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giovedì 10 ottobre 2024

BASILICATA. GIORNATE FAI (FONDO AMBIENTE ITALIANO) D’AUTUNNO 12 E 13 OTTOBRE 2024. DOVE ANDIAMO NELLA NOSTRA REGIONE?

CI SONO BEN 40 VISITE GUIDATE A CONTRIBUTO LIBERO IN ALTRETTANTI LUOGHI STORICI, MONUMENTALI E PAESISTICI, SINORA INACCESSIBILI O POCO VALORIZZATI. DOVE? NON VI RESTA CHE LEGGERE LA NOTIZIA INTEGRALE E SCEGLIERE IL VOSTRO ITINERARIO

ROTONDELLA

PALAZZO BARONALE POLICORO

CASTELLO DI BERNALDA

LA CASSARMONICA DI GROTTOLE (FOTO DAN KIDSON)

MARCONIA DI PISTICCI

                                            SERVIZIO FOTOGRAFICO FAI

FONTE FAI (FONDO AMBIENTE ITALIANO)

XIII EDIZIONE DELLE GIORNATE FAI D’AUTUNNO

EVENTO NAZIONALE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA E DI RACCOLTA PUBBLICA DI FONDI

SABATO 12 E DOMENICA 13 OTTOBRE 2024

VISITE A CONTRIBUTO LIBERO IN 700 LUOGHI INACCESSIBILI O POCO VALORIZZATI IN 360 CITTÀ D’ITALIA

ELENCO COMPLETO DEI LUOGHI APERTI IN ITALIA E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE SU www.giornatefai.it

ELENCO COMPLETO DEI LUOGHI VISITABILI IN BASILICATA MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO SU https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=BASILICATA .

IN BASILICATA

Sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024 tornano per la tredicesima edizione le Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti e amati eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS. Da Nord a Sud della Penisola 700 luoghi d’arte, storia e natura, insoliti e curiosi, poco conosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno al pubblico in 360 città (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it), grazie all’impegno, alla creatività e alla passione di migliaia di volontari del FAI attivi in ogni regione. Partecipare alle Giornate FAI non è solo un’occasione per scoprire e per godersi il patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso la missione del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere la missione del FAI con una donazione.

Le Giornate FAI d’Autunno vedono una speciale partecipazione dei giovani volontari del FAI, organizzati nei Gruppi FAI Giovani che, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione e agli “Apprendisti Ciceroni”, con fantasia ed entusiasmo racconteranno l’Italia in due giorni di festa intitolata alla conoscenza del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo del nostro Paese. Un patrimonio che non consiste solo nei grandi monumenti, ma anche in edifici e paesaggi sconosciuti, luoghi che custodiscono culture e tradizioni e che tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per sempre e per tutti, come è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.

“Il bello, la forza, l’originalità delle Giornate FAI d’Autunno consiste proprio nella straordinaria e inaspettata varietà delle scelte, nella sorpresa che sempre si rinnova di ciò che la nostra Rete Territoriale identifica per le aperture; e ancora e soprattutto questo “bello” sta nella fantasia di una schiera di italiani civili ed energici che si mettono al servizio del Patrimonio comune attraverso il FAI. Questo è il senso più profondo della tredicesima edizione delle Giornate FAI; un grande segnale di ottimismo, di vigore, di fratellanza civile di tanti cittadini – delegati, volontari e “Apprendisti Ciceroni” – per i loro concittadini” ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico.

Le Giornate FAI d’Autunno sono quindi, con le loro 700 aperture di luoghi solitamente inaccessibili o poco valorizzati in 360 città,  un’occasione unica per conoscere le tante sfaccettature del nostro patrimonio culturale e artistico:  un viaggio che porterà a conoscere palazzi storici, ville, chiese  e collezioni d’arte, ma anche laboratori artigiani, esempi di archeologia industriale e siti produttivi con un programma di itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici, e speciali aperture dedicate alla sostenibilità e alla conoscenza della natura e del paesaggio. Tutto questo è il patrimonio culturale dell’Italia, il “nostro patrimonio”, che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento. A chi desideri partecipare verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione.

Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di raccolta fondi della Fondazione “Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese.

Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.

