LA RABBIA E LA DELUSIONE DEI
PROPRIETARI. SIGILLI ALLA STRUTTURA IN ATTESA DEGLI ACCERTAMENTI
LO SFOGO DI ANGELA PORCELLI, MADRE
DELL'INTESTATARIA DEL DISCO PUB DI SCANZANO JONICO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.4.15
“Eva Kant non riaprirà. Sono 23 anni
che vivo a Scanzano Jonico e sono 23 anni di cose negative”. Lo ha
detto alla Gazzetta Angela Porcelli, madre di Sonia, intestataria del
disco pub distrutto da un incendio doloso nella notte di Pasqua, sul
lungomare del Lido Torre, e moglie di Gerardo Schettino, l'ex
carabiniere finito nella recente operazione “Gentleman” condotta
dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro su un traffico
internazionale di droga. “Sono mortificata dall'accaduto – ha
spiegato la donna. Mi auguro che gli investigatori riescano a far
venire fuori tutto quel che deve venir fuori. Spero che i carabinieri
facciano il loro dovere e riescano a scoprire chi ha fatto questo
gesto. Hanno aspettato sino a poco tempo prima della riapertura per
farci questo danno. Il giorno di Pasqua. Ci hanno fatto un bel
regalo”. Già i danni. E' stato possibile fare una loro
quantificazione? “No. Io non ho visto all'interno del locale.
Potrebbe fare una stima chi è entrato dentro. Adesso è tutto
sigillato dalle forze dell'ordine”. Sulla natura dolosa delle
fiamme, poi, non sembrano esserci dubbi. Nel locale non c'era
corrente elettrica: “Sì. Anzi, era stata completamente staccata
poiché si trattava di un allaccio temporaneo, estivo. La struttura,
inoltre, non era assicurata. E non abbiamo nessun sospetto nei
confronti di nessuno”. Inevitabile, a questo punto, la domanda su
un possibile collegamento dell'incendio con le vicende giudiziarie
che riguardano il marito: “Io sono ignara della situazione. Non so
che dire. Io dico di no ma non so cosa pensare. Sono rimasta
agghiacciata quando mi è arrivata la telefonata dell'incendio
domenica sera”. Riaprirà il disco pub di successo del lungomare di
Scanzano Jonico? “No. Assolutamente”. Cosi, però, sarà data
partita vinta agli incendiari? Porcelli: “Non importa. Quando
aprimmo (nel giugno 2013, ndr), avevo tanto entusiasmo per la nostra
iniziativa e per Scanzano Jonico. Ma, sinceramente, non ne vale la
pena. Voglio lasciar stare. Sono 23 anni che sono qui e sono 23 anni
di cose negative. Voglio vivere in pace”.
“MA IL PASSATO E IL PRESENTE DI SCHETTINO NON C'ENTRANO”
I carabinieri stanno indagando su varie piste per individuare gli autori dell'incendio che ha distrutto nella notte di Pasqua il disco pub “Eva Kant” intestato a Sonia Schettino, sul lungomare di Scanzano Jonico. Tra i filoni di indagine, esclusi racket e concorrenza, anche uno sui trascorsi, rapporti, e problemi giudiziari attuali di Gerardo Schettino, il padre di Sonia, ex carabiniere in pensione finito nell'operazione della Direzione distrettuale di Catanzaro denominata “Gentleman”. Uno dei suoi due avvocati in questa vicenda, però, Livia Lauria, che difende Schettino insieme al collega Amedeo Cataldo, pur avendo fiducia nell'azione di inquirenti ed investigatori, è convinto che passato e presente del suo assistito non c'entrino nulla col rogo doloso di due sere fa. Ovviamente, si spera, che si faccia luce su questo ennesimo attacco incendiario notturno che ha colpito il centro jonico. Troppi i roghi dolosi rimasti impuniti. E gli uomini dell'Arma per tentare di dare un nome ed un volto a chi ha distrutto il disco pub di lido Torre stanno analizzando alcuni aspetti dell'attività di Schettino. Ricordiamo che l'ex carabiniere è detenuto a Santa Maria Capua Vetere dal 20 giugno scorso per scontare un residuo di pena di un anno e sei mesi per una sentenza su furto di auto e pezzi di ricambio resa definitiva dalla Cassazione. Ed è stato nel carcere campano che egli ha ricevuto il 10 marzo scorso l'ordinanza di custodia cautelare per la “Gentleman”. L'accusa nei suoi confronti è di “associazione a delinquere al fine di importare, trasportare, detenere e cedere eroina”. Accusa che non ha convinto l'avv. Lauria: “Attendiamo le motivazioni del rigetto da parte del Riesame del nostro ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare del gip di Catanzaro. Poi ricorreremo in Cassazione”.
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