il finimondo”. D. Ed ecco
l'appello alla giustizia. R. “Si, vogliamo giustizia. Antonella
vuole la verità. I terroristi dell'Isis hanno sparato vicino a casa
sua. Ha visto la guerra ma se l'era cavata. Prima di arrivare in
Italia. Avrà sempre davanti quelle immagini. Non so se
dimenticherà”. D. Infine, la solidarietà. R. “Tantissima. Le
colleghe di Giulia le hanno fatto il vestito dell'ultimo viaggio.
Nova Siri e Rotondella che ci sono vicine. Oggi, l'ultimo saluto”.
Alle 11, intanto, ad Andria, funerali di Stato per le vittime. La
Basilicata è stata rappresentata dall'assessore Nicola Benedetto.
Poi, la salma di Giulia Favale è arrivata a Nova Siri dove alle
16.30 per la cerimonia funebre nella chiesa della Marina prima della
tumulazione a Rotondella. Il Comune di Nova Siri ha decretato il
lutto cittadino.
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