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martedì 22 ottobre 2024

LA VERA STORIA DELL’ALLUVIONE NEL METAPONTINO. GLI AGRICOLTORI DANNEGGIATI DENUNCIANO LA GESTIONE DELLA DIGA DI GANNANO

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ALLUVIONE NEL METAPONTINO DEL 21 OTTOBRE 2024

Una triste giornata per le campagne del Metapontino. Nella mattina di lunedì 21 ottobre 2024, il fiume Agri è esondato in più punti con le criticità maggiori nelle contrade di Marone, Caprarico e Canala in agro di Tursi e tra Policoro e Scanzano. Il tutto è accaduto a seguito delle copiose piogge che si sono verificate dalle prime ore del giorno e sono proseguite durante tutta la mattinata.

Gli agricoltori disperati hanno visto il livello dell’acqua raggiungere in pochi minuti la cima degli alberi coltivati, il proprio bestiame disperso nei vortici del fiume, i trattori e gli attrezzi sparire sott’acqua e i capannoni riempirsi di melma. Danni ingenti e diffusi. È intervenuto persino un elicottero che ha salvato 5 persone che non avevano fatto in tempo a raggiungere un luogo sicuro tanto è stato repentino il crescere del livello dell’acqua.

Sul banco degli imputati la gestione della diga di Gannano. Uno sbarramento, più che una diga, che durante l’estate solleva il livello dell’acqua del fiume Agri convogliandolo per l’irrigazione di Scanzano e Marconia. In questa occasione non si è capito ancora chi ha determinato l’apertura e la chiusura delle paratoie. Pare che durante le prime ore della mattina i terreni a monte della diga, i più prossimi al fiume Agri in località di Caprarico, erano già sono circa due metri di acqua. Solo con le prime ore del giorno pare sia stato attivato il sistema di paratoie che ha riversato a valle della diga un sempre maggiore quantitativo di acqua che ha sorpreso tutti. Il livello dell’acqua è cresciuto velocemente e i malcapitati hanno chiamato i vigili del fuoco e la protezione civile. Pare che, per provare a salvare le 5 persone bloccate sugli alberi e sui mezzi tra contrada Marone e contrada Golfo, i vigili del fuoco abbiano chiesto la riduzione del flusso di acqua in uscita dalla diga di Gannano a monte. Tale manovra pare che abbia determinato un abbassamento del livello a valle con un iniziale deflusso l’acqua verso il mare, ma un aumento del livello a monte della diga al punto da determinare un secondo allagamento a Caprarico. A seguito del salvataggio con l’elicottero, pare che la diga di Gannano sia stata riaperta determinando una seconda fase di alluvione a valle partendo da contrada Marone e attraversando i territori di Scanzano e Policoro.

Perché nessuno ha avvisato gli agricoltori di tali manovre alla diga di Gannano? Chi ha ordinato l’apertura e la chiusura della diga di Gannano determinando le due ondate di alluvione a monte e a valle dello sbarramento? I sindaci e la protezione civile erano stati avvisati per tempo? Basta la flebile sirena della diga ad avvisare un comprensorio lungo circa 20 chilometri in una giornata in cui ha prevalso il ruggito del fiume Agri? I vigili del fuoco e la protezione civile, dopo aver salvato le vite umane, che supporto hanno offerto agli agricoltori che hanno visto i propri terreni e i propri magazzini allagati? La Regione Basilicata, che ha fatto i sopralluoghi lungo il fiume Agri nelle scorse settimane con l’elicottero, quali criticità ha riscontrato e quali provvedimenti ha messo in campo in questi anni? La Regione Basilicata ha previsto interventi di emergenza per ristorare i danneggiati, tutti i danneggiati? Il tracciato del fiume Agri è stato deviato in questi anni di incuria e da chi? Al punto da determinare uno straripamento nei terreni agricoli di proprietà?

Adesso i terreni agricoli alluvionati sono ricoperti di melma. Le pratiche agricole sono interrotte e chissà per quanto tempo, con immediati e diretti danni alle coltivazioni e ai bilanci degli agricoltori.  

Si attende risposta alle numerose domande.

GLI AGRICOLTORI DANNEGGIATI

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