FONTE ANPI NAZIONALE
L'ANPI lancia un appello alle autorità istituzionali e politiche affinché, in occasione dell'80° anniversario della Liberazione, sia ristabilita la verità storica e sia pienamente attuata la legge 92 del 20 marzo 2004, nota come legge sul Giorno del Ricordo.
L'articolo 1 ne stabilisce
l'ampiezza e il senso, quando recita: 'La Repubblica riconosce il 10 febbraio
quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della
tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle
loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più
complessa vicenda del confine orientale'.
Attraverso l'istituzione nel calendario civile di tale giorno, la legge avrebbe
dovuto compiere un doveroso atto di giustizia nei confronti degli innocenti,
vittime della barbarie dell'infoibamento e della tragedia dell'esodo, ed
assieme un doveroso riconoscimento di responsabilità nei confronti di tante
altre vittime della più complessa vicenda del confine orientale. Non è avvenuto.
A 21 anni di distanza appare con chiarezza che, in occasione della quasi
totalità delle celebrazioni e delle circostanze relative al contenuto della
legge, ci si è riferiti unicamente ed esclusivamente alle due grandi tragedie
delle foibe e dell'esodo con una ricostruzione ufficiale che spesso ha teso a
delegittimare o addirittura a demonizzare qualsiasi contestualizzazione di tali
tragedie, negando così lo spirito e la lettera della legge che esplicitamente
richiama la memoria 'della più complessa vicenda del confine orientale' .
In base ad una presunta verità politica dichiarata come assoluta e
incontestabile si è arrivati al punto di mettere all'indice associazioni,
istituti di ricerca, singoli storici e ricercatori specificamente in merito
alla tragedia delle foibe, con accuse di negazionismo o di riduzionismo con
l'evidente scopo di soffocare la libera ricerca e il libero dibattito e così di
impedire una oggettiva ricostruzione dei drammatici eventi di quegli anni.
In particolare, inoltre, si sono rimosse dal dibattito pubblico due circostanze
storiche che hanno segnato in modo determinante la vicenda dell'attuale confine
italo-sloveno.
La prima è il cosiddetto fascismo di confine che, nel 1919 e negli anni
successivi, insanguinò quelle terre con distruzioni, violenze ed omicidi nei
confronti in particolare delle minoranze slave (sloveni e croati) oltre che
degli oppositori politici del fascismo nascente.
La seconda è l'invasione italiana di territori della ex Jugoslavia iniziata
nell'aprile 1941, assieme all'invasione tedesca e ungherese. Gli occupanti
italiani, agli ordini di comandi militari successivamente accusati di crimini
di guerra, si resero responsabili per anni in tante circostanze di stragi
efferate, internamenti mortali di civili in lager ed inenarrabili atrocità nei
confronti delle popolazioni locali.
Riconoscere tali eventi ed approfondirne le dinamiche non significa affatto
sminuire il dramma delle foibe o offendere la memoria delle vittime, né tanto
meno ignorare il calvario dell'esodo, ma vuol dire contestualizzare tali eventi
nella più generale tragedia originata dall'invasione italiana e
conseguentemente individuare anche le gravissime responsabilità, oggi oscurate,
della guerra fascista e dei suoi responsabili che sono rimasti impuniti.
Negazionista e riduzionista è esattamente chi rimuove tutto ciò e costruisce
una narrazione faziosa, in palese contrasto con la tragica dinamica dei fatti
del tempo e con la stessa legge sul Ricordo, con l'evidente obiettivo di
riscrivere la storia ignorando, sminuendo o nascondendo i crimini del fascismo.
