Un viaggio nel cuore dell’Europa, in Alsazia, terra causa di conflitti mondiali tra Germania e Francia. Un itinerario, da Strasburgo a Colmar e Mulhouse, sull’onda della commozione per una riunificazione famigliare, quella dei Mele, ma anche per una sorta di omaggio ad una terra diventata simbolo di inclusione, sviluppo economico e sociale, pace.
Cominciamo da Strasburgo, scelta come sede delle principali istituzioni europee: il Parlamento, la Corte dei diritti dell'uomo, il Consiglio d'Europa. Come non “passar da queste parti” per chi, come noi, vuole bene alla grande madre patria chiamata Europa? Ed eccoci davanti alla sede di quel Parlamento dove sventolano le bandiere degli Stati membri. Qui è la capitale della tutela dei diritti dell’uomo, della giurisdizione sovranazionale, della promozione e cooperazione culturale, sociale ed economica.
Il centro storico di Strasburgo è patrimonio dell’Unesco, come i sassi di Matera. Maestosa è la cattedrale di Notre Dame, da togliere il fiato. Facciata, portale, rosone, vetrate, campanile: capolavori dell’architettura gotica. E l’orologio astronomico rinascimentale. E la Petite France, il quartiere antico rimasto così nei secoli, con le tipiche case alsaziane, sull’acqua del fiume Ill, affluente del grande Reno.
Come l’acqua del Lauch è la dominante, con le case in legno, gli addobbi per le festività pasquali, i negozi tipici e le bancarelle di prodotti locali, di Colmar, la Petite Venice, la piccola Venezia. E la lingua italiana, in questo regno della coesione franco-tedesca, è stata una delle più ascoltate nel nostro giro tra le strade, le viuzze, le chiese, le case, adi questo centro storico incantevole d’Europa.
Infine, Mulhouse, capitale della regione, meta negli anni ’60 di tantissimi lavoratori italiani provenienti del Sud Italia. Migranti che hanno lavorato nelle industrie di questa città e che si sono integrati nel suo tessuto politico, sociale, culturale economico. Qui arrivò anche Cosimo Damiano Mele, da Rotondella (Matera), mio zio, con la moglie Antonietta Vileno, da Bonefro (Campobasso). Qui sono nati i suoi quattro figli, Filippo, Michelangelo, Andrea, Mario. Andrea è stato consigliere comunale per 10 anni. Filippo e Michelangelo, pensionati, sono imprenditori immobiliari. Mario lavora in una importante azienda di Basilea, nella vicina, 30 km, Svizzera. I Mele, dunque, sono l’esempio dell’inclusione e dell’integrazione che regnano nel cuore dell’Europa. Ma Mulhouse, dove siamo arrivati sull’onda del “richiamo” familiare è anche, come Strasburgo e Colmar, storia, architettura, arte, religione, turismo.
Splendida la Place de la Réunion, così chiamata per l’arrivo di Charles de Gaulle dopo la seconda guerra mondiale. La piazza, centro della città, è dominata dalla Cattedrale di Saint Etienne, santo Stefano, altro esempio mondiale dell’architettura neogotica. Mirabili le sue vetrate. La cattedrale, è da evidenziare, è di culto protestante.
Ed a Mulhouse termina il nostro viaggio voluto e desiderato da tempo. Eravamo stati qui 55 anni fa. Ci siano tornati spinti da quel sentimento che si chiama famiglia. Non sono quella personale ma, senza retorica, quella grandissima che dovrebbe unire Italia, Francia, Europa.













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