L’ELENCO COMPLETO DEI LUOGHI VISITABILI IN BASILICATA CON ILLUSTRAZIONE DEL SITO E LE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO E’ LEGGIBILE CLICCANDO SU: https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=BASILICATA .

MA ECCO ALCUNE DELLE APERTURE PIÙ INTERESSANTI IN BASILICATA COME PRESENTATE DAL FAI

MATERA

SANTUARIO DI SANTA MARIA DI PICCIANO

Sull’altura di Picciano, a circa 15 chilometri da Matera, sorge l’importante Santuario mariano, che custodisce testimonianze della presenza benedettina, come i resti del portale romanico dell'antico oratorio, sin dai secoli X-XI. Il punto in cui è situato permette di scorgere il Monte Vulture, il Mar Jonio e moltissimi centri lucani e pugliesi. Si trova tra la fossa Bradanica e la Gravina di Picciano, un luogo frequentato sin da tempi remoti per la facilità di raggiungere i sistemi viari, compresa la via Appia, e le vie della transumanza. Il monastero divenne sempre più importante, anche grazie alla sua posizione, tanto che dalla fine del Trecento destò l'interesse degli ordini cavallereschi, i Templari prima e i Cavalieri di Malta poi, dei quali divenne commenda. Dopo anni di prosperità, nel 1809-1810 le soppressioni ecclesiastiche volute da Murat colpirono Picciano. Negli anni ’60 tornarono i Benedettini Olivetani e agli inizi del ‘900 la Diocesi materana aveva riacceso l'interesse dei fedeli sul Santuario. La lunga e articolata storia del complesso monastico è testimoniata dai suoi edifici, più volte rimaneggiati, ampliati o ricostruiti in seguito a demolizioni e terremoti. La chiesa ha assunto l’assetto definitivo solo alla fine del Settecento e oggi, dopo i recenti restauri, mostra elementi decorativi rimasti a lungo nascosti. Il Santuario conserva una Sacra Effigie Mariana, affresco quattrocentesco, probabilmente copia di un originale più antico, con una lunga storia di devozione. Nel 1601 Fra Girolamo Carafa, titolare della Commenda, ne fece eseguire una copia che portò a Malta, dove morì nel 1617, lasciandola come legato testamentario alla Concattedrale de La Valletta, dove è ancora esposta. L’affresco di Picciano fu inoltre il modello per molte copie che si diffusero sul territorio, arrivando anche in Abruzzo. Nel corso delle Giornate FAI d’Autunno si visiterà anche il salone, dove sono esposte testimonianze storiche e artistiche e il moderno chiostro. Verrà inoltre sottolineato il valore paesaggistico del luogo, che sintetizza le caratteristiche del territorio materano e saranno illustrate le erbe officinali presenti e tuttora utilizzate nel monastero.

Questo sito fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, beneficiando di fondi europei - PNRR programma tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale.

GROTTOLE (MT)

L’ANTICA CASSARMONICA RACCONTA IL BORGO

Grottole è un borgo che sorge tra due fiumi, il Basento e il Bradano. Il suo territorio è compreso, in parte, nella Riserva Regionale San Giuliano. Oltre a un interessante patrimonio storico e artistico, questo paese custodisce un manufatto particolare: la Cassarmonica, inaugurata il 16 agosto 1924 e utilizzata sin dalla sua creazione con il fine di adornare la piazza e accogliere le esibizioni bandistiche e orchestrali durante le feste religiose. La Cassarmonica è patrimonio della collettività grottolese, che ha chiesto alla Soprintendenza di essere dichiarato Bene di interesse storico. La Cassarmonica era il “teatro del popolo”: la sua architettura, a pianta centrale, è concepita in modo tale che è possibile godere dell'esibizione di uno spettacolo da ogni lato la si guardi. Da un punto di vista acustico, ha la capacità di amplificare il suono tramite la sua pedana, completamente vuota. La Cassarmonica, montata solo per la festa patronale e per occasioni particolari, verrà allestita appositamente per le Giornate FAI d’Autunno. La visita si amplierà al racconto delle tradizioni del borgo - dove è stato ambientato il romanzo di Mariolina Venezia “Mille anni che sto qui”, vincitore nel 2007 del Premio Campiello – e dei suoi monumenti principali, dalla chiesa diruta al castello feudale.

