VINCENZO DE MARE IN UNO DEI TANTI ARTICOLI DELLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 27.7.18
SCANZANO
JONICO – Solo la voce dell'associazione antimafia Libera, con il
vicepresidente nazionale Marcello Cozzi, per il 25esimo anniversario
dell'omicidio dell'autotrasportatore della Latte rugiada spa Vincenzo
De Mare. Un delitto irrisolto. Così, nel centro jonico, dove
l'efferato delitto venne commesso, nel pomeriggio del 26 luglio 1993,
c'è stato il silenzio assoluto sul caso. Eppure, negli anni scorsi
sembrava che la morte di De Mare e la ricerca della verità fossero
diventati un fatto pubblico con l'organizzazione di una iniziativa in
piazza per ricordare, non dimenticare, invitare quanto fossero a
conoscenza di particolari sul delitto, anche a distanza di decenni, a
parlare. Nelle ultime ricorrenze, al contrario, solo il comunicato di
Libera e gli articoli della Gazzetta. Che mai sono mancati. E mai
mancheranno per rimarcare tutti gli aspetti oscuri, i silenzi,
l'omertà che ha contraddistinto, sin da quella tragica data di 25
anni fa, tutta la vicenda. Ma ecco don Cozzi nella sua “Lettera a
Vincenzo, venticinque anno dopo. Quel trasporto non lo volevi fare,
avevi paura. “Non è che qualcuno poi da qualche ponte mi spara?”,
dicesti preoccupato al tuo interlocutore. “Tu che sei
nell’ambiente, mica mi possono fare qualche scherzo?”, chiedesti
a quell’amico che poi dinanzi ai magistrati ti volterà le spalle.
Tu avevi visto cose da far accapponare la pelle: “Se dico una sola
parola su quello che fanno allo stabilimento li faccio saltare a
tutti quanti”, confidasti a tuo fratello. Ed invece sono stati
loro a far saltare te. Come fanno con chiunque gli si mette
di traverso, come fanno quando devono difendere i loro affari
sporchi. Ma tutto sommato non ci sono riusciti completamente. È
vero, 25 anni dopo nessuno ha pagato per il tuo omicidio, ma è anche
vero che in fondo dalle carte dell’inchiesta una mezza verità
spunta.
E in questa Basilicata noi continuiamo a pensare che prima o poi si scriveranno almeno le verità storiche. Ed ora anche nel Metapontino, dopo anni di attentati, iniziamo a toccare con mano una presenza dello Stato diversa rispetto agli anni delle sottovalutazioni. Chissà che prima o poi qualcuno con l’uniforme addosso non ritorni fra quelle carte e finalmente possa renderti giustizia. Per te, per i tuoi figli e per tua moglie Nicolina, che finché ha camminato sulla faccia della terra non si è mai messa “l’anima in pace” come in tanti la invitavano a fare e come in tanti ancora oggi ci invitano a fare”.
E in questa Basilicata noi continuiamo a pensare che prima o poi si scriveranno almeno le verità storiche. Ed ora anche nel Metapontino, dopo anni di attentati, iniziamo a toccare con mano una presenza dello Stato diversa rispetto agli anni delle sottovalutazioni. Chissà che prima o poi qualcuno con l’uniforme addosso non ritorni fra quelle carte e finalmente possa renderti giustizia. Per te, per i tuoi figli e per tua moglie Nicolina, che finché ha camminato sulla faccia della terra non si è mai messa “l’anima in pace” come in tanti la invitavano a fare e come in tanti ancora oggi ci invitano a fare”.
UN DELITTO DI MAFIA. DE
MARE DISSE NO AL TRAFFICO DI RIFIUTI SPORCHI NORD-SUD
SCANZANO
JONICO – Vincenzo De Mare, autotrasportatore della Latte rugiada
spa, fu ucciso mentre stava arando nel suo podere, nella zona di
Terzo Caracciolo, con due colpi di fucile sparati a distanza
ravvicinata. I carabinieri accusarono un pensionato. Che fu
scagionato. La Polizia, quindi, indagò sui traffici di rifiuti
Nord-Sud. E fu nuova archiviazione. Il caso fu riaperto dalla
Direzione distrettuale antimafia nel 2005. Cinque persone, colletti
bianchi e malavitosi, furono indagate. Un delitto di mafia legato al
traffico dei rifiuti sporchi. De Mare si oppose e venne ucciso. Altra
archiviazione. Infine, l'accusa di false dichiarazioni al pubblico
ministero contro un agricoltore condannato in primo grado ma con
reato prescritto in appello.
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