OGGI,
IL GIORNO DELLA PROTESTA. STOP TRIVELLE NELLO JONIO
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 15.7.15
“No
alle trivelle nello Jonio. Si all'autodeterminazione dei territori
allo sviluppo”. Sono state le due costanti dei diversi interventi
dei 31 sindaci del Materano, riuniti ieri sera a Scanzano Jonico su
iniziativa del Comune che fu al centro della battaglia del 2003
contro il deposito delle scorie nucleari a Terzo Cavone. Identici,
per molti aspetti, anche i toni di quello che si annuncia il nuovo
fronte, quello anti petrolio. “Una scelta obsoleta – ha detto il
sindaco Salvatore Iacobellis – a cui dobbiamo dire no. Siamo per
l'energia verde. Il Mediterraneo è un mare chiuso. In caso di
incidente petrolifero i danni sarebbero incalcolabili”. Ed il suo
collega di Policoro, Rocco Leone, ha chiesto che tutti “abbandonino
la casacca e conducano una lotta insieme al popolo. La politica ha
creato il problema, la politica lo risolva. I parlamentari di Puglia,
Basilicata e Calabria, senza distinzioni di partito, prendano
posizioni chiare”. Al dibattito, tra gli altri, ha preso parte
anche il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza che ha
concordato con quanti chiedono l'autodeterminazione di scelte per lo
sviluppo. E tutti saranno oggi alla manifestazione di Policoro con le
Regioni Basilicata, Puglia e Calabria. Ma le divisioni più forti per
quel che riguarda la partecipazione si sono palesate nel mondo
ambientalista. Quello di caratura nazionale, rappresentato da
Legambiente e WWF, parteciperà. Non così i Comitati e le
associazioni di base tra cui citiamo, per tutti, Noscorie Trisaia,
Med No triv Ola e Mò basta. Il mondo della politica, invece, pur
con critiche delle opposizioni a Marcello Pittella, sfilerà
compatto. Eccezione, il gruppo consiliare alla Regione del M5S. Si,
unitario, di Cgil, Cisl, Uil, e Ugl. E l'on Cosimo Latronico ha fatto
sapere che oggi, alle 15, il ministro dell'ambiente Gian Luca
Galletti risponderà alla sua interrogazione sul
permesso di ricerca di idrocarburi localizzato nel golfo di Taranto
chiesto dalla società Enel Longanesi.
LA SCHEDA
L'ESCALATION DEL “NO TRIVELLE” NELLO JONIO
La manifestazione di oggi, dalle 9, a Policoro, è il “culmine” della protesta dopo il primo permesso di ricerca di idrocarburi nello Jonio rilasciato il 12 giugno dai Ministeri dell’ambiente e del Turismo alla Enel Longanesi srl. Da allora è stato un crescendo di iniziative. Epicentro, Policoro. Il 24 giugno incontro tra i sindaci dell'arco jonico lucano, di Taranto, Roseto Capo Spulico, Cassano alla Jonio, e Rossano Calabro, con l'assessore regionale Aldo Berlinguer. Il 1 luglio missione a Roma di Leone, amministratori di Rossano Calabro e Taranto, e di Berliguer. “E' andata male”, disse il primo cittadino. Che il 4 luglio attuò uno sciopero della fame sospeso il giorno dopo. Il “governatore” Marcello Pittella si era impegnato per la manifestazione di oggi. Costringerà il Governo Renzi a ritirare il permesso alla Enel Longanesi come la “marcia dei centomila” del novembre 2003 costrinse il Governo Berlusconi a ritirare la “condanna” di Scanzano Jonico a cimitero atomico d'Italia?
LA MAPPA DELLE ESTRAZIONI NEL MAR JONIO
L'HA DIFFUSA L'ORGANIZZAZIONE AMBIENTALISTA “NOSCORIE TRISAIA”
L'organizzazione ambientalista Noscorie Trisaia, dopo la prima autorizzazione alla ricerca di idrocarburi nelle acque del Golfo di Taranto rilasciata dal Governo Renzi, ha diffuso la mappa delle possibili trivellazioni nello Jonio. Nel documento sono riportate su cartina geografica quattordici istanze di ricerca petrolifera (tra cui quella della Enel Longanesi Developments srl), due permessi di ricerca, una istanza di prospezione petrolifera e una di concessione petrolifera. L'area di mare interessato dalle varie richieste è quella centrale, tra Puglia e Calabria, antistante la Basilicata, ed anche quella antistante la punta dello “stivale”, di fronte a Santa Maria di Leuca. Insomma, per amministratori locali, operatori economici, ambientalisti, l'autorizzazione alla Enel Longanesi a ricercare idrocarburi nel Golfo di Taranto può essere solo la prima di una lunga serie. Da qui la protesta di oggi e le “possibili” barricate.
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