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giovedì 11 luglio 2024

L'OPERAZIONE "CLICK DAY" SULL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. ECCO L’ELENCO COMPLETO DEI NOMI DI TUTTI I 47 INDAGATI, TRA CUI 9 LUCANI. IN BASILICATA ARRESTI A POLICORO, PISTICCI, CALVERA, TRICARICO, MONTESCAGLIOSO E MARATEA

LE INDAGINI ACCELERATE DOPO L’ESPOSTO DELLA PREMIER GIORGIA MELONI. MIGLIAIA DI ISTANZE FALSE E PROVENTI MILIONARI. UN MILIONE E 100MILA EURO SOTTERRATI IN UN TERRENO

A DX IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI SALERNO, GIUSEPPE BORRELLI (FOTO ILMATTINO.IT)


FONTE ANSA.IT

CLICK DAY, MIGLIAIA DI ISTANZE FALSE E PROVENTI MILIONARI

SALERNO, SCOPERTO IL 'TARIFFARIO' PER GLI IMMIGRATI

Circa 2.500 istanze di ingresso di cittadini extracomunitari basate su dati inesistenti o falsificati sono emerse nell'inchiesta della procura di Salerno sulle irregolarità nell'uso del 'click day'.

Agli atti dell'indagine anche il 'tariffario' utilizzato dall'organizzazione: ogni immigrato avrebbe corrisposto mille euro per ciascuna istanza inoltrata; si pagavano poi 2mila euro per ogni nulla osta e visto rilasciato, ed, infine, eventualmente per ogni fittizio contratto di lavoro firmato ulteriori 2mila euro. 

Un sistema articolato che comprendeva imprenditori, professionisti, e malavitosi, alcuni dei quali vicini alla camorra. Le indagini, coordinate dalla Dda di Salerno, sono state svolte dalla compagnia di Battipaglia della Guardia di Finanza. Ai 47 indagati sono state notificate misure cautelari (13 in carcere, 24 ai domiciliari, 10 interdizioni per un anno da attività imprenditoriali e professionali) con le accuse, a vario titolo, di immigrazione clandestina, riciclaggio, autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sono stati sequestrati beni per 6 milioni di euro, provento dell'attività illecita; nel corso delle perquisizioni sono stati trovati nella disponibilità degli indagati circa 300mila euro in contanti nonché un libro mastro delle operazioni fittizie.

Contemporaneamente gli investigatori del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro - Reparto Operativo di Roma e Gruppo di Napoli - e del Gruppo Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un fermo nei confronti di ulteriori 7 indagati sempre per violazioni inerenti l'immigrazione clandestina, emerse dalla prima inchiesta. Il sistema illecito prevedeva la costituzione di società ad hoc oppure l'uso fraudolento della identità digitale di imprenditori ignari, da parte di una rete composta da imprenditori, addetti ai patronati e liberi professionisti che curava a pagamento l'iter della pratica attestando finte offerte di lavoro agli immigrati. Infine un gruppo di malavitosi, alcuni già condannati per l'appartenenza al clan camorristico dei Cesarano, riciclava gli ingenti proventi dell'attività illecita.

Procuratore, indagini su click day accelerate dopo esposto Meloni 

Le indagini della procura di Salerno su irregolarità nel click day per i migranti "erano già in atto da qualche tempo" ma "si sono avvalse del coordinamento del procuratore nazionale antimafia per la loro accelerazione", dopo l'esposto presentato alla procura nazionale un mese fa dalla premier Giorgia Meloni. Lo ha detto il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, nella conferenza stampa convocata sull'operazione che ha portato a 47 misure cautelari dopo la scoperta di una associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina. Tredici sono le persone finite in carcere, 24 ai domiciliari e 10 i destinatari di misura interdittiva dallo svolgimento di attività professionali e imprenditoriali per un anno.