ROTONDELLA (MT)

GOLE DI CANDELA

Le Gole di Candela sono un’area naturalistica situata ai piedi di Monte Coppolo, all’interno della prima area wilderness in Basilicata, uno spazio non antropizzato che comprende la parte alta della Valle del Canale Candela, un luogo di grande valore dal punto di vista geologico, botanico, faunistico e paesaggistico. Risalendo le gole si incontrano suggestivi salti d'acqua e strati rocciosi i cui colori manifestano l’appartenenza a epoche geologiche differenti. Sul fondo della piccola fiumara del Canale Candela, a quota 238 s.l.m., si trova l’omonimo lago, che si formò nel febbraio del 1903 a causa di una grande frana. Nel gennaio del 1905 una seconda frana, più imponente della prima, devastò il versante destro del lago e contribuì ad allargarlo, conferendogli le dimensioni che ancora oggi il suo invaso conserva. L’acqua, invece, non c’è più: si tratta, infatti, di un “lago effimero”, scomparso completamente a causa del cambiamento climatico: non riuscendo più ad alimentarsi grazie alla neve che si scioglie o alle piogge, il lago di Candela ha lasciato spazio a un habitat trasformato e oggi è coperto da un bosco di salici e da alcuni esemplari di vite selvatica. La vegetazione presenta leccio, pino d’Aleppo, lentisco e altre specie tipiche della macchia mediterranea. Per la fauna si segnalano il nibbio reale, la poiana, l'istrice, il gatto selvatico e la lontra. Spettacolari sono le gole e le pareti rocciose di flysh, sedimenti marnosi-argillosi misti a calcare. Durante le Giornate FAI d’Autunno si giungerà al sentiero, sul fondo della piccola fiumara del Canale Candela e si risalirà l’ampio alveo inoltrandosi nel vallone sempre più stretto. Condizioni climatiche permettendo, si potrà attraversare il ruscello e la prima cascatella, la Cascata dei Capelvenere, per proseguire nell’ambiente roccioso formato dal Lastrone dei Ciclopi col sovrastante Anfiteatro del Falco, due formazioni di grande valore geomorfologico. La passeggiata raggiungerà la pinetina di rimboschimento, da cui si prosegue fino ad arrivare a vedere il suggestivo “lago effimero”: la visita permetterà dunque di parlare degli effetti del cambiamento climatico, un tema urgente e drammaticamente attuale, per il quale il FAI è sceso in campo con la campagna di sensibilizzazione #FAIperilclima.

