“IL
CASO. L’AMMINISTRAZIONE NON SI ERA COSTITUITA COME PARTE DEL DIBATTIMENTO”. DI SEGUITO LA NOTIZIA E LA SENTENZA INTEGRALE DEL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLA BASILICATA
FONTE QUOTIDIANODELSUD.IT
SCANZANO, NO DEL TAR AI CARIELLO: GLI IMMOBILI ABUSIVI RESTANO AL COMUNE
LEO AMATO
RESPINTO DAL TAR IL RICORSO DEI GENITORI DEL SINDACO DI SCANZANO PASQUALE CARIELLO CONTRO L’ACQUISIZIONE DI IMMOBILI ABUSIVI DA PARTE DEL COMUNE
POTENZA – Gli immobili abusivi realizzati dai genitori del sindaco di Scanzano, Pasquale Cariello, resteranno nel patrimonio del Comune. Nonostante l’amministrazione non si sia costituita a difesa della loro acquisizione.
Lo ha stabilito nei giorni
scorsi il Tar Basilicata respingendo il ricorso presentato da Andrea Cariello e
Maria Giovanna Merlo contro la determinazione di marzo del 2023 con cui il
Comune, all’epoca ancora commissariato, aveva dichiarato «l’acquisizione al
patrimonio comunale di immobili abusivi non demoliti nei termini prescritti».
Ricorso presentato dai due coniugi, che gestiscono un allevamento di bufale, il
17 maggio, poche ore dopo la proclamazione del figlio Pasquale come primo
cittadino.
PER IL TAR, L’ACQUISIZIONE AL
PATRIMONIO DEL COMUNE DI SCANZANO DEGLI IMMOBILI ABUSIVI DEI CARIELLO È “ATTO
DOVUTO”
Nella sentenza, appena
pubblicata, il Tar spiega che «l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale
dei manufatti abusivi e della relativa area di sedime (nonché quella
necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di
opere analoghe a quelle abusive) costituisce un atto dovuto, privo di
discrezionalità, di natura dichiarativa e a contenuto sanzionatorio,
subordinato unicamente all’accertamento da parte dell’amministrazione della
mancata demolizione e ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta
giorni dall’ingiunzione».
Contestata nel ricorso, tra l’altro, l’abusività degli immobili in questione, due stalle di 700 metri quadri complessivi, in quanto «pertinenziali» ad altri immobili, in regola. «L’individuazione dei beni acquisiti al patrimonio comunale – sostengono invece i giudici del Tar – è avvenuta, come desumibile dalla relazione tecnica prodotta in atti, in conformità al pertinente paradigma legale, mediante la ricomprensione delle opere abusive, delle relative aree di sedime e di quelle reputate necessarie (secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche) alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive».
Dal momento che il sindaco del Comune di Scanzano Jonico, «benché ritualmente intimato», non ha disposto la costituzione in giudizio dell’amministrazione per resistere al ricorso dei genitori, il Tar non si è pronunciato sulle spese di lite.
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