RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
La notizia sulle possibili nuove concessioni petrolifere in Italia da parte del
Mase (Ministero ambiente e sviluppo energetico, ndr), dando il via libera a licenze bloccate dal 2022, con la Basilicata tra le
regioni interessate da altri dieci pozzi, riapre un capitolo decisivo per il
futuro della nostra regione.
La UIL Basilicata ritiene che prima di autorizzare nuove concessioni occorra
aprire un confronto vero, trasparente e partecipato sul modello di sviluppo
energetico e territoriale della regione.
Ogni scelta sulle estrazioni debba essere preceduta da un monitoraggio
completo, che metta sul tavolo non solo i dati produttivi, ma soprattutto le
ricadute sociali, occupazionali e ambientali dopo oltre vent’anni di attività
nel distretto della Val d’Agri e in quello di Tempa Rossa.
Oggi molti pozzi lucani si avviano verso la dismissione e il tema centrale non
può essere solo “dove trivellare ancora”, ma come utilizzare al meglio le risorse
derivanti dal petrolio per costruire il futuro.
Ci sono compiti che spettano prima di tutto al Governo che non può ritenere di
averli esauriti con il via libera alle nuove trivellazioni. Dopo la tassazione
degli extraprofitti di banche ed istituti di credito o contributo, come si
vuole chiamare, all’ipotesi della Legge di Bilancio 2026, il Governo raccolga
la proposta della Uil di seguire la stessa strada per gli extraprofitti
accumulati dalle società petrolifere ed energetiche, istituendo in Basilicata
un fondo specifico da indirizzare alla difesa del welfare da tempo fortemente a
rischio, in particolare per le categorie più deboli, gli anziani, le famiglie
monoreddito, i lavoratori precari.
Si tratta di una proposta che il segretario generale Uil Pierpaolo
Bombardieri ha messo sul tavolo del Governo da oltre un anno e che assume
significati particolari e specifici nella nostra regione, macrofornitrice di
petrolio e gas. Parliamo di un gettito più che consistente che garantirebbe ben
oltre il “mini-beneficio” del bonus gas per le famiglie lucane. Si pensi che
l’utile netto dichiarato dall’Eni è di oltre 7 miliardi di euro rispetto a 1,2
miliardi (dati raffrontati al primo semestre 2021). La Total è arrivata a 5,7
miliardi di profitti e la Shell sino a 100 miliardi di dollari. Per questo, la
decisione delle aziende energetiche di non pagare la tassa sugli extraprofitti
prevista da una legge della Repubblica italiana è semplicemente scandalosa
In sintesi la UIL propone da tempo:
• l’istituzione di un Fondo Sovrano di Sviluppo regionale alimentato da una
quota stabile delle royalty;
• la destinazione vincolata di parte delle risorse a politiche industriali e
occupazionali nei settori non oil, in particolare energia rinnovabile,
digitale, manifattura verde, agricoltura di qualità e turismo sostenibile;
• un piano condiviso di transizione territoriale nelle aree dove l’attività estrattiva
sta diminuendo, per sostenere imprese, lavoratori e comunità.
Ci sono poi compiti propri del Governo Regionale. La UIL da tempo chiede,
purtroppo inascoltata, un cambio di passo da parte del Presidente Bardi e della
Giunta regionale, affinché si affronti con serietà e visione il presente e
soprattutto il futuro del settore energetico lucano, dentro una strategia di
transizione post-fossile vera, sostenibile e condivisa.
Per questa ragione riteniamo necessario promuovere un momento di riflessione con
i Comuni dei comprensori petroliferi, così come stiamo già facendo con On Way
131 negli incontri con i sindaci, e con le associazioni della società civile,
finalizzato a costruire un’iniziativa comune. Occorre rimettere al centro gli
impegni occupazionali e di sviluppo previsti dal Protocollo d’intesa e
dall’Addendum con Total, così come gli accordi legati ai cambi di appalto nei servizi.
Le proteste e le preoccupazioni di Regione, Comuni e cittadini vanno
trasformate in una proposta concreta, chiara e attuabile nei tempi.
Inoltre i programmi cosiddetti No-oil richiedono una rigorosa verifica. Il caso
più emblematico è diventato il Progetto CED (droni) a Stigliano che dopo tre
anni, come nel gioco dell’oca, è alla casella di partenza.
La Basilicata può diventare un laboratorio nazionale di transizione giusta,
dove il valore del petrolio finanzi la diversificazione produttiva e non la
dipendenza.
Serve però una visione unitaria tra Regione, Governo, parti sociali e comunità
locali, capace di trasformare un’eredità industriale in una nuova stagione di
sviluppo sostenibile e di lavoro stabile.
VINCENZO TORTORELLI, SEGRETARIO REGIONALE UIL BASILICATA


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