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giovedì 21 dicembre 2023

SCANZANO JONICO. CARIELLO SPIEGHERÀ TUTTO. LA CRISI AL COMUNE ALLA FASE DECISIVA

MA COSA DIRA’ IL SINDACO PRE-DIMISSIONARIO AI CITTADINI “GUARDANDO NEI LORO OCCHI"? 

“Sono nato e vivo a Scanzano, questa è la mia terra. Vi aspetto tutti in piazza Aldo Moro, Giovedì alle ore 19.30. Ho voglia di guardarvi negli occhi, come ho sempre fatto, e spiegarvi tutto. A presto Scanzano!”

Con queste poche parole il sindaco pre-dimissionario, Pasquale Cariello ha accompagnato il manifesto con cui ha annunciato il suo comizio di stasera. Già. Ma cosa spiegherà il candidato primo cittadino vincente alle elezioni del 14 e 15 maggio scorsi? Probabilmente spiegherà quello che appare a tutti l’origine della crisi: quel dissidio sulla eleggibilità o meno del “suo” consigliere Donato D’Amico esploso fragorosamente dopo il passaggio indenne del primo Consiglio comunale. Caso che ha portato alla costituzione di un nuovo gruppo, Impegno in Comune, staccatosi dalla maggioranza di Scanzano Rinasce.

Eppure noi, da queste pagine, avevamo chiesto ai candidati di presentare agli elettori insieme alle loro facce sorridenti anche il certificato del casellario giudiziario, quello dei carichi pendenti e la denuncia dei redditi. Ottemperarono solo la candidata sindaca di Siamo Scanzano, Felicetta Salerno, e Fabio Massimo Sgarrino, del Patto civico per Scanzano. Cariello no. Perche?

Era un modo per attirare l’attenzione su eventuali cause di ineleggibilità o incandidabilità tra chi chiedeva il voto ai cittadini. Un caso che qui ricordano bene esplose su scala nazionale con la vittoria, non convalidata, di Mario Altieri, fondatore di Scanzano rinasce, alle elezioni del 7 novembre 2021. Elezioni che cadevano dopo 3 anni e mezzo di commissariamento dopo lo scioglimento del Consiglio comunale del 22 dicembre 2019 per infiltrazioni mafiose.

Un modo per richiamare tutti all’attenzione ai propri “carichi” pendenti con la magistratura e alla situazione di eleggibilità o meno. Ma scoppiò il caso D’amico.

Siamo proprio sicuri, tuttavia, che sia stata proprio quella la vera origine della crisi? O c’è altro? A chi allude Cariello quando ha detto di non aver accettato “ricatti”? Chi lo ha ricattato? E su cosa? Quali i motivi degli attacchi nei suoi confronti?

Ecco, forse anche questo spiegherà Cariello ai cittadini ansiosi di conoscere il loro futuro. Il destino della legislatura, infatti, riguarda tutti gli scanzanesi, grandi e piccoli. Qui c’è bisogno di un sindaco, di una Giunta, di un Consiglio comunale, di una guida, di qualcuno che sappia prendersi le responsabilità dei problemi, tutt’ora irrisolti, della comunità. Eccone solo alcuni: piano d’ambito, sviluppo del turismo, arredo urbano, consolidamento del Liceo sportivo, situazioni di vita nelle campagne e nelle frazioni, sviluppo della zona artigianale, erosione costiera, completamento delle misure contro gli abusivismi edilizi, infrastrutture del territorio, ristrutturazione impianti sportivi.

Un sindaco. Ci vuole un sindaco. Ma cosa dirà a proposito Cariello? Stasera staccherà la spina di una legislatura nata male in piazza? O farà un appello a eventuali “responsabili” a sostenerlo? O non si fida più di nessuno dimettendosi con la sua residua truppa di Scanzano Rinasce? Chissà!

Di fatto una amministrazione non può vivere senza maggioranza. Sarebbe come avere una corda al collo che chiunque può tirare ad ogni momento.

Cariello, probabilmente, se la toglierà stasera.

Magari attaccando i suoi oppositori vecchi e nuovi.

Attaccherà, forse, Siamo Scanzano e Patto civico che non lo hanno aiutato nella crisi stringendo un accordo con lui? Ma quei due gruppi sono opposizione e fanno, volenti o nolenti, il loro… compito. Attaccherà, allora, i consiglieri comunali di Impegno in Comune che l’avrebbero tradito? Chissà!

Una strategia, difendersi attaccando, buona per il futuro. Difficile pensare che Cariello, dopo la felice esperienza alla Regione Basilicata e quella infausta al Comune, si ritiri a vita privata. Chissà!

Intanto i cittadini vedono lo spettro di un nuovo commissariamento. Con una situazione politica locale sempre più avvelenata. Proprio quello di cui non avevano bisogno dopo 4 anni e mezzo di commissari prefettizi.

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