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martedì 13 novembre 2018

SCANZANO JONICO. NESSUNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA PER IL 15ESIMO ANNIVERSARIO DELLA PROTESTA ANTINUCLEARE. SOLO UN COMUNICATO STAMPA DI SCANZIAMO LE SCORIE. UNA BATTAGLIA VINTA MA DIMENTICATA

LA BATTAGLIA ANTINUCLEARE DI SCANZANO JONICO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.11.18

SCANZANO JONICO – Quando un grande avvenimento, paragonato da chi conosce il Metapontino alla lotta per la riforma agraria del dopoguerra, viene dimenticato. In primis dalle istituzioni. In secondo luogo dai partiti politici, dai sindacati e dalle numerose associazioni che pure, nello svolgersi degli eventi, ebbero un ruolo di primo piano. Stiamo trattando della “Battaglia di Scanzano Jonico”, quella che, dal 13 al 27 novembre 2003 venne messa in campo dai lucani di tutto il mondo. Una battaglia, di cui ricorre il 15esimo anniversario, contro il decreto varato dal Governo Berlusconi che ubicava nei depositi di salgemma a 800 metri di profondità di Terzo Cavone, a 500 metri dallo Jonio, il deposito unico delle scorie nucleari d'Italia. Un deposito sotterraneo che non esiste ancora in nessuna parte del mondo. Fu una “guerra” senza morti e feriti o cassonetti bruciati o vetri rotti che Scanzano e la Basilicata vinsero. Il Governo fece marcia indietro. Ma oggi non c'è più nulla nel centro del Metapontino che ricordi quella lotta di popolo. Solo una targa, Piazza dei centomila, attaccata ad uno degli ingressi del municipio, ed un monumento all'arrivo in paese. Poi, il nulla. Ed i più giovani non conoscono i luoghi della rivolta che fecero il giro del mondo sulle tv. Così, l'anniversario 2018 sarà il primo senza uno straccio di iniziativa pubblica. Solo un comunicato di Donato Nardiello, presidente di ScanZiamo le scorie, l'associazione che tanto ha fatto nell'immediatezza, durante, e dopo la “Battaglia”. Ma i cittadini sono volontari. Tocca alle istituzioni commemorare i grandi eventi che riguardano un territorio. Ma ecco Nardiello: “L’amore per la propria terra spinse migliaia di persone a mettere in piedi una protesta che salvò l’economia di un territorio ricco di storia evitando l’insediamento di un’infrastruttura che avrebbe portato la morte senza alcune ricchezza. Noi, “guerrieri di pace non addestrati” con la non violenza sapemmo difendere e salvare la bellezza di un'area ha ancora il bisogno di essere difesa per essere liberata da progetto di sviluppo distorto che qualcuno vuole realizzare. Per questo siamo ancora impegnati nello spirito di “Scanzano” a custodire e ricordare la più grande esperienza di mobilitazione politica del meridione attraverso un impegno diretto e continuo. Un impegno rivolto alla messa in sicurezza ed all’allontanamento dei rifiuti radioattivi presenti nel centro Itrec della Trisaia di Rotondella e ad evitare che si continui con la produzione di scorie petrolifere convinti che oggi come allora rassegnarsi è peccato”.

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