MA COSA FARE AI FINI DELLA TUTELA DEGLI INTERESSI DELLA POPOLAZIONE, DELLE LORO ATTIVITÀ, DELL'AGRICOLTURA DI PREGIO DELLA COSTA IONICA, DEI BACINI IDRICI E DELL’IMMAGINE DEL TERRITORIO? LA RISPOSTA DI NOSCORIE E DI MED NO TRIV E' NELLA SEGUENTE NOTIZIA INTEGRALE
FOTO DI FREPERTORIO FILIPPO MELE |
FOTO DI REPERTORIO MED NO TRIV |
L'INCENDIO DEL 1991 AL POZZO POLICORO 1 |
FONTE NO SCORIE – MED NO TRIV
NO SCORIE/MED NO TRIV SU NUOVO INQUINAMENTO FALDA E ORDINANZA A POLICORO
Il comune di Policoro aveva già emesso analoga ordinanza il 30/09/2020 (n.5976) per il "pozzo Policoro 1" proibendo l ‘emungimento di acqua dai pozzi per il potabile, agricoltura e allevamento per la stessa area interessata dalla recente ordinanza del 28/4/23 (N10104) che interessa il pozzo Masseria Petrulla 1 poco distante dal pozzo Policoro 1 (che esplose nel 1991). Nella stessa zona si è perforato anche il pozzo Policoro 1 bis dove si è continuato ad estrarre gas negli ultimi dieci anni.
Avevamo, ormai dal lontano 2010, chiesto alle amministrazioni comunali locali e regionali di verificare le falde vicino i pozzi di gas e avevamo chiesto di bloccare le trivellazioni sul nostro territorio proprio per la tutela delle falde acquifere e dei corsi d'acqua (il Metapontino galleggia su un unico grande bacino idrico di profondità e di superficie), per le economie locali collegate e la salute dei residenti. Molti ricorderanno la vicenda della trivellazione di pozzo Morano, in quella fase grazie agli agricoltori di Bosco Soprano furono evitati altri 2 pozzi nel territorio della concessione Policoro (che abbraccia Policoro, Scanzano, Rotondella e Nova Siri).
I cittadini si sono mossi, le amministrazioni sono state invece silenti in questi anni, mentre la Regione Basilicata proseguiva con il piano di trivellazioni in terra e mare. Una Regione - lo ribadiamo - a cui è stato chiesto ai suoi amministratori di dotarsi di un piano di tutela delle acque e dei bacini idrici da oltre 10 anni e che ancora non lo ha fatto. Stesso discorso per il monitoraggio della subsidenza (abbassamento del suolo) che provoca dissesto idrogeologico/frane/smottamenti/allagamenti e un piano di emergenza esterna per chi vive e lavora intorno ai pozzi e agli oleodotti. Abbiamo forse dimenticato la concessione petrolifera Tempa la Petrosa della Total nel basso Sinni e le istanze in mare di Shell e tante compagnie minori dove ci siamo battuti insieme alla Ola in tutti questi anni per poter continuare a vivere di acqua, mare, terra e anche di fragole?
Ora che facciamo rincorriamo le bonifiche? Ancora si è convinti che in questi territori o nell' intera Basilicata ricca di bacini idrici si possa estrarre gas e petrolio?
Per le estrazioni di gas nella concessione Policoro per una questione di franchigie i comuni non hanno ricevuto un centesimo di royalties, ora che la propaganda del fossile si è inventato uno sconto in bolletta (non concesso neanche a tutti) che è già praticato da altre regioni che non trivellano i propri territori che facciamo continuiamo a trivellare i bacini idrici della Basilicata?
A i fini della tutela degli interessi della popolazione, delle loro attività, dell'agricoltura di pregio della costa Ionica, dei bacini idrici e dell’immagine del territorio chiediamo al sindaco di Policoro di istituire insieme a tutti gli altri sindaci del territorio e della stessa Basilicata un comitato dei cittadini e amministratori per la tutela e difesa del "bene acqua" un interesse vitale e prioritario del territorio e delle comunità.
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