Procuratore, 'illecito utilizzo click day fenomeno amplissimo' 

 "E' emerso un fenomeno dai confini non ancora ben definiti ma sicuramente amplissimi. Il provvedimento eseguito nella giornata di oggi costituisce l'esito di una minima parte delle attività in corso da parte della Procura di Salerno sul tema. Lavoreremo ancora e approfondiremo anche le parti non ancora emerse". Così il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, sull'inchiesta contro l'immigrazione clandestina che ha portato alla scoperta di una associazione a delinquere per l'utilizzo fraudolento del 'click day' previsto dal decreto flussi. Secondo Borrelli "le criticità principali riguardano innanzitutto il fatto che i tempi di definizione delle pratiche non consentono controlli sulla documentazione che viene presentata a sostegno della domanda di visto. Peraltro, recenti modifiche normative prevedono addirittura la possibilità di asseverare da parte di professionisti la sussistenza di questi requisiti con evidenti possibilità di frodi. A questo, si aggiunga che le domande di visto possono essere inserite non solo dal soggetto che ha necessità dell'assunzione del lavoratore, ma anche per conto terzi e peraltro senza alcun limite alle domande inseribili per conto terzi, il che evidentemente presta il fianco ad inserimenti fraudolenti".

Click day, migliaia di istanze false e proventi milionari 

 Circa 2.500 istanze di ingresso di cittadini extracomunitari basate su dati inesistenti o falsificati sono emerse nell'inchiesta della procura di Salerno sulle irregolarità nell'uso del 'click day'. Agli atti dell'indagine anche il 'tariffario' utilizzato dall'organizzazione: ogni immigrato avrebbe corrisposto mille euro per ciascuna istanza inoltrata; si pagavano poi 2mila euro per ogni nulla osta e visto rilasciato, ed, infine, eventualmente per ogni fittizio contratto di lavoro firmato ulteriori 2mila euro. Un sistema articolato che comprendeva imprenditori, professionisti, e malavitosi, alcuni dei quali vicini alla camorra. Le indagini, coordinate dalla Dda di Salerno, sono state svolte dalla compagnia di Battipaglia della Guardia di Finanza. Ai 47 indagati sono state notificate misure cautelari (13 in carcere, 24 ai domiciliari, 10 interdizioni per un anno da attività imprenditoriali e professionali) con le accuse, a vario titolo, di immigrazione clandestina, riciclaggio, autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sono stati sequestrati beni per 6 milioni di euro, provento dell'attività illecita; nel corso delle perquisizioni sono stati trovati nella disponibilità degli indagati circa 300mila euro in contanti nonché un libro mastro delle operazioni fittizie. Contemporaneamente gli investigatori del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro - Reparto Operativo di Roma e Gruppo di Napoli - e del Gruppo Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un fermo nei confronti di ulteriori 7 indagati sempre per violazioni inerenti l'immigrazione clandestina, emerse dalla prima inchiesta. Il sistema illecito prevedeva la costituzione di società ad hoc oppure l'uso fraudolento della identità digitale di imprenditori ignari, da parte di una rete composta da imprenditori, addetti ai patronati e liberi professionisti che curava a pagamento l'iter della pratica attestando finte offerte di lavoro agli immigrati. Infine un gruppo di malavitosi, alcuni già condannati per l'appartenenza al clan camorristico dei Cesarano, riciclava gli ingenti proventi dell'attività illecita.

Click day, tanti soldi sotterrati nei terreni 

Tanto contante, soldi ricevuti da extracomunitari per avere un finto contratto di lavoro. Soldi che poi venivano anche sotterrati per non essere trovati. C'è anche questo nell'inchiesta della procura di Salerno che ha portato alla luce un illecito uso dei click day. "Questo sistema - ha spiegato a margine nel corso della conferenza stampa in procura il neo comandante provinciale della Guardia di Finanza, Luigi Carbone - aveva fruttato centinaia di migliaia di euro nel tempo attraverso i pagamenti che venivano imposti ad extracomunitari intercettati da ulteriori extracomunitari che si trovavano già sul territorio nazionale e che fungevano da intermediari. Era un sistema di frode molto complesso. Le attività ancora in corso dimostrano che la maggior parte di questi pagamenti avvenivano per contanti e molto di questo contante è stato sottoposto già a sequestro. Grazie ad una ordinaria attività di Polizia economico-finanziaria, siamo riusciti ad individuare l'anomalia di un acquisto di un immobile da parte del sodalizio criminale che stava investendo in un terreno che poi sarebbe stato destinato alla costruzione di un distributore stradale. L'anomalia è emersa perché questa società non aveva la capacità economica per effettuare l'acquisto. Abbiamo trovato un milione e 100mila euro, la maggior parte sotterrato in un terreno".

FONTE PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SALERNO L'ELENCO DI TUTTI GLI INDAGATI 


 


 


 


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