“VÀ DOVE TI PORTA LA COSTITUZIONE. UNITÀ, ANTIFASCISMO, RINASCITA”, IL
TEMA AL CENTRO DEI LAVORI. ED ORA TUTTI IMPEGNATI PER IL 25 APRILE E PER IL 21
SETTEMBRE. NELLA RICORRENZA DELLA RIVLTA DI MATERA CONTRO IL NAZIFASCISMO SI
RADUNERANNO IN BASILICATA TUTTE LE ANPI PROVINCIALI D’ITALIA. DI SEGUITO LA NOTIZIA
DELL’AGENZIA ANSA SULL’EVENTO E LA RELAZIONE INTRODUTTIVA DI MICHELE PETRAROIA
CARMELA LA PADULA |
MICHELE PETRAROIA |
GIUSEPPE CHIARILLO ED EUSTACHIO NICOLETTI |
FONTE ANSA.IT
CALÒ (ANPI): "UN FRONTE UNITARIO PER LA COSTITUZIONE"
A MATERA IL CONGRESSO PROVINCIALE DELL'ASSOCIAZIONE
MATERA, 15 APR - "Un fronte unitario a difesa della Costituzione nata dalla Resistenza".
E' quanto ha ribadito oggi, a Matera, Vincenzo Calò (componente della segreteria dell'Associazione nazionale partigiani), a margine del congresso straordinario provinciale dell'Anpi.
"L' Anpi si impegna da sempre - ha detto Calò - perchè semplicemente ha un Vangelo o, se vogliamo, ha le sue parole d'ordine che sono incarnate nella Costituzione repubblicana. Intorno a quello c'è l'attualità, il passato, c'è il futuro, c'è il bisogno di garantire soprattutto alle nuove generazioni della continuità di quel messaggio. Siamo convinti che in questa fase, onestamente, di grande espansione c'è bisogno di un fronte democratico, unitario e, purtroppo, continuiamo a ripetere con grande determinazione, antifascista. Non perché noi siamo nostalgici del linguaggio, ma perchè è evidente che oggi ci sono le condizioni per essere allarmati e, di conseguenza, per utilizzare le parole giuste per costituire questo fronte unitario.Il 25 aprile, onestamente, è la cartina al tornasole.
Nel momento in cui il popolo democratico e antifascista di questo Paese si ritrova intorno ai sui valori originari. Il nostro è, quindi, un impegno che parte da lontano e vorremmo che continuasse a garantire che continuasse ad andare ancora lontano''.
RELAZIONE INTRODUTTIVA DI MICHELE PETRAROIA (ANPI NAZIONALE)
Cari amici e compagni, i bagliori della guerra oscurano il futuro dell’umanità, accentuano gli egoismi e innalzano mura invalicabili che poggiano su rancori, lutti, xenofobia, violenze, devastazioni, paure, odi e razzismi. L’orizzonte imbrunisce, la Pace si nasconde e le armi scalzano le diplomazie sottraendo risorse preziose agli investimenti in libri, pane, scuole e ospedali. Le Nazioni Unite sbiadiscono in una fitta nebbia che ne rende impercettibile la funzione. L’Europa tradendo i sogni del Manifesto di Ventotene si inabissa e sceglie di non svolgere una funzione di terzietà, ammaina la propria bandiera e si intruppa nella NATO. L’idea del multilateralismo stenta a farsi strada in un mondo che affida agli eserciti la risoluzione delle controversie. Gli esseri umani assistono impotenti al dispiegarsi delle 15 mila testate nucleari su incrociatori, basi militari, aerei e missili intercontinentali sparsi ad ogni latitudine, pur sapendo che ne basterebbero poche centinaia per trasformare la Terra in un Pianeta senza Vita. Gli appelli dei movimenti pacifisti cadono nel vuoto così come i tentativi intrapresi da Papa Francesco per far cessare il fuoco in Ucraina e nelle tante guerre dimenticate combattute per procura in Africa ed in Asia che distruggono ogni speranza di benessere o sviluppo, ed alimentano i flussi migratori.
Lo scontro titanico ingaggiato tra la Cina e gli Stati Uniti rende marginale l’Europa, accantona ogni attenzione verso i mutamenti climatici, inaridisce le prospettive di crescita economica globale, accresce la povertà e taglia risorse per la cura delle persone, per vincere la siccità, e per migliorare le condizioni di vita di miliardi di esseri umani che anche nei paesi più sviluppati stentano ad essere ottimisti.
