LA PROPOSTA DELLA CGIL DI BASILICATA E DI POTENZA E DELLO SPI CGIL REGIONALE
IN OGNI COMUNE UN LUOGO (STRADA, PIAZZA O SALA) INTITOLATO ALLE VITTIME DEL LAVORO
Le morti sul lavoro sono una piaga drammatica del nostro paese: 1000 morti all’anno, con una media di 3 al giorno. Una vera e propria strage, dovuta soprattutto alle condizioni di lavoro in Italia: sempre più precario, sfruttato, svalutato al solo profitto. A ciò si aggiunge l’assenza di controllo da parte degli organi preposti e la carenza di ispettori del lavoro. Lo hanno sostenuto la Cgil regionale e di Potenza e lo Spi Cgil di Basilicata in un comunicato stampa in cui avanzano la proposta di intitolare in ognuno dei 131 Comuni lucani una strada o una piazza alle vittime.
Un dato, quello degli infortuni sul lavoro, che è anche sottostimato se guardiamo al versante oscuro degli infortuni che quasi mai vengono denunciati, alle morti da amianto, allo sfruttamento nel caporalato. Un cortocircuito in cui nessuno è esente da responsabilità, che chiama in causa le istituzioni e gli organi di informazione, relegando le morti sul lavoro a un trafiletto di cronaca o una notizia appena accennata nel silenzio del servizio radiotelevisivo pubblico. Fatti dolosi di un lavoro tanto irregolare da diventare criminogeno.
E la Basilicata non è esente. Nella nostra regione nei primi sette mesi del 2025 ci sono state nove vittime del lavoro, senza contare la strage dei braccianti agricoli nell'incidente avvenuto sulla Fondovalle dell'Agri, ma residenti in un'altra regione.
"Da tempo la Cgil ha avanzato proposte per fermare questa strage - affermano i segretari generali Spi Cgil Basilicata, Cgil Basilicata e Cgil Potenza, Angelo Summa, Fernando Mega e Vincenzo Esposito - come rafforzare la vigilanza e creare un coordinamento in capo all'Inail, istituire la Procura distrettuale e nazionale del lavoro, introdurre il reato di omicidio sul lavoro e una patente a punti per le aziende virtuose, investire nella prevenzione e nella formazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
A questa drammaticità degli infortuni sul lavoro - proseguono Summa, Mega ed Esposito - si aggiunge la cancellazione della memoria e dell'identità delle vittime, le cui famiglie vengono dimenticate e lasciate nell'isolamento. Ecco perché - concludono - chiederemo un incontro al presidente dell’ANCI Basilicata, Gerardo Larocca, per condividere con lui, in qualità di rappresentante dei 131 Comuni lucani, la proposta di intitolare un luogo alle vittime sul lavoro. La toponomastica segna il passaggio nel tempo delle persone che nel leggere una targa consolidano una memoria e nel ricordo che c’è anche lo stimolo ad agire per evitare che queste tragedie possano ripetersi. Vogliamo condividere un percorso, anche simbolico, un monito affinché ciascuno in questa lotta faccia la sua parte".
LA PROPOSTA DELLA UIL DI BASILICATA
UNA LEGGE REGIONALE SULLA
SICUREZZA SUL LAVORO. COSTRUIAMOLA INSIEME, CON LE IMPRESE E LE ISTITUZIONI
La tragedia di Scanzano Jonico, in cui quattro braccianti agricoli hanno perso
la vita, impone alla Basilicata una risposta immediata, concreta e condivisa.
Non bastano più parole di cordoglio o proclami di circostanza: è tempo di una
riforma strutturale che metta al centro la vita, la dignità e la sicurezza del
lavoro.
Per questo la UIL Basilicata, da anni impegnata nella campagna Zero Morti sul
Lavoro, chiede l’avvio immediato di un percorso legislativo per l’approvazione
di una Legge Regionale sulla Sicurezza sul Lavoro, costruita insieme al mondo
delle imprese, delle istituzioni e delle parti sociali.
“Chiediamo alla Regione di aprire subito un tavolo permanente per scrivere
insieme questa legge — afferma Vincenzo Tortorelli, Segretario Generale UIL
Basilicata —.
Non si tratta solo di aumentare i controlli, ma di creare una cultura condivisa
della sicurezza, dove istituzioni, imprese e lavoratori siano parte dello
stesso patto di responsabilità.
È il momento di unire le forze e di trasformare il dolore in cambiamento.”
La proposta della UIL Basilicata individua alcune priorità strategiche:
• potenziamento dei controlli e della vigilanza nei cantieri, nei campi e nei
luoghi di lavoro;
• garanzia di trasporti sicuri e tracciabili per i lavoratori stagionali;
• istituzione di un Osservatorio Regionale Permanente su infortuni, caporalato
e lavoro irregolare;
• creazione di una rete integrata di prevenzione e formazione, con il
coinvolgimento di ASL, Prefetture, Ispettorati, imprese e organizzazioni
sindacali.
“Questa non è una proposta di parte, ma un atto di civiltà e di riformismo
concreto,” prosegue Tortorelli.
“La sicurezza non è un costo ma un investimento, una condizione necessaria per
uno sviluppo moderno, competitivo e umano della Basilicata.
Da Scanzano deve nascere una nuova stagione di corresponsabilità istituzionale:
la sicurezza come valore comune.”
La UIL Basilicata rinnova quindi l’appello a tutti i partiti e ai consiglieri
regionali:
mettere da parte le bandiere politiche e dare vita a una riforma condivisa che
restituisca centralità al lavoro e alla vita delle persone.
“La Basilicata può essere laboratorio nazionale di buone pratiche e di legalità
nel lavoro.
Per la UIL serve costruire una nuova alleanza tra istituzioni, imprese e
sindacato: insieme, per una Basilicata che difende chi lavora".


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