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venerdì 20 luglio 2018

POLICORO. LA FINE DOPO 20 ANNI DELLA “SAGA” DEI BASILISCHI. LA CORTE DI APPELLO DI SALERNO HA CANCELLATO LA «QUINTA MAFIA» LUCANA. SODISFAZIONE DEGLI AVVOCATI DIFENSORI GULFO E MAZZOCCOLI



LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29.7.18


POLICORO - «Il mio assistito, Silvano Mingolla, era ritenuto dall'accusa il cofondatore della “cellula policorese” dedita alla consumazione di reati di varia natura del cosiddetto clan dei basilischi. Invece è stato assolto il 10 luglio scorso dalla Corte di appello-Sezione penale di Salerno. Dopo circa 20 anni dal blitz che portò in carcere lui ed altri presunti affiliati il 2 aprile del 1999. Mingolla è stato detenuto per 2 anni ingiustamente considerata la formula ampiamente assolutoria. Adiremo la magistratura per l'ottenimento del dovuto indennizzo». Lo ha sostenuto l'avvocato Nicola Gulfo, il difensore dell'uomo già ritenuto colpevole del delitto di cui all’articolo 416-bis del codice penale poiché considerato organizzatore e partecipe della associazione per delinquere di stampo mafioso denominata Basilischi. La sentenza di Salerno, per molti aspetti dirompente, dato che sulla cosiddetta “Quinta mafia” di Basilicata sono corsi fiumi di inchiostro e scritti libri di successo, ha avuto altre ripercussioni nel Materano. Ha espresso soddisfazione per l'assoluzione del suo assistito, Cosimo Sasso, l'avvocato Pietro Damiano Mazzoccoli: «Dopo tanti anni l'analisi dei fatti processuali, elementi probatori rilevanti anche di tipo documentale, altri e numerosi elementi obiettivi e concreti, hanno dimostrato l'assoluta estraneità al circuito associativo, tra gli altri imputati, anche di Sasso, del policorese Antonio Mitidieri, difeso dal legale Maria Delfino, e del potentino Saverio Rivezzi, difeso dall'avvocato Mauro Rocco, di Policoro. Sono stati anni di sofferenza degli stessi e dei loro familiari e di impegno professionale per il sottoscritto ed altri del nutrito collegio difensivo». Insomma, le assoluzioni di Salerno non sono passate sotto silenzio a Matera e provincia. Ricordiamo, infatti, che alcuni degli assolti il 10 luglio scorso erano stati condannati sia in primo sia in secondo grado a pene fra i 4 e gli 8 anni di reclusione subendo anche lunghi periodi di carcerazione preventiva. Da qui le prese di posizione dei difensori a favore dei loro assistiti. «Mingolla – ha concluso l'avvocato Gulfo – era stato condannato dalla Corte di appello di Potenza a 7 anni a conferma della condanna di primo grado comminata dal Tribunale di Melfi. Ma la quinta sezione penale della Corte Suprema di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza di secondo grado. Il 10 luglio, a Salerno, la fine della lunga vicenda giudiziaria».


LA SENTENZA DI SALERNO HA SMONTATO QUELLA DEL DICEMBRE 2007. QUINTA MAFIA LUCANA ADDIO


POLICORO – I giudici della Corte di appello di Salerno hanno assolto Santo Bevilacqua, Michele Danese, Antonio Cossidente, Antonio De Paola, Gennaro Durante, Angelo Greco, Giuseppe Lopatriello, Franco Mancino, Riccardo Martucci, Silvano Mingolla, Antonio Mitidieri, Francesco Pontiero, Saverio Riviezzi, Nicola Sarli, Cosimo Sasso, Salvatore Scarcia e Carlo Troia dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso “perché il fatto non sussiste” ed hanno dichiarato la prescrizione per singole accuse per Danese, De Paola, Mancino, Scarcia e Troia pronunciando invece assoluzione “per non aver commesso il fatto”, nei confronti di Riviezzi e Todaro per una singola condotta contestata. Alla fine le condanne sono state 5 e marginali.

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