Visualizzazioni totali

giovedì 13 aprile 2023

MAFIA IN BASILICATA. IL PROCURATORE FRANCESCO CURCIO: “LE INDAGINI SVOLTE POSTO IN EVIDENZA L’ESISTENZA DI UN SISTEMA MAFIOSO ENDEMICO, CAPILLARE E PERVASIVO IN TUTTA LA REGIONE”

LA DICHIARAZIONE DEL MAGISTRATO E’ CONTENUTA NELL’ULTIMA RELAZIONE SEMESTRALE DELLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA (DIA) AL PARLAMENTO, RELATIVA AL PRIMO SEMESTRE 2022. INDIVIDUATE TRE ZONE IN CUI OPERANO SODALIZI MAFIOSI: POTENZA E IL SUO HINTERLAND, VULTURE-MELFESE, METAPONTINO. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE

IL PROCURATORE FRANCESCO CURCIO (FOTO LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT)

INAUGURAZIONE SEDE DIA IN BASILICATA (FOTO RAINEWS.IT)

FONTE LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT

RELAZIONE SEMESTRALE DIA: «IN BASILICATA SISTEMA MAFIOSO ENDEMICO»

·                     NELLA RELAZIONE SONO INDIVIDUATE TRE «DISTINTE ZONE TERRITORIALI LUCANE IN CUI INSISTONO DIVERSI SODALIZI MAFIOSI: L’AREA DI POTENZA E DEL SUO HINTERLAND, QUELLA DEL VULTURE MELFESE, E INFINE IL TERRITORIO DELLA FASCIA JONICA METAPONTINA»

«Le indagini svolte» hanno «posto in evidenza l’esistenza di un sistema mafioso endemico, capillare e pervasivo in tutta la regione Basilicata»: sono le parole del procuratore antimafia di Potenza, Francesco Curcio, riportate nell’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia al Parlamento.

Nel documento - in cui si fa riferimento all’istituzione nel capoluogo lucano della Sezione operativa Dia con la presenza, il giorno dell’inagurazione, il 7 marzo 2022, dell’allora Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, - è sottolineato che, secondo Curcio, «attualmente la situazione criminale mafiosa colloca il Distretto di Potenza, quanto a grado di allarme che suscita il fenomeno, subito dopo quelli tradizionalmente afflitti dalla presenza delle mafie storiche».

Dalla relazione inviata al Parlamento emerge poi che «lo scenario della regione, segnato dalle difficoltà economiche in cui versano le imprese e dall’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente, rappresenta un fattore di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti, molto interessate anche ai cospicui flussi di fondi pubblici investiti nel territorio». E «i diversi sodalizi criminali, sebbene duramente ridimensionati e scompaginati nel tempo dalle congiunte attività delle forze di polizia e della magistratura, si sono rivelati, al pari di altre realtà delinquenziali più progredite, particolarmente inclini a rigenerarsi con crescente attività di proselitismo e diversificazioni delle attività illecite, evolvendo gradualmente verso formazioni a 'gestione imprenditorialè che incrementano i rischi di infiltrazione nella pubblica amministrazione».

Nella relazione sono individuate tre «distinte zone territoriali in cui insistono diversi sodalizi mafiosi: l’area di Potenza e del suo hinterland, quella del Vulture Melfese, e infine il territorio della fascia jonica metapontina»: in quest’ultimo caso «la vulnerabilità mafiosa è rappresentata dalla particolare posizione geografica, vero e proprio snodo tra Puglia, Calabria e Campania». Sempre nel Metapontino «oltre agli stupefacenti, l’attezione delle forze di polizia, della magistratura e dell’autorità prefettizia è prioritariamente rivolta al contrasto dei tentativi di condizionamento della pubblica amministrazione e di infiltrazione del tessuto economico-finanziario da parte della criminalità organizzata».

In Basilicata, inoltre - è specificato nella relazione della Dia - «alla luce dei più recenti riscontri giudiziari», si "riscontra anche l’operatività di diversi gruppi criminali stranieri che agiscono sinergicamente con i sodalizi mafiosi autoctoni, soprattutto nel traffico degli stupefacenti».

Nessun commento:

Posta un commento