LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22.3.15
Urge
una delibera del Consiglio regionale in cui venga esplicitato il “No”
al deposito delle scorie radioattive d'Italia. A priori. A
prescindere, cioè, se nella Cnapi (Carta
nazionale delle aree potenzialmente idonee), un assurdo acronimo per
spiegare alla gente che si tratta dell'elenco dei siti ritenuti okay
a cimitero di rifiuti nucleari, vi siano territori di Basilicata. Una
delibera chiesta ieri dall'Associazione ScanZiamo (si, proprio con la
Zeta maiuscola come quella di Zorro) le scorie nata il 13 novembre
2003 quando il Governo Berlusconi ter, con l'Italia attonita per i
morti di Nassiriya, decretò che a Scanzano Jonico sarebbe stata
interrata tutta la merda (scusate la durezza ma occorre dare il senso
alle cose) radioattiva del Belpaese. Un'associazione che si battè,
con l'intera regione, per evitare quel pericolo. E ci riuscì. Da
allora i nostri politici non sono riusciti a risolvere il problema.
Che pende come una spada di Damocle sul collo. Di Chi? Anche, a
sentire il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, della
Basilicata. Dove? Il 24 settembre 2010 la Gazzetta indicò i centri
della Cnapi di allora: Matera, Montescaglioso, Montalbano Jonico,
Banzi, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania. Saranno ancora nella
Cnapi 2015? Non si sa. E noi, come ScanZiamo le scorie, non lo
vogliamo sapere. Speriamo sia così anche per i partiti lucani. A
dirla tutta, però, il “governatore” Marcello Pittella fu chiaro
proprio con noi il 6 gennaio scorso: “Grazie, no. Abbiamo già dato
il petrolio. Nessun sito della Basilicata sarà concedibile per il
deposito delle scorie radioattive”. Ora, quando il tempo della
scelta si è fatto più stringente, è giunta l'ora che anche il
nostro Consiglio regionale, ufficialmente, faccia sentire la sua
autorevole (si spera) voce.
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