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mercoledì 7 febbraio 2024

IL CAOS. L’ATTACCO HACKER AL SISTEMA INFORMATICO DEL SERVIZIO SANITARIO DELLA BASILICATA MOLTO PIÙ GRAVE DEL PREVISTO. A 11 GIORNI DALL’AZIONE DEI “PIRATI” MOLTE PRESTAZIONI SONO ANCORA IN “COMA”

NIENTE ESAMI DI LABORATORIO AGLI ESTERNI NEGLI OSPEDALI DEL MATERANO; NIENTE POSTA ELETTRONICA E MOLTO “CARTACEO” NELL’AZIENDA DEL POTENTINO. E PERDURA IL SILENZIO DELLA REGIONE SU QUANTO ACCADUTO. URGE UNA MAPPA QUOTIDIANA DELLE CRITICITÀ

NOSTRA NOTIZIA ESCLUSIVA. RIPRODUZIONE RISERVATA © COPYRIGHT FILIPPO MELE

L’attacco degli hacker al sistema informatico del Servizio sanitario della Basilicata (Ssr) ha prodotto effetti molto più gravi di quelli previsti o di quelli comunicati dalle fonti ufficiali. Ad oggi, infatti, ad 11 giorni dall’intrusione pirata, sono ancora bloccate le prestazioni di laboratorio di analisi agli esterni degli ospedali della Azienda sanitaria di Matera (AsM) con accessi record alle strutture private. Bloccati nella stessa azienda tutti coloro che lavorano da remoto, in smart working. Difficoltà anche nei Distretti sanitari. Nella Azienda sanitaria di Potenza (AsP), invece, risulta a tutt’oggi bloccata la posta elettronica mentre i referti delle visite e degli esami specialistici vengono scritti a mano. Come accade nel Servizio del rinnovo delle patenti. Secondo quanto comunicato in mattinata, tuttavia, la refertazione telematica dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) riprendere regolarmente entro la fine della settimana in corso. La Asp, a proposito, chiede “pazienza agli utenti. Il fine ultimo è quello di salvaguardare la privacy e i dati dei cittadini stessi e la sicurezza delle cure”. Già. Ma la pazienza sta per finire in tutti gli assistiti della Regione Basilicata. Anche perché la Regione perdura nel suo silenzio sulla questione. Si convocano conferenze stampa per molto meno e non per un attacco informatico che, praticamente, ha gettato nel caos il servizio sanitario regionale di Basilicata! Nulla è stato reso noto sul lavoro dei tecnici dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e degli uomini della Polizia postale; niente sulle modalità dell’attacco e sulle criticità che l’hanno consentito. Ed ancora: Come sono entrati gli hacker? Il sistema del Ssr era dotato di blocchi anti intrusione? E’ confermato che si tratta di hacker russi? Gli stessi, magari, di altri attacchi portati a termine in questi giorni in altre realtà informatiche d’Italia come quella dell’Azienda sanitaria di Cosenza? Da dove hanno attaccato? Quanto hanno chiesto di riscatto? Quanti dati sensibili dei pazienti hanno rubato?

Insomma, domande su domande. Senza risposta. Sarebbe utile che l’unità di crisi costituita a livello regionale fornisca agli utenti, con chiarezza e tempestività, giorno per giorno, la mappa delle criticità. Altrimenti regnerà ancora il caos.

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