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giovedì 5 marzo 2015

PETROLIO, MED NO TRIV ALLERTA IL MINISTERO SULLE TRIVELLE NEL MAR ADRIATICO

POLICORO. GIOVANNA BELLIZZI, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE: “NON E' UN SUCCESSO MA UN BUON RISULTATO”

L'ITALIA CHIEDERA' ALLA CROAZIA DI PARTECIPARE ALL'ITER SULLE ISTANZE DI RICERCA PETROLIFERE”

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 5.3.15

 

 POLICORO – “No, non è un successo. Si tratta di un buon risultato”. Lo ha detto Giovanna Bellizzi, avvocato e presidente dell'associazione Med no triv, con sede in via Fellini. Associazione al centro di una caso di “politica estera”. Tanto che Renato Grimaldi, dell'Ufficio valutazioni e autorizzazioni ambientali del ministero dell'ambiente, ha scritto all'organismo di volontariato che aveva ragione: “L'Italia ha comunicato alla Croazia la propria intenzione di partecipare alle procedure di Valutazione di impatto ambientale sulle istanze di ricerca petrolifere presentate dalle compagnie nelle sue acque territoriali”. Il fatto è che Med no triv, il 16 febbraio scorso, aveva inviato allo stesso ministero, come a quello dello Sviluppo economico, ed anche alla Croazia, sue osservazioni in merito a ben 30 istanze di ricerca presentate al Paese con le coste antistanti a quelle italiane, dal Veneto alla Puglia. Osservazioni in cui aveva anche evidenziato il diritto dell'Italia a partecipare alle procedure di Via come da direttive della Unione europea. Ed il ministero dell'ambiente ha riconosciuto la validità di questa impostazione. “Per noi – ha spiegato l'avvocato anti - trivelle – va bene così anche se l'iter delle richieste contro cui ci battiamo non è concluso. Certo, abbiamo la sede a Policoro ma non siamo no triv solo per lo Jonio. Il Mediterraneo non ha confini. Per noi Adriatico o Jonio pari sono. Così, quando abbiamo saputo delle 30 richieste presentate alla Croazia e che questo Paese non aveva interessato l'Italia ci siamo attivati. Abbiamo presentato le osservazioni facendo rilevare che le direttive europee considerano il Mediterraneo bene comune da proteggere da ricerche petrolifere definite potenzialmente pericolose. L'Europa, infatti, ha riconosciuto a queste istanze, se accettate, la capacità di interessare un contesto transfrontaliero, vale a dire al di là dei confini delle acque territoriali. Ogni Paese mediterraneo, pertanto, va interessato alle procedure di Valutazione di impatto ambientale. Proprio come nel caso in specie”. No triv a tutto tondo, quindi, con legami stretti in rete con altre associazioni con le stesse finalità sia italiane sia croate. Una rete tendente ad impedire l'attacco al Mare Nostrum. Si riuscirà nello scopo? “Noi ci speriamo – ha concluso Bellizzi. Intanto, consideriamo l'impegno del Governo italiano un fatto positivo”.


CRITICHE DI NOSCORIE DOPO IL CONVEGNO
 
RETE TURISMO SI È SCELTA UNO SPONSOR SCOMODO”

POLICORO – Giudizio negativo dell'associazione ambientalista Noscorie Trisaia sull'esordio di Rete turismo Italia Jonica avvenuto sabato scorso con il convegno “I giochi della Magna Grecia: l’accessibilità può vincere”. Perchè? “Perchè – ha sostenuto Felice Santarcangelo, portavoce di Noscorie – il meeting ha annoverato tra gli sponsor e tra gli interventi quelli della Fondazione Mattei. Nulla contro tale istituzione ma tanto da dire del contesto in cui la neonata rete d’imprese turistiche si è presentata al pubblico. Vale a dire con una iniziativa volta a dare sostenibilità e accessibilità alle bellezze naturalistiche, ambientali e storiche della fascia Jonica. E’ un controsenso, però, parlare di sostenibilità e accessibilità ambientale e portare l’esempio opposto del turismo e dell’ambiente della Val d'Agri ormai conosciuta come valle delle trivelle”.

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