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domenica 4 marzo 2018

SEZIONE CORTE DI APPELLO DELLA CORTE DEI CONTI. MATERA. EX COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DOVRÀ RISARCIRE AL COMUNE 65.949,54 EURO PER LA VICENDA DELL'AUTOVELOX IN VIALE ITALIA: PER L'ACCUSA ERA “CONTRA LEGEM”

ROMA. CORTE DEI CONTI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 4.3.18

MATERA - La Corte dei conti, sezione seconda d'appello, ha accolto parzialmente il ricorso della Procura di Basilicata contro l'assoluzione in primo grado del comandante pro tempore della Polizia municipale di Matera, Franco Pepe, obbligandolo a risarcire il Comune della città dei Sassi con 65.949,54 euro. L'assoluzione era contenuta nella sentenza n. 72 della Sezione lucana del 24 giugno 2013. Questi i fatti in dispositivo: “La Procura di Basilicata aveva citato Pepe per sentirlo condannare al risarcimento di 152.423,11 euro in relazione alle spese che l'ente locale aveva sostenuto per la notificazione (euro 43.345,92) di verbali di infrazione al codice della strada, nonché per quelle conseguenti alla soccombenza nei giudizi di annullamento (euro 173.661,55), somma diminuita di euro 64.583,91 incassati per il volontario pagamento di alcuni automobilisti. Le infrazioni erano dovute al superamento dei limiti di velocità su viale Italia ed erano state accertate con l’impiego di un’apparecchiatura di rilevazione fissa collocata con determina del 13 dicembre 2006 e rimasta operativa a tutto agosto 2009. Secondo la Procura l’installazione era contra legem perché viale Italia era una strada sulla quale sarebbe stato possibile operare solo con sistemi di rilevazione che consentivano la contestazione immediata. Da qui l’illegittimità delle infrazioni e l’annullamento dei verbali”. La sentenza 72/2013, però, escluse la colpa grave contestata a Pepe respingendo la domanda risarcitoria a suo carico. Da qui l'appello del Procuratore regionale. Con una memoria del 19 novembre 2014 l'ex comandante della Polizia municipale ha preso posizione sui motivi dell’appello deducendone l’infondatezza e replicando punto su punto alla Procura chiedendo la conferma della sentenza impugnata. E la sezione d'appello della corte contabile ha riconosciuto il fondamento del ricorso della Procura lucana sull’esistenza della colpa grave ma ha ridotto la quantificazione del danno ascrivibile a Pepe a 65.949,54 euro.

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