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giovedì 6 maggio 2021

POLICORO. MICHELE DI DIO ASSOLTO IN CASSAZIONE CON FORMULA PIENA

MICHELE DI DIO

L'EX MARESCIALLO CAPO DELLA GUARDIA DI FINANZA, NATO A POLICORO, 43 ANNI, FU ARRESTATO A MILANO CON L'ACCUSA INFAMANTE DI ESSERE AL SOLDO DELLA 'NDRANGHETA. UNA VICENDA DI CRONACA DEL 27 GENNAIO 2012 CHE FECE IL GIRO D'ITALIA. MA MICHELE SI È SEMPRE PROFESSATO INNOCENTE TANTO DA RINUNCIARE ALLA PRESCRIZIONE. IERI LA CORTE DI CASSAZIONE LO HA ASSOLTO “PER NON AVER COMMESSO IL FATTO” RESTITUENDOGLI ONORE E DIGNITÀ

POLICORO – Si chiama Michele Di Dio, ha 43 anni, una compagna, una figlia di 7 anni e un avviato studio di commercialista a Milano. Qui lo conoscono tutti, figlio dell'ex tenente della Polizia urbana, Armando. Egli, del resto, non ha mai reciso i suoi legami con la città jonica in cui trascorre ogni estate. Pur negli anni bui dell'arresto, 9 mesi in carcere e 3 ai domiciliari, e dello scontro giudiziario. Già, Michele ha una vicenda travagliata alle spalle. Ieri, però, la Corte di cassazione, riunitasi per la terza volta sul suo caso e su quello analogo di altri due suoi colleghi, lo ha assolto con formula piena da ogni accusa. La bufera si scatenò il 27 gennaio del 2012. Nella notte l'arresto. Egli, maresciallo capo della Guardia di Finanza, fu fermato con l'accusa infamante di essere al soldo di un clan di 'ndrangheta. Michele, con altri suoi colleghi, avrebbe coperto i traffici nelle sale giochi, con le slot machines, della malavita organizzata trasferitasi dalla Calabria in Lombardia. Avrebbe preso, secondo l'accusa, 40 mila euro al mese per il suo “tradimento” nei confronti di quello Stato a cui aveva giurato fedeltà. Cascò il mondo addosso all'allora 34enne finanziere di Policoro. Le accuse rimbalzarono dalla Lombardia alla Basilicata. Una gogna mediatica senza fine durata sino a ieri. Ma egli si è sempre professato innocente. Ventiquattro ore fa l'annullamento della sentenza di condanna di secondo grado per non aver commesso il fatto. Una restituzione di onorabilità che non può ripagare, però, tutto quel che il nostro corregionale ha subito. La sua vicenda giudiziaria, infatti, ha avuto varie puntate: una prima assoluzione, il ricorso della Procura, tre sentenze di secondo grado, con una condanna a 3 anni e 9 mesi, tre sentenze della Cassazione. Sino all'ultima, quella risolutiva. Michele, fiducioso, ha rinunciato alla prescrizione proprio perchè credeva fermamente che la sua innocenza sarebbe stata riconosciuta. Anche se 9 mesi di carcere e 3 ai domiciliari non si potranno mai dimenticare. I più brutti mesi della vita di Michele. Sentirsi sporco senza aver commesso nulla. Avere vergogna per cose che non hai fatto. Salvo a Policoro. Qui la solidarietà nei suoi confronti è stata sempre tanta. Quest'estate ritornerà con la sua compagna e la sua bambina di 7 anni. A testa alta. Del resto quelli che lo conoscevano sono stati sempre dalla sua parte. Michele non è piu finanziere da due anni. Oggi ha il suo studio di commercialista a Milano, iscritto all'albo da 2 anni e mezzo. Ma su internet circolano ancora gli articoli dell'arresto del 27 gennaio 2012, con titoloni. Un trafiletto all'assoluzione. Noi, invece, vogliamo restituire, con questo articolo, anche da parte nostra, onore e dignità al professionista, ex maresciallo capo della Guardia di finanza, di Policoro.

1 commento:

  1. Auguri di vero cuore intanto devo costatare che tanti colpevoli viaggiano liberi ma tanti innocenti sono diffamati e colpevolizzati che Italia d’inciuci e inciuciari voglio sperare che gli anni persi ti sono lautamente ricompensati, anche se non potranno mai riardono la libertà persa di tanti anni. Mi dispiace costatare che chi ha sbagliato per un’ingiusta detenzione non ne paga le conseguenze mentre entra in vigore il codice di procedura penale (Art. 314 e 315) che chi ha subito un’ingiusta detenzione abbia diritto a “un’equa riparazione” per la custodia cautelare subita, un risarcimento economico che può arrivare massimo a circa mezzo milione di euro. Secondo voi chi le paga? A voi l’ardua sentenza. Voglio sperare tanto che ci sia una riforma giusta ed equa della giustizia affinché non accadano queste nefandezze che ti porti addosso per tutta la vita.

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