In Italia con un quadro di alta inflazione che erode il potere d’acquisto di salari e pensioni, e con interi comparti economici che non reggono l’aumento esponenziale dei costi di gas e petrolio, la silente rassegnazione dei cittadini si somma alla sfiducia verso il sistema istituzionale con percentuali di astensionismo che minano la credibilità della democrazia e aprono il varco a derive reazionarie. È indubbio che 18 milioni di elettori non si sono recati alle urne il 25 settembre e che 15,5 milioni non hanno votato per i partiti che con 12 milioni di voti hanno vinto le elezioni e conquistato una larga maggioranza in Parlamento grazie alla peggiore delle leggi possibile. Ciò non toglie però che le scelte del nuovo Governo di destra di sopprimere il reddito di cittadinanza, incattivirsi contro i migranti, favorire i ceti sociali più forti con provvedimenti fiscali iniqui, spaccare l’Italia con l’autonomia differenziata, aggredire i diritti civili, disinvestire in scuola e sanità, abbandonare il Mezzogiorno e le aree interne al proprio destino, non contrastare adeguatamente la corruzione, l’evasione fiscale e la criminalità organizzata, e non porre tra le priorità il tema del lavoro e delle tutele sociali costituzionali, complica ogni prospettiva per il futuro. Se l’11% degli italiani rinunciano alle cure mediche, centinaia di migliaia di migranti sono costretti alla clandestinità da leggi disumane, cresce la disoccupazione e svaniscono le già fragili misure di assistenza sociale, inclusione e tutela per chi è in difficoltà; è evidente che si determineranno tensioni, contrapposizioni e proteste che voglio augurarmi non vengano assunte a pretesto per irrigidire ulteriormente le misure già adottate per i rave party e successivamente applicate per ogni tipologia di manifestazioni. Il rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia presentato in queste ore in Parlamento spronerebbe ad intraprendere iniziative efficaci per garantire sicurezza e legalità a cittadini e imprese, ma il Ministro Nordio si accanisce contro le intercettazioni e ipotizza modifiche legislative poco rassicuranti sui collaboratori di giustizia. Assistiamo ad un capovolgimento quotidiano del buonsenso con un Governo che arriva a Cutro e non onora le Vittime del naufragio, non spende una parola di condanna per il centenario della marcia su Roma, non scioglie movimenti e associazioni fasciste, ed ha problemi a riconoscere l’antifascismo quale pietra miliare della nostra Costituzione. In perfetta simbiosi il Presidente del Senato stenta a distinguere nazisti da bande musicali, e non si accorge che il fratello, eminente amministratore della Regione Lombardia, alza il braccio teso come se fosse il più ovvio dei saluti. Innumerevoli gli episodi che dal Nord al Sud vedono rincorrersi intitolazioni a gerarchi fascisti, revisioni storiografiche di dubbio gusto, proposte di legge per punire l’uso di parole straniere, offese e insulti a Liliana Segre o ad altre personalità, negazioni di diritti civili, trasmissioni televisive come Piazza Pulita messe al bando, scritte oltraggiose o devastazioni di sedi sindacali, circolari del Ministro dell’Istruzione lontane dal dettato costituzionale e promozione di iniziative ad ogni livello che mirano a riscrivere la storia nazionale dell’ultimo secolo come se non ci fosse stato il ventennio fascista con la sua scia di sangue, razzismo, violenze, persecuzioni, arresti, eccidi, orrori e brutalità. Quarant’anni di narcotizzazione mediatica, banalizzazione del male, attacco alle funzioni dei corpi sociali intermedi, accentramento dei poteri e svuotamento della rappresentanza politico-istituzionale, non agevolano la resistenza culturale incardinata sui contenuti di una Costituzione conquistata con 20 anni di Resistenza alla dittatura e con la lotta di Liberazione nazionale dal nazifascismo che ricorderemo il 25 Aprile. La storia ci insegna che da crisi profonde possono innestarsi scorciatoie reazionarie come si evince dai fatti accaduti il 6 gennaio del 2021 negli Stati Uniti o con l’affermazione di un’ondata della destra più oltranzista dalla Finlandia alla Bulgaria o al Montenegro nelle elezioni delle scorse settimane. Polonia, Ungheria e altri Paesi in cui le destre radicali governano non esitano a mettere in discussione i diritti civili, l’autonomia della stampa, la divisione dei poteri tra esecutivo, legislativo e giudiziario, i diritti del lavoro e le norme internazionali sui rifugiati e sui profughi. Le prossime elezioni europee del 2024 segneranno dopo l’uscita della Gran Bretagna lo spartiacque tra l’Europa libera, laica, solidale e democratica, e l’Europa sovranista, egoista, bellicista e negazionista. Lo sdoganamento della guerra e la messa al bando delle culture pacifiste agevolano il riemergere di miasmi antichi ammantati sotto nuove vesti ma orientati ad assumere la forza come architrave nei rapporti tra Stati o tra ceti sociali. D’altronde il disegno di legge CALDEROLI sull’autonomia differenziata cos’è se non il sigillo a 35 anni di lotte tese ad affermare il diritto del più ricco a liberarsi della zavorra del più povero, per correre più veloce e salvaguardare sé stesso, il proprio benessere e quello del proprio territorio, ignorando ogni forma di coesione solidale nazionale?
