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FUSTI DI RIFIUTI NUCLEARI CUSTODITI ALLA TRISAIA |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 10.1.18
ROTONDELLA
- “E' stato distrutto un
fascicolo intestato “Centro nucleare della Trisaia” dagli atti
declassificati dalla presidenza del Consiglio sulla presunta
collaborazione di membri dei servizi di sicurezza che con esponenti
della criminalità avevano, secondo le dichiarazioni del defunto
pentito Francesco Fonti, trafficato illecitamente rifiuti tossici e
radioattivi”. Lo hanno denunciato Giorgio Santoriello ed Andrea
Spartaco, dell'associazione Cova contro, sul blog Punto e basta,
formulando alcune domande: “Perchè e chi ha distrutto tale
documentazione? La commissione parlamentare di inchiesta che riporta
tali dati cosa ha fatto dopo aver ottenuto questa verità? Il legale
responsabile della custodia dei documenti denunciò la loro
distruzione? Qualcuno è a conoscenza del loro contenuto? Quanti
altri documenti utili alla ricostruzione dei fatti sono stati
distrutti? Gireremo queste domande anche al neo presidente Ispra,
Alessandro Bratti, che fino a pochi mesi fa dirigeva la Commissione
sul ciclo dei rifiuti e che da poche settimane è alla guida
dell'ente ambientale che dovrebbe prima o poi scandagliare i nostri
mari ed il nostro territorio alla ricerca delle navi e dei rifiuti
perduti, politica permettendo”. Già. I quesiti posti da
Santoriello e Spartaco sono attuali stanti i problemi di inquinamento
del sito Enea-Sogin. I due blogger, perciò, hanno chiesto ai Comuni
di Policoro, Rotondella, Nova Siri e Tursi, di “investire i fondi
delle compensazioni ambientali per svolgere una indagine aerea e non
solo alla ricerca di eventuali manufatti o masse, o rifiuti,
interrati nella zona e che potrebbero, come per l’impianto Magnox,
diventare sorgenti storiche di contaminazione”. Ricordiamo che la
Trisaia è stata al centro dell'inchiesta Nucleare connection
condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. L'indagine riguardò
le attività nucleari svolte in passato a Rotondella. L’attività
investigativa non cancellò del tutto i sospetti di presunti illeciti
ma non permise di raccogliere prove significative, per cui il pm
Francesco Basentini firmò la richiesta di archiviazione, il 10
ottobre 2009, per otto ex dirigenti Enea del centro lucano e tre
esponenti del clan Musitano della 'ndrangheta. Il pm, tra l'altro,
raccolse testimonianze su un presunto traffico di rifiuti
radioattivi, che, con l’intervento delle cosche calabresi,
sarebbero stati, in parte, trasportati, a bordo di navi, in Somalia
e, in parte, inabissati in mare a bordo di imbarcazioni fatte
affondare.
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