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| ITREC DELLA TRISAIA (FOTO COVA CONTRO) |
Il dirigente dell’area ambiente della Provincia di Matera ha emesso, nella giornata di ieri, una Ordinanza di diffida nei confronti della “Società Eni SpA, per le attività storiche sito specifiche della controllata Combustibili Nucleari SpA, a provvedere a tutto quanto stabilito dall’art. 242 del D. lgs. 152/06 poiché individuata come soggetto responsabile dell’acclarato superamento delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) nella matrice acque sotterranee per la porzione interna al perimetro del CRE TRISAIA di ENEA relativamente agli analiti Trielina, 1,1-dicloroetilene, tetracloroetilene come sottoprodotti della degradazione di TCE (Tricloroetilene), e Cromo VI; l’Ente di Ricerca ENEA, a provvedere a tutto quanto stabilito dall’art. 242 del D. lgs. 152/06 poiché individuato come soggetto corresponsabile in solido con CONU, dell’acclarato superamento delle CSC nella matrice acque sotterranee per la porzione interna al perimetro del CRE TRISAIA di ENEA DETERMINAZIONE - COPIA – SERVIZIO 6 - REG. GEN. N. 811 DEL 22-05-2025 - PAG. 10 DI 12 relativamente ai composti Trielina 1,1-dicloroetilene, tetracloroetilene come sottoprodotti della degradazione di TCE. CONFERMA ogni altra attività di monitoraggio e prevenzione già stabilite con altri provvedimenti per quanto non in contrasto con il presente atto”. Nella stessa diffida si precisa che è possibile proporre ricorso giurisdizionale innanzi al competente Tribunale Amministrativo Regionale, entro sessanta giorni o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro centoventi giorni a decorrere dalla comunicazione del provvedimento stesso.
Il provvedimento della Provincia è stato inviato ai seguenti soggetti: SOGIN SpA, ENEA, ISIN, Eni SpA, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Prefettura di Matera, Presidente della provincia di Matera, Regione Basilicata, Comune di Rotondella, ARPAB, ASM Dip. Prevenzione.
Sull’ordinanza di diffida della Provincia di Matera c’è da registrare una dichiarazione di Pasquale Stigliani, portavoce dell’associazione Scanziamo le scorie: ““La decisione della Provincia è un’importante novità rispetto alle responsabilità delle cause della contaminazione denunciata nel 2014, sulla quale bisogna arrivare fino in fondo ed intervenire con urgenza per rimuoverla. Le Istituzioni tutte si impegnino a rendere trasparente l’intera vicenda al fine di rassicurare la popolazione coinvolta. Diversamente il territorio corre il rischio di un inquinamento irreversibile con conseguenze insostenibili per la salute e l’economia locale”.




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