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| MARCELLO PITTELLA |
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| ANTONIO DI SANZA |
FONTE ILQUOTIDIANODELSUD.IT – EDIZIONE BASILICATA
TUTTI GLI UOMINI DI PITTELLA (E FRATELLI)
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE LUCANO, MARCELLO PITTELLA, COMPLETA LA SUA SQUADRA DOPO LE PROMOZIONI DEGLI EX FEDELISSIMI. RESPONSABILE DELLA SEGRETERIA SARÀ IL FRATELLO DI UNO DEI GIUDICI CHE LO HANNO ASSOLTO. IL CASO DEL PORTALETTERE CHE DIVENTA PORTAVOCE
L’istrionico
sindaco di Tursi, Salvatore Cosma, come portavoce, e come responsabile della
segreteria particolare il fratello, geologo, di uno dei giudici che l’hanno
assolto dalle accuse per i concorsi truccati nella sanità.
Si va definendo la nuova squadra del presidente del Consiglio regionale
Marcello Pittella. Dopo la nomina alla guida del
Consorzio industriale di Matera dell’ex capo staff, Antonio Di Sanza, e quella
della compagna, e storica collaboratrice, Margherita Sarli, ai vertici dell’Azienda
di promozione territoriale della Regione.
· LE DESIGNAZIONI DI PITTELLA
Sono arrivate nelle scorse settimane, infatti, le designazioni del neo-portavoce Cosma, e del neo-responsabile della segreteria, Donato Palma.
La
determina di incarico di Cosma è arrivata il 30 aprile, quasi due mesi dopo la
richiesta di nomina avanzata dal presidente del parlamentino lucano, che è
anche responsabile Mezzogiorno di Azione.
Al suo interno si fa riferimento al curriculum del primo cittadino, che è anche
il primo dei non eletti tra i calendiani alle scorse elezioni regionali nella
circoscrizione di Matera. Si spiega che “lo stesso è in possesso della laurea e
che possiede le specifiche competenze professionali”, ma non si aggiunge che
tipo di laurea né di competenze.
· DA PORTALETTERE A PORTAVOCE
Nel curriculum pubblicato l’anno scorso in occasione delle elezioni regionali,
infatti, si parla di “diploma di laurea Isef”, il vecchio istituto di
preparazione degli aspiranti insegnanti di educazione fisica. Quanto all’esperienza
lavorativa, invece, si indica un unico impiego alle Poste di Accettura con
mansioni di “portalettere”. Di qui a “portavoce”, insomma, il passo deve essere
sembrato breve. Quanto meno per ragioni di assonanza.
A livello retributivo in considerazione del titolo di studio posseduto gli sarà
riconosciuto lo stipendio di un funzionato di “elevata qualificazione” :
4.177,90 mensili, pari 50.134 euro annui, più Iva.
· IL SEGRETARIO GEOLOGO
Godrà soltanto di un’indennità aggiuntiva di 10mila euro rispetto al suo
stipendio base, invece, il neo responsabile della segreteria particolare di
Pittella in ragione dei “particolari obblighi di reperibilità e di
disponibilità oltre che le attività di studio, ricerca, analisi e supporto
legislativo”.
Nella relativa determina del dirigente generale del Consiglio, Nicola Antonio
Coluzzi, si spiega che il personale dell’ufficio in questione ha il compito di
fornire a «assistenza diretta e specifica” al presidente “svolgendo attività di
supporto all’organizzazione e al coordinamento degli impegni e alla cura della
sua corrispondenza personale».
· COSA PREVEDE L’ORDINAMENTO
Quanto alla scelta dei componenti della segreteria si evidenzia che l’ordinamento prevede il comando da altri uffici regionali, a parte una piccola quota di esterni, su indicazione dello stesso presidente, al quale è rimessa ogni valutazione di opportunità. Oltre che di merito.
E poco
importa se nel curriculum del geologo Palma non compaiono esperienze in questo
campo, ma soltanto un periodo di attività libero professionale, tre anni di
insegnamento, e poi il servizio nell’Ufficio difesa del suolo della stessa
Regione Basilicata. In seguito all’assunzione con contratto a tempo
indeterminato con la qualifica di funzionario geologo.
La determina si sofferma, poi, sulla «natura» di «strutture di assistenza e di
diretta collaborazione di organi di direzione politica» delle segreterie
particolari, per cui l’incarico di responsabile delle stesse può essere
«conferito mediante individuazione fiduciaria, senza ricorso a selezione e
procedura di comparazione».