La Questione Settentrionale ha scalzato nel dibattito pubblico ogni attenzione verso il Mezzogiorno colpevolizzato per i propri ritardi, denigrato, non sempre a torto, per la propria classe dirigente, umiliato da scelte ingiuste e lasciato privo di mezzi a contrastare intrecci criminali collusi con pezzi di istituzioni, di imprenditoria e di rappresentanza politica. È indispensabile ribaltare questa narrazione, ripartire dalla Costituzione e dai suoi contenuti di uguaglianza e solidarietà, per fermare la spaccatura definitiva dell’Italia che consegnerebbe il Sud alla desertificazione e penalizzerebbe il Nord troppo piccolo per essere preso in considerazione a livello europeo. Per questo salutiamo con attenzione e abbiamo dato il nostro contributo alla programmazione della manifestazione di piazza che si terrà il 17 aprile a Potenza con un largo schieramento di forze contro chi vuol dividere l’Italia. Chiediamo alla Regione Basilicata, a tutti i comuni lucani, ai parlamentari e a tutte le istituzioni di schierarsi in difesa dell’unità nazionale, perché si possano abrogare le improvvide modifiche al Titolo V della Costituzione del 2001 riconsegnando la sanità e altre materie significative alla competenza statale. La pandemia col suo carico di morti ha dimostrato plasticamente che 20 sistemi sanitari regionali in contrasto o competizione tra loro non sono stati efficaci a contenere il propagarsi del contagio. Bene hanno fatto su questo tema e su quello più generale del rafforzamento del sistema sanitario pubblico, le 40 associazioni materane, a condividere una straordinaria mobilitazione in difesa dell’ospedale Madonna delle Grazie e degli ospedali di Policoro e del territorio. Il Fondo Sanitario Nazionale necessita di maggiori investimenti per sopperire all’aumento dei costi energetici, bisogna superare il numero chiuso alla Facoltà di Medicina, investire nelle specializzazioni e in ricerca scientifica, rafforzare la medicina territoriale e l’assistenza sociosanitaria domiciliare con l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’ANPI sui diritti universali di cittadinanza, sul diritto al lavoro, sull’accoglienza ed inclusione dei migranti, sul riconoscimento dei diritti civili e sul potenziamento delle infrastrutture immateriali a partire da istruzione, università, connessione telematica e digitalizzazione, continuerà a sostenere le iniziative delle comunità locali perché nessuno resti indietro e ciascuno abbia un’opportunità. Lungo queste direttrici ci si è mossi nel Metaponto insieme alle organizzazioni sindacali, alle istituzioni e alle associazioni umanitarie quando il Ministero degli Interni ha sciolto per infiltrazioni mafiose il comune di Scanzano Ionico o quando in più inchieste giudiziarie sono emerse le condizioni di degrado e di sfruttamento che erano costretti a sopportare i migranti impegnati in agricoltura, edilizia o altri settori. Noi non dimentichiamo la giovane nigeriana arsa viva e auspichiamo che su quella ed altre tristissime vicende si faccia chiarezza e si vada fino in fondo, perché l’antifascismo non sia solo un distintivo da portare al bavero della giacca o un fazzoletto tricolore da sventolare nelle cerimonie ufficiali, ma diventi una cultura di dignità umana da affermare nella pratica quotidiana a tutela e salvaguardia di tutti. Come ANPI oggi celebriamo il Congresso Provinciale grazie all’instancabile lavoro fatto in passato da tanti compagni e all’impegno di Carmela La Padula che più di altri in questi anni di pandemia, crisi e difficoltà, ha tenuto viva e presente la nostra Associazione in città e sul territorio. Ringrazio i compagni della CGIL ed in particolare Eustachio Nicoletti per averci aiutato a promuovere il 21 settembre del 2019, nell’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, una giornata dedicata all’antifascismo da intendere come pietra miliare della libertà e della democrazia europea. Senza l’aiuto di Giuseppe Chiarillo preso in prestito dall’Emilia Romagna e con lui di Angelo a Bologna, di Filippo Mele, Michele, Antonio, Angelo, Raffaele, Mimì, Lucia, Margherita, Maddalena, Claudio, Mariano, Franco, Giuseppe, Pinuccio, Vincenzo, Pasquale e degli