LE ACCUSE DELLA DIREZIONE
DISTRETTUALE ANTIMAFIA. LEGGI LA NOTIZIA INTEGRALE
PROCURA DISTRETTUALE DELLA
REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI
POTENZA
DIREZIONE DISTRETTUALE
ANTIMAFIA
COMUNICATO STAMPA
Nelle prime ore di questa mattina,
nelle province di Matera e Taranto, personale della Direzione Investigativa Antimafia —
Dipartimento dl PS, della Squadra Mobile della Questura di Taranto, dei Carabinieri del R.O.S. e
della Compagnia di Policoro e della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Taranto e della Compagma di Policoro, collaborati
nella fase esecutiva da personale delle rispettive unità cinofile e dai Comandi
Provinciali territorialmente competenti, ha dato esecuzione a 21 decreti di
fermo emessi da questa Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di soggetti
indiziati sia di appartenere ad una una conjèderazione mafiosa, operante sul
litorale jonico lucano, riferibile alle famiglie Scarcia/Scarci, che di
ulteriori delitti quali quelli di estorsione, illecita concorrenza, detenzione
e porto dl esplosivi e di armi ed altro, per un totale di 81 reati-fine
contestati.
Secondo la ricostruzione
dell'accusa da sottoporre al vaglio giurisdizionale valendo in ogni caso la
presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva di condanna le attività
delittuose contestate ai soggetti indiziati di apprtenenza al sodalizio erano
finalizzate ad acquisire, in modo diretto o indiretto, avvalendosi della forza di
indmldazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di
omertà che ne deriva, la gestione ed il controllo monopolistico delle attività
turistiche, balneari, di pesca professionale e di ristorazione presenti sul
litorale ionico lucano.
Il provvedimento eseguito,
emesso d'urgenza essendo stato ritenuto il concreto pericolo di fuga, è lo
sviluppo di una lunga e complessa attività d'indagine coordinata da questo
Ufficio e svolta in modo sinergico e congiunto dalle forze di polizia
giudiziaria sopra menzionate che ha permesso di accertate a livello indiziario,
l'esistenza dl una confederazione mafiosa composta da due famiglie (famiglia
SCARCI, con al vertice SCARCI Andrea origiaria di Taranto, e famiglia SCARCIA,
con al vertice SCARCIA Salvatore c Daniele, in passato raggiunti da sentenze di
condanna passate in giudicato per fatti di criminalità organizzata) che
sarebbero capaci di cotrollare le attività economiche e criminali del litorale
in esame, anche durante stato detentivo di alcuni membri delle stesse.
SCARCI Andrea era demandato
il controllo del tratto di mare antistante Scanzano Jonico e alla famiglia di
SCARCIA Salvatore il tratto di mare antistante Policoro.
Dalle indagini emergeva a
livello indiziario che proprio nel settore della pesca professionale la
confederazione mafiosa avrebbe Imposto la C.d. "signoria" nello
specchio di mare interessato, attraverso un vero e proprio controllo e
condizionamento delle attività professionali della pesca, con uso strumentale
della capacità intimidatoria e quindi con condotte • esplicite o implicite - di
violenza e/o minaccia, idonee ad incidere sul meccanismi di una concorrenza
libera e lecitamentc attuata garantendosi un regime di "monopolio"
sulle attività marinare.
L'associazione mafiosa,
quindi, secondo la ricostruzione degli inquirenti da verificare in sede
giurisdizionale, con lo scopo di Inibire l'altrui concorrenza, imponeva a tutti
gli altri imprenditori del settore una tangente da pagare (la C.d. "parte")
per poter pescare nello specchio di mare antistante da Metaponto di Bernalda e
di Nova Siri ovvero, prospettando possibili conseguenze per chi non avesse
rispettato le imposizioni, impedendo alle C.d. Paranze di autodeterminarsi
nell'esercizio della propria attività imprenditoriale/professionale.
