SCANZANO JONICO. UN RUDERE IL MAGAZZINO DELLE FERROVIE DELLO STATO. E LA STAZIONE RISTRITTURATA E' SENZA BAGNI NE' SALA DI ATTESA. VIAGGIATORI AL FREDDO ED AL GELO SOTTO PENSILINA
IL RUDERE CADENTE. SULLO SFONDO GLI EDIFICI ABITATI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.12.17
SCANZANO JONICO – E' un rudere, da oltre sei anni,
il magazzino delle Ferrovie dello Stato ubicato nei pressi della
stazione ferroviaria di piazza Verdi. Stazione recentemente
ristrutturata ma off limits per il pubblico senza sala di attesa né
bagni per eventuali bisogni fisiologici. Così i pochi che ancora si
avventurano a viaggiare in treno sono costretti ad attendere sotto a
due pensiline, una esterna, una nei pressi dei binari. Questa è la
situazione che abbiamo trovato nel nostro ennesimo “sopralluogo”
ad una struttura che ha avuto una storia “sfortunata”. Eppure nel
1902 vi arrivò, addirittura, un presidente della Repubblica,
Giuseppe Zanardelli. Poi, la “Scanzano Jonico-Montalbano Jonico”
ha vissuto la sua vita sino a quando, negli anni '90,
l'amministrazione guidata da Mario Altieri, sulla scorta di una
convenzione con le FFSS, l'adibì ad uffici della concessionaria dei
tributi locali Ritrimat. Sino al trasferimento, anni dopo, in altri
ambienti di questa società mista poi chiusa. Stazione e spazi
annessi entrarono nel loro periodo più “buio”: sede della ditta
vincitrice dell'appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Il
piazzale diventò parcheggio per i mezzi della Tradeco di Altanura
con il magazzino a far da corollario. Compattatori, cassonetti,
lavacassonetti facevano bella mostra di se a quanti si affacciavano
ai finestrini dei pochi treni che circolavano e circolano sulla
tratta Metaponto-Sibari. E vi risparmiamo gli “olezzi”. Allora?
Allora accadde che nella notte del 6 marzo 2011 un incendio distrusse
un camion e una spazzolatrice, acquistati di recente dalla ditta,
custoditi all’interno del magazzino. Il tetto del deposito, con
travi in legno, fu arso dalle fiamme e buona parte della struttura,
quando i lavori di spegnimento erano ancora in corso, crollò.
Insomma, si trattò anche in quel caso di uno dei tanti incendi,
fortemente indiziati di dolo, che qualcuno definì “fuocherelli”.
Incendio su cui indagò la Polizia di Stato. Da quella notte il
magazzino-rudere è ancora lì, in bella evidenza. E pensare che a
pochi metri, di fronte, passa la via Pietro Nenni per il mare e che
vi sono edifici abitati ed anche accorsati esercizi ed uffici
pubblici. Evidentemente il “pugno nello stomaco” di quella
visione, a forte pericolo crollo, senza alcuna recinzione di
protezione anche per gli addetti alle Ferrovie che spesso lavorano
nel piazzale, non dà fastidio a nessuno. Come non dà fastidio a
nessuno il fatto che una stazione ferroviaria sia completamente
chiusa all'uso pubblico. Inferriate, infatti, impediscono l'accesso
al locale dove una volta c'erano i servizi igienici. Ed inferriate
chiudono i locali dove una volta c'erano la biglietteria e la sala di
aspetto. Vecchi tempi che furono. Zanardelli si rivolterà nella sua
tomba.
VIAGGIATORI AL FREDDO ED AL GELO
IL SOGNO DEL TERMINAL TRAVEL
SCANZANO JONICO – La Gazzetta, a più riprese, ha
affrontato il problema della mancanza di un terminal bus. I
viaggiatori, sia su pullman a lunga percorrenza, sia pendolari per i
centri vicini, sia del servizio di trasporto locale, sono costretti
ad attendere all'aperto, al sole cocente od al freddo ed al gelo.
Alcuni proposero: perchè non realizzare nella stazione ferroviaria
un “terminal travel”? Una struttura, cioè, terminale non solo
agli autobus ma anche ai treni. Con locali per servizi pubblici (bar,
biglietteria, edicola, e quant'altro) e sala di attesa. Il piazzale
adiacente, poi, come parcheggio e manovra. Alcune Giunte comunali
degli ultimi 20 anni ci hanno tentato. Senza riuscirci. Chissà che
quella in carica, guidata da Raffaello Ripoli, non voglia riprendere
in considerazione l'idea.
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