CON LE ESTRAZIONI DI GREGGIO IMPATTO AMBIENTALE E SCARSA OCCUPAZIONE
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.1.15
SCANZANO
JONICO - “Pollice verso” per le estrazioni petrolifere sia per la
mancata crescita demografica ed economica sia per l'incremento dei
problemi di tipo ambientali da parte di ricercatori e docenti
universitari, associazioni ambientaliste, esponenti della chiesa
cattolica. Tanto, almeno, è venuto fuori da un convegno su “Quale
economia e quali rischi dal petrolio per il territorio lucano? Bene
comune e salvaguardia del creato” organizzato dall'associazione
ScanZiamo le scorie e dalla parrocchia Maria Santissima Annunziata.
Preceduto dalla proiezione del video “Mal d'Agri”, di Mimmo
Nardozza, Marcella Di Paolo e Salvatore Laurenzana, e dai saluti del
parroco, don Antonio Polidoro, e del sindaco del centro jonico,
Salvatore Iacobellis (Pd), è stato Pasquale Stigliani, portavoce di
ScanZiamo le scorie, il primo dei relatori. Stigliani ha riferito di
non aver trovato sui siti web della Regione informazioni
sull'ammontare delle royalties ricevute. “Qualche dato – ha detto
Stigliano – l'ho trovato sul sito del Ministero dello sviluppo
economico. Eppure la Regione dal 2008 al 2014 ha ricevuto centinaia
di milioni di euro. Perchè non pubblicare i dati relativi?” A
seguire, il geologo Giampiero D’Ecclesiis ed il ricercatore
dell'Università Federico II di Napoli, Ivano Scotti, si sono
soffermati sulle questioni ambientali ed economiche delle estrazioni.
D'Ecclesiis ha spiegato di aver proceduto alle analisi di acqua e
fanghi della sorgente di Bosco Autieri e di avere trovato
concentrazioni elevate di bario e di manganese. Scotti ha citato uno
studio condotto a Marsicovetere, area estrattiva, sugli indici
demografici e di vecchiaia. Ebbene, il confronto degli stessi indici
col resto della regione non è risultato diverso. Ha concluso il
dibattito, moderato dal giornalista Filippo Mele, il docente
dell'università della Basilicata Ettore Bove: “Per 30 – 40 anni
l'energia dovrà fare i conti ancora con i materiali fossili. E se è
vero che il costo del barile è sotto ai 50 euro appena i conflitti
in Siria ed Ucraina cesseranno ci sarà la corsa a perforare
dappertutto. Cosa volete che importerà alle compagnie petrolifere
della Basilicata abitata si e no da 600mila persone? Non hanno
perforato in Campania e Puglia. Lo hanno fatto in Basilicata e
Molise. Temo che nei prossimi anni da noi si sperimenteranno sistemi
di perforazione in zone vulnerabili da un punto di vista sismico”.
IL SACERDOTE
DELLA CHIESA DELL'ANNUNZIATA
LA “CROCIATA” DI DON ANTONIO,
PARROCO ANTITRIVELLE
SCANZANO
JONICO – Una parrocchia militante, quella dell'Annunziata, nella
cui sala riunioni si è svolto un convegno sulle estrazioni
petrolifere. Parrocchia guidata da don Antonio Polidoro. Il parroco
si è schierato coi vescovi dell'Abruzzo e del Molise che hanno preso
posizione contro le trivelle: “Le conferenze episcopali di quelle
due regioni si sono occupate di territori minacciati da progetti con
gravi rischi ambientali e socio – economici citando proprio quelli
di sfruttamento energetico di tipo petrolifero. E ciò, dopo aver
ascoltato le popolazioni. Si tratta di scelte rischiose per salute ed
ambiente che non affrontano le piaghe della recessione e della
disoccupazione. Per la gente si tratta di una sopraffazione
dell'economia turistica ed agricola. Siate, perciò – ha concluso
don Antonio ricolto ai presenti – protagonisti e non spettatori
nella salvaguardia del creato”.
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