Le attività di indagine
complessivamente condotte sotto la direzione della Direzione Distrettuale
Antimafia di Potenza hanno, quindi, permesso di accrescere il patrimonio di
conoscenze relative al fenomeno dell'associazionismo mafioso nella provincia di
Matera e segnatamente lungo il litorale jonico, con forti ed attuali momenti di
ingerenza anche nel territorio di Taranto.
Indicativo della diffusa
condizione di assoggettamento nell'ambiente che circondava il sodalizio è
l'atto di defètenza il cd "inchino" compiuto in Scanzano Jonico (MT)
la mattina del 15 agosto scorso allorquando, nel compiere la cd Processione del
Mare con la statua della Vergine portata in barca, il corteo religioso veniva
fermato — senza nè autorizzazione nè preavviso all'Autorità Ecclesiale presente
a bordo — dinanzi al tratto di spiaggia, ora libero, ma in un recente passato
occupato dallo stabilimento balneare gestito dagli SCARCI e dove vengono
rimessate, a tutt'oggi, le barche da questi utilizzati per uscire in mare
(dove, peraltro, la mattina del 27.12.2023, veniva rinvenuto e sequestrato
un'ingente quantitativo di esplosivo pari a circa 13 Kg di cui metà esplosivo
ad alto potenziale impiegato per demolizioni civili e metà a base di
"tritolo"), nella disponibilità degli stessi. Per tale vicenda è
stata notificata a Cariello Pasquale — sindaco del predetto Comune che si era
posto alla guida del corteo religioso informazione di garanzia in quanto
indiziato per il delitto di cui all' art 405 (turbativa di funzioni religiose)
con l'aggravante di cui all'art 416 bis 1 CP.
L'attività investigativa in conclusione, ha, dunque, consentito di
individuare a livello indiziario e da verificare in sede giurisdizionale, una
confederazione mafiosa, composta dai 21 soggetti fermati, a cui sono contestati
i delitti di:
- associazione di tipo mafioso, aggravata dalla
disponibilità di armi e volta ad assumere e mantenere il controllo di attività
economiche finanziate ln tutto o in parte, con i proventi dell'attività
delittuosa; plurimi delitti di estorsione, illecita
concorrenza con minacce o violenza, turbata libertà di incanti, detenzione di
armi ed esplosivi, lesioni personali, occupazione abusiva di proprietà
pubblica, furto, tutti aggravati dall'appartenenza all'associazione rnafiosa e
dall'aver agevolato la confederazione mafiosa SCARCI/SCARCIA.
Nel corso delle attività di
perquisizione a carico degli indagati sono stati sottoposti a sequestro,
munizionamento, preziosi, somme di denaro contante per circa 220.000 euro,
buoni fruttiferi per 40.000 curo.
I fermi di indiziato di
delitto sono stati notificati ai soggetti indicati in allegato.
IL PROCURATORE DISTRETTUALE FRANCESCO CURCIO
SOGGETTI DESTINATARI DEL
FERMO PER INDIZIATO Dl DELITTO DEL P.M.
FLORIO Mario (Cl. 1960)
GAGLIANDRO Francesco (Cl.
1987)
GAGLIANDRO Giuseppe (Cl.
1960)
NGJELA Xhoni (Cl. 1999)
PASSARELLI Giuseppe (Cl.
1973)
SCARCI Andrea (Cl. 1954)
SCARCI Giuseppe (Cl. 1955)
SCARCI Luciano (Cl. 1985)
SCARCI Pietro (Cl. 1978)
SCARCIA Adriano (Cl. 1962)
SCARCIA Daniele (Cl. 1973)
SCARCIA Emanuele (Cl. 1987)
SCARCIA Giuseppina (Cl. 1989)
SCARCIA Salvatore (Cl. 1967)
BOCCIA Egidio (Cl. 1981)
GIORDANO Antonio (Cl. 1984)
COTUGNO Saverio (Cl. 1973)
MULLAJ Alessio (Cl. 2000)
ALBANO Pietro (Cl. 1991)
LOFRANO Matteo (Cl. 1986)
DINISI Pasquale (Cl. 1983).
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