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martedì 10 marzo 2015

“SE SI VUOL SUPERARE LA CRISI CI DEVE ESSERE GIUSTIZIA”

SCANZANO JONICO. L'ARCIVESCOVO IERI SERA IN UN'AZIENDA DI COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI

MONSIGNOR SALVATORE LIGORIO SUI RAPPORTI TRA IMPRENDITORI E LAVORATORI 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 10.3.15

 

SCANZANO JONICO – “Nei rapporti tra imprenditori e lavoratori, in qualsiasi settore produttivo, ci deve essere giustizia se si vuole superare la crisi economica in atto. Il lavoro nero ed il caporalato sono una offesa alla dignità umana”. Lo ha detto, rifacendosi alle parole di Papa Francesco, il vescovo di Matera ed Irsina, Salvatore Ligorio, nel magazzino di commercializzazione di prodotti ortofrutticoli Piraccini Secondo. Il presule prima ha celebrato la santa messa, poi è intervenuto alla riflessione a più voci sul tema “Lavoriamo insieme. Economia solidale e salvaguardia del creato”. Numerosi i lavoratori, i produttori agricoli, e gli imprenditori del settore, presenti in un magazzino di lavorazione dell'ortofrutta trasformato, per una sera, in chiesa. Proprio quel che si erano prefissi gli organizzatori dell'Ufficio pastorale sociale e del lavoro dell'arcidiocesi di Matera - Irsina. “La chiesa – ha continuato mons. Ligorio – ha il compito di sensibilizzare le coscienze alla solidarietà. Insieme si possono affrontare i problemi impellenti dell'agricoltura. Nei giorni scorsi c'è stato forte un appello a sollevare di alcune tasse gli agricoltori per permettere loro investimenti e sviluppo. Ci vuole il rispetto della dignità umana e non la corsa al profitto. Non c'è guadagno senza il rispetto delle persone. Io, tuttavia, vedo imprenditori contro il lavoro ed il caporalato. Ma attenzione a qualcuno che fuoriesce dalla strada maestra”. Temi ripresi da Valchirio Piraccini, socio dell'azienda in cui si è svolto l'evento: “La Basilicata ha prodotti di eccellenza come la fragola Candonga. Da 200 ettari del 2002 siamo passati a 700. Così, dopo la crisi del 2013, speriamo in un buon 2014 puntando anche noi sull'Expo di Milano. In questa azienda, poi, il lavoro dell'uomo è molto considerato. Ed è considerato anche quello dei produttori. Io dico sempre ai miei dipendenti: io sono il vostro datore di lavoro giuridico ma quelli veri sono gli agricoltori che conferiscono il loro prodotto da noi”. Insomma, nei rapporti produttivi servono fiducia e collaborazione. “Sono le due regole – ha concluso don Antonio Polidoro, parroco di Scanzano Jonico – che per secoli hanno mantenuto in vita le abbazie benedettine. Sono le due parole d'ordine che lanciamo con questa iniziativa che ha posto al centro di tutto il lavoro. Il lavoro è la chiave della questione sociale”. 


LA DENUNCIA DI MARGHERITA DELL'OTTO, CISL

“SONO GLI IMMIGRATI LE NUOVE VITTIME DI IRREGOLARITA'”

SCANZANO JONICO - “Gli immigrati albanesi, rumeni e di altri Paesi dell'Est, hanno sostituito le migliaia di braccianti che arrivavano qui dalla Puglia per le campagne di raccolta degli ortofrutticoli. Sono loro le nuove vittime delle irregolarità del mercato del lavoro”. Lo ha detto la sindacalista Margherita dell'Otto (Cisl) nel corso dell'iniziativa organizzata dall'Ufficio pastorale sociale e del lavoro della diocesi Matera – Irsina nel centro jonico aggiungendo che “per snidare queste irregolarità basterebbe rispettare l'apparato normativo esistente. Il fatto che lavorare nella regolarità produca buoni risultati è una cosa che i nostri imprenditori, non dico tutti, non hanno considerato. Cito le agevolazioni sulla sicurezza sul lavoro. Adottando minime misure si può accedere ad incentivi coniugando profitto e salvaguardia della salute. Ed il lavoratore contento è più produttivo”.


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