Per queste ragioni l'ANPI - che realizzerà iniziative di buona e piena memoria in tanti territori - fa appello affinché quest'anno quanto meno si avvii da parte delle istituzioni e delle forze politiche un'operazione di verità e di giustizia, nel pieno rispetto delle vittime delle foibe e dei protagonisti dell'esodo ed anche di tutte le altre vittime, italiane e slave di quei terribili anni, e nello spirito di un riconoscimento, seppur tardivo, delle responsabilità dal fascismo italiano. Lo si deve al popolo italiano, al popolo sloveno, al popolo croato"
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
FONTE AGENZIA STAMPA GIUNTA REGIONALE BASILICATA
BARDI RICORDA LE VITTIME DELLE FOIBE
Oggi è la Giornata del ricordo. Il presidente: "Un monito affinché tragedie simili non si ripetano e la storia non venga mai dimenticata. Il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno perso la vita, a chi ha sofferto ingiustizie e persecuzioni. E a coloro che furono costretti all'esilio".
Oggi, 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, la Basilicata si unisce al dolore e alla memoria delle migliaia di vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. “Questa giornata – dice il presidente della Regione, Vito Bardi – rappresenta un monito affinché tragedie simili non si ripetano e la storia non venga mai dimenticata. Il nostro pensiero va a tutti coloro che hanno perso la vita, a chi ha sofferto ingiustizie e persecuzioni, e a coloro che furono costretti ad abbandonare la propria terra, vivendo il dramma dell’esilio. La memoria – aggiunge Bardi – è un dovere civile e morale: solo attraverso la conoscenza e il ricordo possiamo costruire un futuro fondato sulla verità, sulla giustizia e sulla convivenza pacifica. La Regione Basilicata – conclude il presidente – è al fianco di chi si impegna per tenere viva questa pagina della nostra storia”.
FONTE AGENZIA STAMPA CONSIGLIO REGIONALE BASILICATA
GIORNO DEL RICORDO, PITTELLA: "MEMORIA E RICONCILIAZIONE"
Il Presidente del Consiglio regionale: "Questa giornata rappresenta un momento di profonda riflessione per tutti. Alle nuove generazioni il compito di custodire questa memoria non come un peso, ma come un patrimonio di consapevolezza e responsabilità"
"Nella ricorrenza del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, rivolgo un doveroso omaggio alle vittime delle foibe e all'intera comunità degli esuli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, che hanno subito l’immane tragedia di una lacerazione umana e territoriale".
Lo dichiara il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella.
"Questa giornata - prosegue Pittella - rappresenta un momento di profonda riflessione per tutti, volto a preservare la memoria di un capitolo drammatico della nostra storia, affinché resti vivo nella coscienza civile del Paese. La commemorazione non è un atto formale, ma un impegno morale a tramandare la verità di quegli eventi".
"Solo attraverso la conoscenza del passato - conclude il Presidente del Consiglio regionale - possiamo costruire una coscienza civile capace di prevenire future divisioni e violenze. Alle nuove generazioni il compito di custodire questa memoria non come un peso, ma come un patrimonio di consapevolezza e responsabilità. Il ricordo sia monito per il futuro e simbolo di riconciliazione".
FONTE CITTA’ DI PISTICCI FACEBOOK
𝟭𝟬 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟱 - 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗥𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼
Oggi, 10 febbraio, il Comune di Pisticci si unisce al ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
Un momento di riflessione per non dimenticare una pagina dolorosa della nostra storia, quando migliaia di italiani persero la vita o furono costretti a lasciare la propria casa.
Questa sera, alle 17.30, in sala consiliare a Pisticci, si terrà
l’evento “Per non dimenticare ...”. Un incontro dedicato alla memoria delle
Foibe, ma anche della Shoah, arricchito da interventi di storici, contributi
degli studenti del Liceo Classico/ITT Pisticci, e un intermezzo musicale a cura
del soprano Rossella Leone.
L’iniziativa è organizzata dall'Associazione Culturale Unitre di
Pisticci e Marconia, Fidapa Pisticci-Marconia, Gruppo Folk La Pacchianella e
IIS Pisticci Montalbano, con il patrocinio del Comune.
La cittadinanza è invitata a partecipare.




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