LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 21.12.18
MATERA – La Corte di
Appello-Sezione penale di Potenza ha confermato la condanna in primo
grado a carico di Ivan Cerullo, nato a Napoli il 1 febbraio 1977, e
di Raffaele Ferone, anche lui nato a Napoli il 29 settembre 1986, a 5
anni di reclusione e alla pena pecuniaria di 1.500 euro di multa per
l'accusa di aver rapinato di due lingotti d'oro una guardia giurata
nella città dei Sassi il 18 ottobre del 2016. La Corte ha confermato
la sentenza del Tribunale collegiale penale di Matera del 20 giugno
scorso compresa l'assoluzione dall'imputazione di detenzione di armi.
I due, lo ricordiamo, furono bloccati dai carabinieri a bordo di una
Lancia Musa, nei pressi di Tricarico, poche ore dopo la rapina. Così,
Cerullo, difeso dall'avvocato Pietro Damiano Mazzoccoli, e Ferone,
patrocinato dal legale Giovanni Paolo Picardi, dovevano rispondere
dell'accusa “di essersi impossessati, in concorso con altri,
armati di pistola e parzialmente travisati con occhiali da sole e
cappelli neri, di due lingotti d’oro dal peso di 7 chili
appartenenti alla Nicoletti spa in Matera, alla Via La Martella, dal
valore di 190.000 euro. In particolare due di loro (con Picardi e
Ferone erano accusate anche due donne assolte in primo grado, ndr)
mentre la guardia giurata Salvatore Ciafrone teneva in mano i due
pacchi con i lingotti per posizionarli nel portavalori “Securpo
Group”, dopo averlo spinto con la faccia contro il portellone, lo
minacciavano puntandogli dietro le spalle una pistola di colore nero
con canna corta, sottraendo la pistola che aveva quest’ultimo con 7
cartucce, e sottraendo i due pacchi con i lingotti. Salivano, quindi,
a bordo di una Lancia Musa e si dileguavano in direzione Borgo La
Martella”. I due dovevano anche rispondere di “detenzione
illegale e porto in luogo pubblico di arma da fuoco, e cioè la
pistola di colore nero impiegata nel corso della rapina per
minacciare la guardia giurata”. Capo di imputazione, quest'ultimo,
da cui sono stati assolti in primo ed in secondo grado. “La
sentenza di Potenza – ha dichiarato l'avv. Mazzoccoli - non ha
tenuto presente le richieste della difesa di patteggiamento e di
derubricazione da rapina aggravata a furto confermando la decisione
di primo grado. Trattasi di una vicenda amara per un uomo, Cerullo,
attualmente agli arresti domiciliari, che ha gravi problematiche di
salute e che confida nella giustizia. Appena saranno depositati i
motivi della sentenza della Corte di appello sarà formulato ricorso
in Cassazione”.
Vogliamo dare a Cerullo il rapinatore per intenderci, quindi delinquente, un premio e il "bacio accademico"? Cose da pazzi!
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