IMPIETOSA DENUNCIA DA PARTE DELL’ESPONENTE DELLA LEGA DEL FALLIMENTO DEI GOVERNI GUIDATI DAL PRESIDENTE VITO BARDI: “NOI NON VOGLIAMO E NON POSSIAMO RENDERCI PARTECIPI DI QUESTA RESA CHE VA CONTRO I NOSTRI VALORI POLITICI, ETICI ED ESISTENZIALI”. MA QUALI SBOCCHI AVRÀ LA CRISI? CUI PRODEST? QUADRO POLITICO NEL CENTRODESTRA NON PIÙ GRANITICO. DI SEGUITO LA NOTIZIAINTEGRALE
FONTE DONATELLA MERRA
UNA DOVEROSA RIFLESSIONE POLITICA
La storia
di questa stagione politica, almeno al suo epilogo avrebbe potuto essere
scritta diversamente, provando a portare a termine il programma che abbiamo
faticosamente disegnato e in parte realizzato. Purtroppo, da tempo sono ormai
venute meno le condizioni minime di autonomia e di autorevolezza necessarie a
raggiungere traguardi ambiziosi ma sicuramente alla nostra portata. Al momento
di raccogliere le principali sfide o semplicemente fronteggiare, con alto senso
di responsabilità, emergenze e priorità invocate da tutto il territorio non ci
si può ridurre, o meglio, non si possono ridurre alcune parti politiche alla
mera gestione dell’ordinario. Non ci sono più le condizioni per esercitare
pienamente e degnamente il mio mandato politico.
La Basilicata aveva deciso di cambiare scegliendo persone in grado e con la
volontà di sovvertire un destino apparentemente segnato con la forza delle
grandi opere e delle scelte coraggiose; se questo principio è venuto meno si
sta tradendo il mandato che ci era stato consegnato dai cittadini, i quali
hanno creduto nel rinnovamento e nella trasformazione dopo decenni di
ossificazione del quadro politico e sociale.
È giunta l’ora di essere franchi con noi stessi e con i lucani. È necessario
avviare una schietta e onesta riflessione politica che riporti al centro del
dibattito pubblico gli interessi della Basilicata, dei cittadini, delle
comunità e dei territori. Da questi ultimi ci si sta allontanando per inseguire
vecchie e logore logiche di Palazzo che squalificano la nostra missione, quella
di dare ai lucani un futuro di sviluppo e di crescita economica e occupazionale
non più procrastinabile.
Sta venendo meno quello slancio indispensabile a concretizzare i grandi
progetti e i grandi investimenti di cui la Basilicata non può fare più a meno,
pena lo scivolamento verso maggiore arretratezza e isolamento. Tutto ciò è
inammissibile alla luce delle aspettative che sono state riposte in questa
esperienza che sta dimostrando adesso di aver esaurito l’energia e la voglia di
trasformazione.
Al netto del ruolo di rinnovata centralità che nelle trattive ministeriali la
Basilicata ha acquisito, con notevoli risultati sul piano degli investimenti,
non è pensabile inibire questi processi virtuosi ai Tavoli regionali, quelli delle
massime decisioni e delle scelte strategiche.
I bonus e sostegni a famiglie e imprese, in chiave energetica e sostenibile,
hanno consentito di dare ossigeno all’economia in una congiuntura complicata,
segnata da crisi epidemiche e internazionali, ma esclusivamente soluzioni
sistematiche e sistemiche strutturate possono arginare lo spopolamento, la
riduzione drastica delle partite IVA, delle piccole e medie imprese,
l’emigrazione dei cervelli migliori di questa terra. È divenuto lungo l’elenco
dei provvedimenti non rinviabili e non contendibili, ai quali è stata sbarrata
la strada con metodi politicamente poco ortodossi e discutibili sotto il
profilo della lealtà di squadra. Ci sono limiti da non travalicare soprattutto
quando è in ballo la salute dei territori e l’ incolumità e il benessere delle
persone: dalla viabilità aree interne, ai piani straordinari per il risanamento
delle emergenze da dissesto idrogeologico, al bando per dotare la città di
Potenza di uno studentato, alle politiche per il bike sharing e la mobilità
sostenibile, allla tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale degli
edifici di culto, al rinnovo del parco rotabile automobilistico e ferroviario,
fino ad una programmazione dedicata e condivisa per le grandi infrastrutture con
i fondi che dovrebbero essere connaturati al principio dei grandi investimenti
e dello sviluppo del territorio, in particolare Fondo Sviluppo e Coesione e
royalties; il più alto compito della Politica è valorizzare, tutelare spingere
alla massima velocità le intenzioni e le strategie più virtuose; se il freno a
queste iniziative elaborate nel tempo e con la fatica è rappresentato da un
Assessore o da una parte politica è il momento di prenderne atto e renderne
conto purché non si freni la corsa di una comunità in una fase di delicata e
fragile ma orgogliosa risalita.
Noi non vogliamo e non possiamo renderci partecipi di questa resa che va contro
i nostri valori politici, etici ed esistenziali. Ho condotto finora battaglie
difficili e solitarie, ma non impossibili. Ma “ad impossibilia nemo tenetur”:
se non esistono più le condizioni per proseguire, per tenere fede al patto
stretto con i lucani, è doveroso da parte mia un passo indietro.
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