altri antifascisti materani, sarebbe stato inimmaginabile raggiungere questo primo importante traguardo congressuale. Oggi ci confronteremo con le istituzioni, le forze politiche, i compagni del sindacato e gli amici delle associazioni e dei movimenti; ci sarà un confronto tra i nostri iscritti che sarà concluso dal segretario nazionale dell’ANPI Vincenzo Calò ed eleggeremo il Comitato Provinciale radicando meglio la nostra associazione in una città insignita della Medaglia d’oro al Valor civile e della Medaglia d’Argento al valor militare per l’eccidio nazifascista del 21 settembre 1943. Sarà la nuova Presidenza Provinciale a riprendere il confronto con le scuole, i ricercatori e gli studiosi per promuovere gli eventi del 21 settembre 2023 che celebreranno, col patrocinio dell’ANPI Nazionale, l’80° anniversario di una pagina di storia che abbiamo il dovere di consegnare alle nuove generazioni. Il gruppo dirigente che uscirà da questo Congresso riprenderà il filo delle ricerche sul campo di internamento di Marconia, sui confinati politici nei diversi comuni del materano cooperando anche con l’ARCI per proseguire la splendida iniziativa che ha riportato alla luce i confinati omosessuali a Rotondella ed altri centri. Insieme ai nostri studiosi ed esperti sarà nostro dovere restituire ai lucani e al Mezzogiorno la testimonianza del magistrato antifascista Nicola Panevino barbaramente trucidato da nazifascisti a Savona e che riposa nel piccolo cimitero di ALIANO a pochi passi dalla tomba di Carlo Levi. L’ANPI mobiliterà le proprie energie per ricordare gli eventi di San Mauro Forte, recuperare il vissuto di tanti internati militari morti nei campi di concentramento nazisti come accaduto per tre giovani di ACCETTURA su cui ha lavorato Giuseppe Chiarillo, sostenere nuove pubblicazioni e incoraggiare progetti didattici e attività tese a stabilire collaborazioni con ANPI o Istituti Storici, Università o studiosi di altri territori in cui hanno operato partigiani, deportati, confinati, internati o dissidenti della nostra provincia. MATERA può offrire il proprio contributo storico, culturale, sociale e politico, per custodire e tener viva la Memoria della Resistenza, e può mettere a disposizione il proprio impegno e le tante buone pratiche avviate nel corso del tempo sulla trasmissione di quella Memoria alle giovani generazioni e in particolare agli studenti.
Gentili ospiti,
cari amici e compagni antifascisti, con la celebrazione di questo Congresso Provinciale si conclude la mia esperienza in Lucania avviata prima nel sindacato nel 2018 e poi proseguita nell’ANPI e nel coordinamento regionale di LIBERA contro le Mafie. Nel corso di questi anni ho avuto l’opportunità di conoscere una Terra accogliente, bella e solidale. Ho condiviso esperienze meravigliose proprio qui a Matera quando tenemmo un evento nazionale sulla sicurezza sul lavoro patrocinato da INAIL Nazionale, dall’ANMIL oltre che dal Ministero dell’Istruzione e dai sindacati. Con 70 Sindaci della Basilicata mi sono ritrovato da coordinatore della Camera del Lavoro nel Consiglio Comunale aperto di MELFI il 13 aprile 2021 per difendere 9 mila operai metalmeccanici di Stellantis e dell’indotto dell’auto, condividendo una deliberazione assunta all’unanimità dal Consiglio Regionale ma ignorata dal Governo Draghi. Con Don Marcello Cozzi, Gerardo Melchionda, l’Unione degli Studenti, l’Arci, le ACLI, Peppino Brescia, Giovanni Casaletto e con tanti dirigenti sindacali, amministratori locali, docenti, volontari e diversi esponenti della chiesa lucana, ho condiviso le apprensioni della pandemia, iniziative contro la criminalità e contro il caporalato, eventi e seminari sulla Costituzione, manifestazioni in difesa della sanità e del lavoro, incontri pubblici e progetti sul futuro. Qui in Basilicata mi sono sempre sentito a casa, tra compagni emigranti di un Sud fiero e dimenticato, deriso ma orgoglioso, piegato ma non vinto. Per me è stato un onore e porterò sempre nel cuore i vostri volti e ciò che mi avete insegnato.
Buon lavoro all’ANPI! Buon lavoro alla Lucania! Buon lavoro agli antifascisti italiani!
Grazie a tutti!
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