· L’INCHIESTA SULL’UFFICIO DIFESA DEL SUOLO
Le cronache si erano già occupate del 46enne geologo il mese scorso in
occasione dell’inizio dell’udienza preliminare del processo su alcuni presunti
episodi di mala amministrazione che si sarebbero consumati nell’Ufficio difesa
del suolo.
Per lui i pm di Potenza hanno chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo
in concorso in relazione alla morte, ad aprile del 2023, di un operaio
precipitato per un centinaio di metri sul fronte di una cava di Brienza. Cava
che secondo i pm andava chiusa per violazioni delle normative di sicurezza già
a settembre 2022. Di qui anche una serie di ipotesi di falso correlate, più
un’ulteriore imputazione per “frana” per il «distacco di circa seimila metri
cubi di materiale che investivano trecento metri quadri» sulla pista di accesso
alla cava. Durante i rilievi degli investigatori.
· L’ALTRO “PALMA”
Il nome di un altro “Palma”, invece, era apparso in alcuni articoli di stampa assieme a quello dell’ex governatore tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, in relazione al processo di secondo grado sui concorsi truccati nella sanità lucana che vedeva Pittella tra gli imputati, e il giudice Amerigo Palma fratello di Donato, tra i membri del collegio chiamato a esprimersi. Una vicenda che offre più di un antefatto curioso, l’inchiesta sui concorsi truccati dei pm di Matera.
· IL FRATELLO DEL PM
Basti pensare che in seguito all’arresto dell’allora governatore Pittella, nell’estate del 2018, la ministra della Salute Giulia Grillo (M5s) nominò Arcangelo Colella, fratello del pm titolare dell’inchiesta, nel collegio sindacale della stessa Asm. Lo stesso Colella che poi sarebbe stato scelto come assessore al bilancio del Comune di Matera da un altro esponente M5s, l’ex sindaco Domenico Bennardi.
· IL FRATELLO DEL GIUDICE
A distanza di 7 anni e dopo essere transitato dal Pd ad Azione assieme al suo proprio fratello-ex europarlamentare Gianni, insomma, è stato Marcello Pittella a farsi forte delle sue prerogative per designare il fratello di un magistrato. Ma di quelli che hanno riconosciuto la sua innocenza. Salvo condannare i vertici della sanità lucana dell’epoca, tutti di nomina “pittelliana”. A partire da Maria Benedetto, l’ex direttrice amministrativa dell’Asm, che venne pedinata dagli investigatori durante una trasferta nella villa dell’ex governatore, a Lauria, per mostrargli le bozze della graduatoria di una selezione di suo interesse.
· PITTELLA, IL PROCESSO D’APPELLO
Nel loro ricorso contro la prima assoluzione di Pittella, pronunciata nel 2021
dal Tribunale di Matera, i pm materani avevano chiesto la riapertura del
dibattimento in secondo grado per concedere a Benedetto la possibilità di
chiarire se avesse ricevuto indicazioni, o meno, sui correttivi da effettuare
alla graduatoria.
Già dall’udienza di partenza del processo d’Appello, tuttavia, era apparsa
evidente la resistenza sul punto dell’ex direttrice amministrativa. Con un
significativo affiancamento nella sua difesa dell’avvocato di Pittella, il
professore Donatello Cimadomo. Se poi si guardano le motivazioni del verdetto a
firma della presidente-relatrice della Corte, Angela D’Amelio, della richiesta
di esame di Benedetto sulla sua “gita” a villa Pittella non si fa alcuna
menzione. Svanita.
· I RIFLETTORI DEL CSM
Il processo sui concorsi truccati nella sanità era già finito sotto i riflettori sei mesi dopo l’assoluzione materana dell’ex governatore, quando al Consiglio superiore della Magistratura sono state trasmesse dalla procura di Catanzaro, competente per le indagini sui magistrati lucani, le “triangolazioni” telefoniche intercettate tra il presidente del collegio giudicante, Gaetano Catalani, un ex assessore regionale della giunta Pittella, Carmine Castelgrande, e lo stesso Pittella.
· LE TRIANGOLAZIONI TELEFONICHE TRA CATALANI, CASTELGRANDE E PITTELLA
“Triangolazioni” senza rilievo penale, secondo la procura guidata da Nicola Gratteri, che nell’organo di autogoverno delle toghe, ad ogni modo, hanno fatto gridare alla violazione del segreto della camera di consiglio del collegio giudicante materano da parte dei pm calabresi.
Di qui il rigetto della richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale di Catalani, che però a causa di quanto emerso dalle indagini sul suo conto si è visto revocata la proposta di nomina come presidente della sezione penale del Tribunale di Trani, ed è rimasto nella città dei Sassi a occuparsi di cause civili.




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