POTENZA
PALAZZO DELLA BANCA D’ITALIA

Il Palazzo della Banca d'Italia è un edificio storico del quartiere più antico di Potenza che ospita la maggior parte degli edifici e delle testimonianze del passato, chiamato da tutti “Sopra Potenza” per la sua posizione elevata a 819 metri slm. L'istituzione della filiale della Banca d'Italia a Potenza avvenne il 23 luglio 1865, dopo che il Consiglio Provinciale di Basilicata approvò la creazione di un “Banco succursale nel capoluogo”; negli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia la Banca Nazionale avvertì infatti l'esigenza di estendere la sua presenza alle province meridionali del Regno, così da acquisire il servizio di Tesoreria provinciale dello Stato su tutto il territorio nazionale. Il Palazzo attuale fu però realizzato solo nella seconda metà degli anni Trenta del Novecento, e rappresenta il primo importante edificio d'epoca fascista della città nonché l'unico in stile eclettico anziché moderno, come era in voga durante il regime. L'ingresso monumentale si affaccia su via Pretoria, ma presenta anche due ingressi aggiuntivi: uno sul retro, in via XX Settembre, e l'altro sul lato, in vico Emanuele Viggiani. L'edificio è a pianta quadrata e si sviluppa intorno a un atrio centrale coperto da lucernario; presenta quattro piani sopraelevati, oltre a un seminterrato che ospita gli archivi. La facciata e la pianta seguono lo schema rigoroso proprio dell'epoca, mentre l'esterno presenta dettagli stilistici di ispirazione rinascimentale quali i balconi su mensoloni, il bugnato inciso nel basamento, le arcate dei loggiati dell'ultimo piano che interrompono il cornicione aggettante. Il prospetto dell'edificio su via XX Settembre suscita particolare interesse per la presenza, nel bugnato basamentale, di un portale marmoreo con colonne doriche e di una vetrata scandita da una serie di pilastri sui quali continua il rivestimento a bugne della parte inferiore. La sede potentina della Banca d'Italia è accessibile al pubblico solo parzialmente per espletare i suoi compiti istituzionali; l'apertura delle Giornate FAI consentirà di accedere eccezionalmente ad alcuni ambienti come la stanza del Direttore e l’anticamera adiacente che conservano opere di importanti autori locali come Masini e Tricarico. Saranno inoltre esposti per la prima volta registri d'epoca e interessanti documenti d'archivio.        
TORRE GUEVARA     
La Torre Guevara sorge a est del centro storico di Potenza, all'interno di una nuova area verde. Significativo esempio di architettura romanica, la torre faceva parte del Castello di Potenza ed è l'edificio più antico della città. Il Castello, probabilmente di costruzione longobarda, risaliva infatti all'XI secolo. Strategico per il controllo della regione, fu la sede dei Conti di Potenza, mentre nel 1268 venne conquistato da re Carlo d'Angiò per poi, sotto il dominio Aragonese, passare nelle mani della famiglia Guevara, che lo ristrutturò assieme alla città. Nel 1621 i Frati Cappuccini ne fecero un ospizio, mentre nel 1810 il Castello fu trasformato nella prima sede dell'Ospedale San Carlo da Gioacchino Murat, cognato di Napoleone. Tra l'800 e il ‘900 subì diverse ristrutturazioni e cambiamenti finché, nel secondo Novecento, venne demolito: solo la Torre, oggi riqualificata, resta in piedi. La sua struttura massiccia, a pianta cilindrica, si sviluppa su tre livelli che presentano 10 metri di diametro e 20 metri di altezza. Venne realizzata con pietra locale, pietre che si trovavano sul letto del fiume Basento, con alcune aperture che servivano per la ventilazione e l'illuminazione. Logorata dal tempo, la sua posizione offre uno sguardo suggestivo sulla città e su tutta la valle circostante. Durante le Giornate FAI, nella sala al piano terra della Torre, attualmente chiusa al pubblico, sarà possibile ammirare una selezione di opere del fotografo sardo Franco Pinna, fotoreporter nelle spedizioni dell'etnologo Ernesto De Martino, avvenute in Basilicata tra il 1952 e il 1959. Particolare risalto verrà dato, trattandosi delle vestigia di un castello che fu ospedale, al tema della cura, che Pinna ebbe modo di documentare sul campo.

ATELLA (PZ)     
MONASTERO DI SANT’IPPOLITO A MONTICCHIO
L'apertura nelle Giornate FAI d'Autunno prevede la visita guidata a un luogo di grande fascino, come testimoniano antichi visitatori fin dal '700 e '800, precisamente al Monastero benedettino, detto di Sant'Ippolito, luogo del cuore FAI. Sorge sull'istmo dei laghi, formatisi dopo l'ultima eruzione di 125 mila anni fa, nella caldera di un vulcano spento, in un habitat in cui convivono l'acero cappadocicum, specie orientale importata dai monaci, l'alburnus vulturius, un'alborella autoctona d'acqua dolce, e la Bramea, falena notturna, scoperta nel 1963 dall'entomologo Hartig. Sant'Ippolito era il centro della potente comunità benedettina che possedeva beni in tutta la zona, dalle più importanti chiese di Melfi, San Lorenzo, San Nicola e Sant'Antonino, a terreni in Calabria e Puglia. Prosperò fino al 1456, quando un disastroso terremoto lo rase quasi interamente al suolo. I primi interventi archeologici del 1963, con l'Arch. Schettini, evidenziarono un primo impianto nella chiesa, del X-XI sec.; gli scavi del 2011 hanno riportato in luce il chiostro occupato da un cimitero del XIII secolo con otto sepolture, di forma antropomorfa, prive di corredo. Nel corso di scavi successivi è emerso un ulteriore edificio di culto. Durante le Giornate FAI, oltre al monastero si visiterà la stazione della funivia, purtroppo dismessa, ma oggetto di attenzione nel Pnrr.

ELENCO COMPLETO DEI LUOGHI VISITABILI IN BASILICATA MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE ALL’EVENTO SU:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=BASILICATA .

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