UNA STRUTTURA CULTURALE, VIVA, VISITABILE, CON REPERTI DEL PERIODO STORICO DI REALIZZAZIONE DELLA TURRIS HISCHINZANAE, CON UN MUSEUM SHOP, COLLEGATA AD UN CIRCUITO DEI MUSEI DEL METAPONTINO. LEGGI LA NOTIZIA INTEGRALE
SCANZANO JONICO – Che fare della Torre aragonese o saracena o del faro o Hischinzanae? La domanda dovrebbe essere all’ordine del giorno di chi amministra la città del Metapontino ma anche di chi vuole il suo sviluppo socio-culturale-economico. Ed anche di un organismo come il Ministero della Cultura e della Direzione regionale dei musei della Basilicata.
Modestamente ci permettiamo di formulare una proposta per l’unica torre di avvistamento della Basilicata e tra le poche del Sud Italia dell’epoca medioevale e immediatamente post-medioevale rimasta in piedi e ristrutturata a spese dello Stato. Ebbene la struttura diventi un Museo della civiltà marinara. Una realtà espositiva che non esiste nella nostra regione e che può efficacemente collegarsi ai musei ed ai siti della Magna Grecia già esistenti. Una struttura viva, visitabile ogni giorno, con all’interno reperti (carte geografiche sull'evoluzione della costa, arredamento d’epoca dei diversi ambienti che costituivano la Torre e con notizie su chi ci lavorava ed abitava, armi, usi e costumi del popoli), con al suo interno un Museum shop. E con la ottimale ristrutturazione anche dell'area circostante. Il tutto sotto la gestione del Ministero e, quindi, della Direzione regionale musei. Proprio come gli altri oggi esistenti in Basilicata.
Certo, si tratta di un appunto per una proposta ma che si può approfondire. La nostra idea è sul tavolo. Chi ha di meglio si faccia avanti. Noi, intanto, ci dichiariamo disponibili a lavorare, con le istituzioni ed associazioni, per la sua realizzazione.
CENNI STORICI SULLA TORRE DEL FARO (O SARACENA O ARAGONESE O HISCHINZANAE)
FONTE WIKIPEDIA.ORG
Turris Hischinzanae è l’antico nome della torre marina da cui ha preso il nome la località di Scanzano Jonico. Essa fu fatta costruire nel XVI secolo, durante il periodo aragonese, su ordinanza del viceré spagnolo, per assolvere la funzione di avvistamento. Successivamente fu adibita a faro per i pescatori, tanto che oggi è nota come Torre del Faro. Torre Scanzana era un nodo essenziale nella rete di fortificazioni atte a presidiare la costa jonica. La difesa dei litorali del Regno di Napoli dalle incursioni di pirati Turchi provenienti dal mare, per mezzo di torri di avvistamento, fu progettata organicamente a partire dal 1563, ma sua realizzazione venne molto ritardata nel tempo. Nel 1569 venne redatto un elenco delle torri esistenti e di quelle ancora da farsi, in cui erano previste o confermate tredici torri sulle marine della Basilicata. Delle sei originarie sul litorale jonico lucano, Torre Scanzana è l’unica ancora esistente, assieme alla Torre Mozza di Policoro (in pessimo stato di conservazione). La Torre del Faro rientra nella tipologia più semplice fra quelle costruite nel regno: pianta quadrangolare e volume tronco-piramidale, vano unico a mezza altezza sul terrapieno di base a cui si accedeva tramite scale volanti, feritoia sulla facciata a mare, sul tetto un volume unico con uscita dall’interno da scala inframurale e guardiola di riparo per l’avvistamento.
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