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martedì 13 novembre 2018

ESTRAZIONI NEL METAPONTINO. MED NO TRIV E NOSCORIE: “LA CREDIBILITA' DI DI MAIO E DEL M5S IN GIOCO SULLA CONCESSIONE POLICORO. E SINDACI E PROVINCE SI OPPONGANO ALLA RICHIESTA DI RINNOVO”

MEDITERRANEO NO TRIV E NOSCORIE TRISAIA ANTI TRIVELLE

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.11.18

POLICORO - “Chiediamo ai Comuni interessati di Policoro, Scanzano Jonico, Tursi, Nova Siri e Rocca imperiale (CS) ed a quelli confinanti di Montalbano Jonico, Rotondella, Canna (CS), nonché alle province di Matera e Cosenza, di opporsi al rinnovo della concessione per l'estrazione di gas denominata “Policoro” presentata dalla società Gas plus Italiana srl alle Regioni Basilicata e Calabria ed al Ministero dello sviluppo economico”. E' quanto hanno reso noto le associazioni Mediterraneo no triv e Noscorie Trisaia aggiungendo: “Il citato Ministero, con a capo il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, è direttamente coinvolto nel rinnovo. E' in gioco, pertanto, la credibilità del M5s che prima di andare al Governo si diceva contrario alle estrazioni petrolifere in terra e mare”. L'istanza della srl interessata alla “Policoro” è stata presentata al dicastero dell'economia il 1 ottobre scorso. “La Gas plus - hanno continuato i due gruppi antitrivelle - ha chiesto la proroga decennale della concessione in scadenza nel settembre 2020. Una richiesta inoltrata in anticipo, a circa 2 anni dal termine trentennale. E' la terza concessione in scadenza nel Metapontino dopo quelle “San Teodoro” e “Recoleta” per cui i Comuni interessati hanno già presentato le proprie opposizioni al Ministero retto da Di Maio”. Per Mediterraneo no triv e Noscorie Trisaia “i centri coinvolti dalla “Policoro” non hanno mai usufruito di benefici economici legati all’estrazione di gas per via delle franchigie che non hanno mai fatto scattare le royalites. Nè conoscono l’impatto ambientale che tale attività industriale ha prodotto su suolo, falde, aria, coltivazioni e sulla salute delle popolazioni locali in quanto in questi anni enti e istituzioni non hanno mai avviato un monitoraggio pubblico sulle matrici ambientali, alimentari, sulla subsidenza e sugli impatti sanitari. Nel 1991, inoltre, esplose e bruciò per oltre 15 giorni uno dei pozzi della concessione, il Policoro 001. Nessuno riuscì a spegnerlo”. 

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