Cristina De Luca |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 12.4.17
La morte nel settembre scorso di Cristina De Luca, a 56 anni, dopo il posizionamento di un palloncino intragastrico contro l'obesità patologica, sarà venerdì, dalle 9.15, ad Uno Mattina. Nello studio del programma Rai, condotto da Franco De Mare e Francesca Fialdini, collaboratore Rocco Corsano, vi sarà il marito della donna, il medico di medicina generale Giuseppe Valicenti, che si sta battendo contro l'archiviazione del caso in cui sono indagati quattro medici. Dalla sede Rai di Potenza interverrà l'avvocato Giuseppe Labriola.
IL CASO RISALE AL 27 SETTEMBRE SCORSO. INDAGATI QUATTRO MEDICI FRA ROMA E L'OSPEDALE LUCANO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.4.17
POLICORO – “E' stato
un dolore così forte tanto da distruggere la mia vita e quella dei
miei due figli. Non è sopportabile la morte di mia moglie, a 56
anni, avvenuta il il 27 settembre scorso. Voglio giustizia come
marito, medico e padre. Nel decesso di Cristina vi sono precise
responsabilità”. Lo ha detto, con le lacrime agli occhi, Giuseppe
Valicenti, medico di medicina generale, dopo che la procura di
Matera ha chiesto l'archiviazione del procedimento penale sulla
scomparsa della sua congiunta, Cristina De Luca, dopo un intervento
di posizionamento di un palloncino intragastrico non per motivi
estetici ma per curare una obesità patologica che impediva alla
donna i movimenti accentuandole i dolori causati da una forma di
artrite. Nel procedimento sono indagati quattro medici, il
professore che in una clinica di Roma ha praticato l'intervento e
tre professionisti dell'ospedale di Policoro. Così, il nostro
interlocutore ha presentato, tramite il suo avvocato Giuseppe
Labriola, opposizione alla richiesta di archiviazione, corredandola
con una perizia del medico legale Michele Strippoli. Ma ecco ancora
il suo racconto: “La superficialità è alla base della morte di
mia moglie. Bastava rimuovere il palloncino dopo l'operazione e
Cristina sicuramente si sarebbe salvata. Per l'intervento mi rivolsi
ad una delle massime autorità del campo. Mia moglie era al suo
secondo posizionamento dopo il primo, andato tutto bene, effettuato
il 2 maggio scorso nella stessa clinica. Un secondo intervento
fatale per lei. Fu operata senza raccogliere il suo consenso
informato e senza gli esami previsti dalle linee guida come
gastroscopia ed altri necessari a verificare le condizioni del suo
stomaco. Dopo un'ora dall'uscita dalla sala operatoria, Cristina
cominciò ad accusare dolori addominali, crampi, un vomito
incoercibile resistente a tutti gli antiemetici durato per 60 ore,
sino alla sua morte. Chiesi al professore di intervenire e di
trattenerla in clinica per un giorno, come quattro mesi prima. Mi
rispose che ero troppo ansioso”. La storia si conclude con l'esito
della donna nell'ospedale di Policoro dove aveva effettuato due
accessi rivelatisi inutili. Da qui l'appello del dottor Valicenti:
“Non si può morire a 56 anni per un palloncino intragastrico
contro l'obesità. Voglio arrivare fino in fondo. Voglio che il
sacrificio di Cristina non sia vano. Voglio giustizia”.
L'AVVOCATO GIUSEPPE
LABRIOLA CONTRARIO ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE: “IL NOSTRO
MEDICO LEGALE, MICHELE STRIPPOLI, INDICA PRECISE RESPONSABILITÀ
NELLA MORTE DELLA SIGNORA DE LUCA”
POLICORO - “I motivi
dell'opposizione all'archiviazione del procedimento penale aperto
dalla Procura di Matera dopo la morte di Cristina De Luca sono
legati alle responsabilità che il nostro medico legale, Michele
Strippoli, ha nettamente indicato sia nei confronti del medico che
ha effettuato l'intervento a Roma sia nei confronti di quelli che
sono intervenuti successivamente nella cura della paziente
nell'ospedale di Policoro”. Lo ha detto l'avvocato Giuseppe
Labriola, difensore di Giuseppe Valicenti, il marito della donna
deceduta il 27 settembre scorso 60 ore dopo il posizionamento di un
palloncino intragastrico a fini curativi di una obesità patologica.
Nell'opposizione il legale ha chiesto ulteriori accertamenti sul
trattamento effettuato nella clinica romana dove la paziente fu
operata e sul mancato intervento chirurgico di rimozione del
palloncino nell'ospedale del centro jonico.
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